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martedì 28 aprile 2015

IL SETTIMO FIGLIO

IL SETTIMO FIGLIO
(THE SEVENTH SON)
di Sergej Vladimirovič Bodrov, USA, 2014
con Jeff Brudges, Ben Barnes, Julianne Moore, Alicia Vikander, Kit Harington

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Una strega cattiva da combattere, un mago buono, un apprendista mago, una streghetta buona che s'innamora: ecco i personaggi. La trama non importa. Tanto la strega cattiva alla fine muore.

Cosa ci fanno i premi Oscar Jeff Bridges e Julianne Moore di nuovo insieme a 21 anni da Il Grande Lebowski?
Una brutta figura. Alla Moore evidentemente non bastava la saga di Hunger Games e a Bridges quella di The Giver, evidentemente entrambi devono essere costantemente in bancarotta e non sanno come pagare le bollette o pagare le bollette.
Insomma, la loro presenza è indifendibile. Il film non promette di essere nulla di esaltante, anche se i risultati superano notevolmente le basse aspettative. 


Gli autori miravano a inaugurare l’ennesima saga fantasy (questa addirittura annovera 13, ripeto, 13 romanzi) e rispolverare le atmosfere di Le cronache di Narnia, da cui viene del resto il protagonista Ben Barnes, rimasto tra l’altro immutabile nell’aspetto (e nella recitazione) ma la situazione è decisamente sfuggita di mano e alla fine il risultato è un fantasy di serie B, nonostante uno stratosferico budget a disposizione (circa 100 milioni). I dialoghi sono risibili, Julianne Moore è degna di un Razzie per ogni sua entrate in scena ma ad accapponare la pelle sono soprattutto le scenografie e i costumi, i primi tra l'altro del premio Oscar Dante Ferretti: un mischione di Antica Roma, Antico Egitto e bordello Belle Epoque…
Nonostante l’operazione risulti davvero maldestra, non riesce ad essere sempre involontariamente comica, impedendo al film di diventare toltamente scult e trash. Rimane insomma solo un brutto film, una brutta caduta di stile per Julianne Moore e Jeff Bridges e un brusco colpo d'arresto per le carriere dei graziosi Alicia Vikander (A royal affair) e Ben Barnes (Un matrimonio all'inglese).
VOTO: 3

mercoledì 22 aprile 2015

Into the woods

INTO THE WOODS
di Rob Marshal
USA, 2014
con Emily Blunt, James Corden, Anna Kendrick, Meryl Streep, Chris Pine, Daniel Huttlestone, Lilla Crawford, Christine Baranski, Tammy Blanchard, Lucy Punch, Tracey Ullman, Billy Magnussen,  Mackenzie Mauzy, Frances de la Tour, Johnny Depp

Genere: Musical Fantasy
 
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Cappuccetto rosso, jack e i fagioli magici, Raperonzolo, Cenerentola s’incontrano in un unico musical: l’effetto è, in ordine: divertente, sorprendente, stucchevole e infine trascurabile.
Le quasi due ore di musical non riescono a mantenersi omogenee e il divertimento di vedere come s’intrecciano questi classici diventa intrattenimento vero quando questi volgono a termine e lo spettatore si domanda: e adesso? Peccato che dopo qualche trovata politicamente scorretta il film si perda, diventi noioso e cerchi inesorabilmente di smorzare i toni e rabbonire tutti.
Peccato, perché le intuizioni non mancavano e per un momento si crede che il musical voglia virare sul dark (quando la matrigna di Cenerentola taglia dita e calcagni alle figlie pur di vederle calzare la scarpetta) o sul sexy (quando il principe tradisce Cenerentola); ma è solo un’illusione, siamo lontani dalle rivisitazioni di Angela Carter.
Restano le ambientazioni, ottime, le canzoni di’impianto classico di Stephen Sondheim (Il barbiere di Sweeney Todd, Dick Tracy) James Lapine e gli attori, tutti bravi, soprattutto i bambini. Nel reparto star, Meryl Streep si conferma interprete versatile di grande talento e Johnny Depp conferma di essere diventato la grottesca parodia di sé stesso, o meglio di Jack Sparrow, ruolo che l’ha cannibalizzato.
Tra i volti più nuovi, spiccano Emily Blunt, Anna Kendrick e James Corden.

VOTO: 6

giovedì 16 aprile 2015

La famiglia Bélier


LA FAMIGLIA BELIER
(La Famille Bélier)
di Eric Lartigau
Francia, 2014
con Louane Emera, François Damien, Karin Viard, Ilian Bergala

Genere: Commedia
Se ti piace guarda anche: Quasi amici, La guerra è dichiarata

Una liceale francese, unica udente di una famiglia di non udenti, scopre di aver il dono del canto e le si apre davanti un bivio: tentare un futuro da cantante o continuare ad aiutare i genitori agricoltori?

I francesi ce l’hanno fatto ancora: dopo Quasi amici sono riusciti a esportare un’altra commedia in cui disabilità e humour si incontrano. 

mercoledì 8 aprile 2015

Suite Francese

SUITE FRANCESE
(Suite française)
UK, Francia, 2015
di Saul Dibb
con Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin-Scott Thomas, Margot Robbie
Genere: Drammatico/ Storico


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Seconda guerra mondiale, piccolo paese della Francia occupata da nazisti che vengono fatti alloggiare presso gli abitanti, tutti ostili a parte Lucille, giovane sposa col marito al fronte che si ritrova, gradualmente attratta da un colonnello colto e gentile, amante della musica come lei.

Saul Dibb, sei anni dopo il suo debutto, La Duchessa, adatta un altro bestseller in cui costumi e denuncia sociale si incontrano: là Keira Knightley, in sontuosi abiti settecenteschi soffriva in sfarzosi castelli in cui era obbligata a subire i tradimenti e le angherie del marito, qui, negli anni della guerra, un’altra figura femminile condannata a interpretare la parte della vittima in una società sessista e retrograda. C’è quindi un filo conduttore nell’opera di questo regista poco prolifico, nonché un innegabile talento nel restituire con fedeltà e coinvolgimento i periodi storici rappresentati. 
Suite Francese è infatti impeccabile dal punto di vista di tutto ciò che è cornice: la musica, la scenografia, i costumi. E in un film come questo la cornice è di vitale importanza. Le lacune sono in alcuni passaggi di scrittura nell’evolversi (e dissolversi) della liason amorosa. Ma il rischio mélo è scongiurato: prevale, invece, l’accurata ricostruzione di una piccola storia che si scontra con la Storia. Il film rappresenta nondimeno un modo per confrontarsi con un’autrice di talento scoperta tardivamente: Irène Nemirovsky, deportata e uccisa in campo di sterminio. Ma come dice la didascalia che chiude il film, il nazismo non l’ha uccisa veramente perché la sua opera vive tutt’ora e rappresenta una vittoria sul male. Parole della figlia dell’autrice, che ha trovato il manoscritto, incompiuto, in una vecchia valigia. Delle cinque suite previste, l’autrice ne ha portate a termine solo due, nel film riproposte con un finale che probabilmente sarebbe piaciuto alla stessa autrice e a sua figlia, morta pochi mesi prima delle riprese. Attori tutti adeguati: da Michelle Williams, sfuggente e discreta protagonista, una sempre brava Kristin-Scott Thomas, il ritrovato  Matthias Schoenaerts di Un sapore di ruggine e ossa e un'irriconoscibile Margot Robbie (The Wolf of Wall Street).
VOTO: 7