Visualizzazioni totali

venerdì 30 novembre 2012

Finalmente un bel film..



ARGO
di Ben Affleck,
USA, 2012
con Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin, Bryan Cranston 
Genere: Action
Se ti piace guarda anche: Nessuna verità, Syriana
 Dei fondamentalisti iraniani, contrari all’asilo politico concesso dagli USA al loro dittatore, si vendicano occupano l’Ambasciata americana in Iran e tenendo in ostaggio 56 funzionari per oltre un anno. Sei di questi però, proco prima dell’arrivo dei terroristi, riescono a scappare e rifugiarsi nell’ambasciata canadese, dove rimarranno per più di due mesi senza uscirne, finché un agente della CIA non ha un piano…
 
Il terzo film da regista di Ben Affleck conquista subito e non molla il coinvolgimento dello spettatore nemmeno un secondo: drammatico, teso, frenetico, serissimo eppure capace di simpaticissimi siparietti comici, quelli dedicati a Hollywood. Riprendendo il classico film d’azione all’americana in cui i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivissimi e gli americani sono sempre eroi, Affleck riesce a riunire in un'unica pellicola un action mozzafiato, un discreto film storico-politico e una brillante satira di Hollywood. Le battute migliori sono affidate ad Alan Arkin e John Goodman, nei panni di un produttore e di un truccatore da Oscar che accettano di mettere in scena un film falso, riuscendo a far finire in farsa una storia iniziata come tragedia (Marx docet), perché a Hollywood tutto è una grande montatura e per diventare regista ci vuole solo un giorno. Per l’attore Ben Affleck ci è voluto di più, ma alla fine ne è valsa la pena.
Le musiche sono di Alexandre Desplat che ricordiamo per Reality, Un sapore di ruggine e ossa, Carnage e Il discorso del re con cui ha vinto l'Oscar.
Produce George Clooney (Le idi di marzo) e Grant Heslov (L’uomo che fissava le capre).
VOTO: 8

mercoledì 28 novembre 2012

Killer Boh..



KILLER JOE
Di William Friedkin,
USA, 2011
Con Emile Hirsch, Matthew McConaughey, Juno Temple,Thomas Haden Church, Gina Gershon.
 
Se ti piace guarda anche: Non è un paese per vecchi, Fargo
TRAMA
Un ragazzo chiede al padre di aiutarlo ad uccidere la madre per incassare la polizza sulla vita di 50.000 dollari. I due assoldano un killer, che chiede però 25.000 dollari, che verranno poi spartiti tra figlio, sorella, padre e matrigna. Non potendo pagare nemmeno un anticipo, i due uomini offrono la verginità della loro -rispettivamente- sorella e figlia.

RECENSIONE
Il 77enne William Friedkin, regista di un film di culto come L’esorcista (1977) ed ex marito di Jeanne Moreau, dirige con l’irruenza, la freschezza, il divertimento e l’irriverenza di un esordiente.
Questo bisogna ammetterlo. Ma che dire del contenuto e del messaggio del film?
Boh.
Mi arrendo.
Vorrei tentare un’analisi critica attenta del film.  
Ma non ce la faccio.

lunedì 26 novembre 2012

Quasi amici, il film dei record



QUASI AMICI
(LES INTOUCHABLES)
di  Olivier Nakache e Éric Toledano,
Francia, 2011
con François Cluzet, Omar Sy, Audrey Fleurot
 
Se ti piace guarda anche: Un sapore di ruggine e ossa, 50/50, Lo scafandro e la farfalla
TRAMA
Un ricchissimo paraplegico decide di assumere, per scherzo e per scommessa, un giovane nero, ex criminale con zero voglia di lavorare. Due mondi opposti che si incontrano, due solitudini che si sostengono a vicenda.
RECENSIONE
Un po’ come avviene in Un sapore di ruggine e ossa, siamo di fronte a due persone senza nulla in comune, che il destino vuol fare incontrare.
Ispirato a una storia vera, Quasi amici scivola via piacevolmente, come un buon compromesso fra intrattenimento e riflessione. Un compromesso che gli ha permesso, inaspettatamente, di diventare un successo strepitoso, non solo nel proprio paese, ma perfino all’estero, Italia compresa, dove ha incassato più di qualsiasi commedia nazionale.
Ma la cifra che è riuscito a incassare nella sua patria è qualcosa di impensabile: oltre 100 milioni di euro (il record italiano è rappresentato dai 43 milioni di Che bella giornata), ai quali ne vanno sommati altri 300 nel resto del mondo: 400 miltioni di euro di cui il 5%, come recitano i titoli di cosa, sadevoluto a un'associazione per persone tetraplegiche.
Tanti altri sono i record detenuti da questa miracolosa pellicola per la quale non mi resta che applaudire ancora una volta al cinema francese che ci fa ridere, piangere e riflettere con grazia e professionalità.
VOTO: 7,5

domenica 25 novembre 2012

Kill Bill Killing Truffaut

LA SPOSA IN NERO
(La mariée était en noir),
Francia-Italia, 1968
Con Jeanne Moreau, Michel Bouquet, Jean-Claude Brialy, Michel Lonsdale
Genere: noir
 Se ti piace guarda anche: Kill Bill, Kill Bill 2, La mia droga si chiama Julie

TRAMA

Un uomo viene ammazzato nel giorno delle sue nozze. La vedova si vendica uccidendo uno a uno tutti i cinque colpevoli dell’omicidio.
 RECENSIONE
Detta così, la trama può ricordare un celebre film di Tarantino, il quale però, ha sempre sostenuto di non aver nemmeno mai visto questo film di Truffaut. Strano visto che Tarantino adora la Nouvelle Vague e ha chiamato la sua casa di produzione proprio come un film di Godard. Noi però gli crediamo, anche perché poi in fondo, sono due film completamente diversi.
Due film che parlano di due vedove vendicatrici senza nome che annotano i nomi degli assassini da eliminare su un foglio custodito in un squadernino che controllano mentre viaggiano in aereo.
Ma Jeanne Moreau non fa arti marziali e non decapita nessuno. Si limita a trasformarsi nell’immagine e nei modi, per meglio avvicinarsi alle proprie vittime. Con una di loro, il pittore, ha perfino una relazione.
Spietata e senza nessun altro obiettivo nella vita, la nostra vedova li fa fuori tutti senza troppi problemi.
Un’ottima prova per una Jeanne Moreau sexy killer. Mai il termine femme fatale fu più giusto.

Tratto da un romanzo di Cornell Woolrich del 1948, sceneggiato da Truffaut con Jean-Louis Richard, ex marito della Moreau, il film non fu accolto molto bene dai critici, anche se ricevette poi una Nomination ai Golden Globe come miglior film straniero.

Lo stesso Truffaut qualche anno più tardi dirà di non esserne soddisfatto, soprattutto per l’uso dei colori.
Ma c’è molto altro che non funziona nel film, a partire dai ritmi troppo lenti per coinvolgere lo spettatore e da situazioni inverosimili a cui non si cerca di dare né ironia né mistero.

“Uno dei migliori noir di Truffaut : gelido e paradossale, in un riuscito equilibrio tra suspense e un’ironia mai invadente” sentenzia il Mereghetti, che pare aver visto un film esattamente opposto.

Girato tra Cannes, Parigi e Grenoble e prodotto dall’italiano Dino de Laurentiis (ecco perché il film è franco-italiano) allora attento al cinema d’autore.



venerdì 23 novembre 2012

A 17 anni non si può essere seri...


17 RAGAZZE
(17 filles)
di Delphine Coulin, Muriel Coulin 
con Roxane Duran, Louise Grinberg, Esther Garrel, Solène Rigot
Genere: commedia drammatica
Se ti piace guarda anche: Juno


"A 17 anni non si può essere seri. Si sogna, si ha un’energia incredibile..e nessuno può farci niente.."

TRAMA


Una studentessa del liceo rimane incinta e decide di crescere il bambino da sola per affermare la sua indipendenza e autonomia non solo sui maschi, ma anche sugli adulti.
Affascinate dalla sua convinzione e visione della maternità, le sue amiche decidono di emularla e in pochi mesi nella scuola si contano 17 ragazze col pancione.
Sono piene di vita e di progetti, intenzionate a crescere i loro figli insieme, senza l’aiuto di maschi o genitori.
 
RECENSIONE
Ispirata a una storia vera accaduta negli States (pare che le ragazze rimasero suggestionate dal film Juno), le due sorelle francesi Colin hanno realizzato con pochi mezzi e volti sconosciuti un piccolo film che poggia su una premessa originale, quello di una società organizzata di madri single che fanno della maternità una forma di emancipazione in un sistema patriarcale e maschile.
E la maternità così diventa non solo un diritto, ma un potere, un modo per emanciparsi da famiglie opprimenti o assenti e diventare così adulte, adulte diverse da quelle che le hanno allevate.

La riflessione è assai curiosa considerata la tendenza di rimandare sempre più l’età per diventare madri in una società che vede la maternità come la fine del lavoro e della vita sociale.
Peccato che poi il finale sia deludente e spenga la riflessione e le sue fondamenta. 
Un film fresco e un interessante saggio sociologico.
VOTO: 7+

mercoledì 21 novembre 2012

Quel sapore di sangue e salsedine



UN SAPORE DI RUGGINE E OSSA
 (DE ROUILLE ET D'OS
di Jacques Audiard
Francia, 2012
con Matthias Schoenaerts, Marion Cotillard
Genere: Drammatico
 

Se ti piace guarda anche: Boxing Helena, Tutti i battiti del mio cuore
 
TRAMA
Lui e lei si incontrano per caso, fanno sesso per caso, si riavvicinano per caso. Lei ha perso le gambe, lui perde spesso il lavoro.
RECENSIONE
Jacques Audiard, a tre anni da Il profeta, adatta una raccolta di racconti di Craig Davidson dando vita a un film in cui si tratta con (troppa) disinvoltura il tema dell’handicap fisico e del sesso negli invalidi.

Una storia inusuale che cattura, almeno in parte, nonostante le forzature. Il modo in cui di due protagonisti si conoscono, si riavvicinano, fanno sesso, si lasciano e si riavvicinano, ovvero la loro interazione all’interno della pellicola suona sempre artificiosa, mai davvero reale e ciò può provocare fastidio. Ma in fondo questa non è una storia del tutto convenzionale e il cinema più bello è in fondo è quello più irrazionale. Non è esattamente questo il caso.
Maggior estro nella regia avrebbe giovato sicuramente, ma alla fine dei conti Jacques Audiard porta a casa un film comunque interessante da ricordare per lo più per due buone  interpretazioni: quella di Marion Cotillard, insolitamente discinta, e soprattutto quella di Matthias Schoenaerts. Due performance che emozionano nonostante una sceneggiatura non sempre all'altezza e che trasmettono quel sapore di sangue e salsedine che manca nel titolo. 
VOTO: 7,5

lunedì 19 novembre 2012

Sister: una storia insolita e toccante che lentamente ci cattura.



SISTER
(L'ENFANT D'EN HAUT) 
di Ursula Meier
Francia/Svizzera, 2012
Con Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux ,Gillian Anderson.
Genere: Drammatico
 
Se ti piace guarda anche: La piccola ladra, La classe de neige, Frozen river
TRAMA
Un ragazzino di dodici anni passa le giornate a rubare sci e accessori vari in impianti sciistici per poi rivenderli. In questo modo guadagna da vivere e mantiene la sorella maggiore, incapace di mantenere un lavoro e puntualmente alla ricerca di soldi.
RECENSIONE
Vincitore del prestigioso Orso d’Argento al festival di Berlino 2012, il film di Ursula Meier ci porta nel mondo di un delinquente minorenne dal cuore d’oro con grande tatto e coinvolgimento, suscitando una seria riflessione su molti temi – dal disagio giovanile al rapporto che gli adulti hanno con i più piccoli. Nelle relazioni che il protagonista allaccia con gli altri – la turista americana, il cuoco – non c’è mai il briciolo di attenzione e affetto che cerca, ma solo insofferenza o sfruttamento.
Simone, presentato come piccolo delinquente, diventa man mano il vero eroe della storia, complice un colpo di scena del film – ben orchestrato – che arriva a metà pellicola e sconvolge lo sguardo dello spettatore.
Eccellente il piccolo protagonista Kacey Mottet Klein, ben spalleggiato da Léa Seydoux, ancora una volta in ruolo da ricordare.
VOTO: 7,5

sabato 17 novembre 2012

Eva, donna del peccato: ricordando Joseph Losey



EVA
di Joseph Losey 
Francia/Uk/Italia, 1962
Con Jeanne Moreau, Stanley Baker, Virna Lisi, Giorgio Albertazzi, Lisa Gastoni. 
Genere: Drammatico
 

Se ti piace guarda anche: La grande peccatrice
 
Tyvian (Stanley Baker) si ritrova al Festival di Venezia dove è presentato un film tratto dal suo romanzo, che in realtà è un romanzo del fratello morto. Senza scrupoli nel lavoro, lo sarà anche nella vita privata.
È proprio a Venezia, dove è accompagnato dalla bellissima fidanzata Francesca (Virna Lisi), che conosce una squillo d’alto bordo, Eva (Jeanne Moreau). La segue fino a Roma e se ne innamora perdutamente nonostante abbia nel frattempo sposato Francesca, che dopo aver scoperto la relazione, si toglie la vita. Eva, dal canto suo, continuerà a negargli l’amore che lui tanto sospira.


Dopo Il servo (1960) Losey affrotna un’altra storia di schiavitù e di ribaltamento dei ruoli, dov’è la prostituta a dominare il cliente, in un rapporto molto vicino al sado-masochismo.

Tratto dall’omonimo romanzo di uno scrittore particolarmente amato dallo schermo, il britannico James Hadley Chase che ha visto adattati una quarantina di sue opere, il film, conosciuto anche come Eve, è un noir affascinante, con un bianco nero fantastico che avvolge magnificamente Venezia e Roma, veri personaggi del film, e illumina una Jeanne Moreau meravigliosa, che sia il Morandini che Il Mereghetti definiscono sublime e indimenticabile.
Inizialmente affidato a Godard, fu poi Losey a dirigerlo, non senza numerosi problemi dettati dalla produzione.
Il film fu vittima infatti di diverse vicissitudini produttive, tanto che la copia circolata in Italia fu disconosciuta dal regista. La copia italiana recitava “un film di Joseph Losey e regia di Guidarino Guidi”. Guidi fu responsabile dell’edizione italiana, talmente manipolata dal produttore da essere disconosciuta da Losey.
La versione originale durava 135’, quella francese 116, quella inglese 111’, e quella italiana appena ’96.
Il dvd uscito pochi anni fa ce la restituisce nel suo splendore.


REGISTA

Joseph Losey: clicca qui per avere più informazione sul grande regista americano.
 
ATTORI

JEANNE MOREAU
Per la biofilmografia della grande attrice francese clicca qui.
Questa è la loro prima collaborazione tra l'attrice e il regista. Losey la diresse ancora due volte, ma solo in ruoli secondari.


STANLEY BAKER
(1928-1976) Attore gallese particolarmente amato da Losey che lo diresse in 4 film, al pubblico italiano è conosciuto in particolare per aver affiancato Monica Vitti ne La ragazza con la pistola.
VIRNA LISI
(1936, Jesi).
Virna Lisi aveva ventisei anni quando girò Eva e ventisei apparizioni cinematografiche alle spalle, anche se il successo arrivò solo più tardi, con La cicala (1980, regia di Lattuada) e Sapore di mare (1983, regia di Carlo Vanzina).
Nel 1980 Vinse il premio di miglior attrice a Cannes per il film francese La Reine Margot, diretto da Patrice Chereau.

giovedì 15 novembre 2012

Benvenuti mostri



HOTEL TRANSYLVANIA
di Jenndi Tartakovskij
USA, 2012
Genere: film d'animazione, vampiresco, horror  
 
Se ti piace guarda anche: Paranorman, Monster's house, Twilight.   

TRAMA
Il Conte Dracula (voce di Claudio Bisio, bocciata), rimasto vedovo e con una figlia piccola da allevare, trasforma un castello in un hotel in cui i mostri possono stare al riparo dalla ferocia degli uomini.
Al compimento del suo 118° compleanno, sua figlia (voce di Cristiana Capotondi, promossa) vuole però sapere cosa c’è al di fuori di quella prigione dorata in cui il padre l’ha tenuta rinchiusa per oltre un secolo. Nessun problema: il padre mette in scena un finto villaggio di umani crudeli e violenti per spaventarla, convincendola così che solo col padre potrà stare al sicuro.
Un giorno però nell’hotel riesce a intrufolarsi un turista umano che attira l’attenzione della vampira..

RECENSIONE
Continua l‘infornata di film di animazione legati al mondo dei mostri, dopo Paranorman, per i più grandicelli, e prima di Un mostro a Parigi, per i più piccoli, arriva questo Hotel Transylvania.

È bello vedere quanto i cartoni animati di oggi siano sempre più rivolti anche a un pubblico adulto. Non solo perché così i genitori non si annoiano, ma anche perché pure loro possano imparare qualcosa dalle storie che vedono. Al fianco della morale per bambini, c’è sempre quella per i genitori, evidente anche in questo caso: non rinchiudete i vostri figli in una campana di vetro fino a soffocarli con la scusa che nessuno potrà mai amarli come voi perché altrove troveranno solo odio e sofferenza.
Mentre il messaggio più immediato del film è quello di non aver paura dei diversi, siano mostri, umani o quant’altro.
Storia edificante, quindi, disegnata benissimo e decisamente simpatica, ma non particolarmente divertente e tutt’altro che memorabile.
Colpa forse anche della promozione che da mesi ci presentava questi simpatici ospiti dell’hotel (lupi mannari, mummie, Frankenstein, ecc) per poi scoprire che non sono che mere apparizioni alle quali è affidato ben poco spazio.
Unico vero protagonista è il Conte Dracula, che nella versione italiana tra l’altro risente gravemente del doppiaggio. Non è una novità, purtroppo, ma a stupire è la pessima performance di Claudio Bisio, memorabile voce del mitico Sid de L’eraglaciale: l’attore infatti doppia il vampiro con l’identica voce utilizzata per il popolarissimo bradipo che così aleggia nella mente dello spettatore per tutto il film, senza contare che quel tono si addica poco al personaggio del vampiro.
 
Ma al di là di questa menomazione di cui soffre la versione italiana, il problema del film è una sceneggiatura non molto originale, in cui i personaggi non sono particolarmente approfonditi e in cui i dialoghi sono dimenticabili e non riescono mai a strappare una risata. Ed è un peccato, perché l’incredibile varietà di mostri si prestava a trovate ben più simpatiche, senza contare l'incredibile materiale da cui si poteva attingere.
Non che le citazioni manchino, per carità: dai classici horror a Twilight, passando perfino per Ratatouille! 
VOTO: 7-


martedì 13 novembre 2012

Il ritorno di Bertolucci

IO E TE
di Bernardo Bertolucci,
Italia, 2012
con Jacopo Olmo Antinori , Tea Falco, Sonia Bergamasco
 
Se ti piace guarda anche: Io ballo da sola, Prima della rivoluzione.

Un quattordicenne dice ai genitori che andrà in settimana bianca con la scuola e invece si nasconde in cantina, dove porta tutto ciò di cui ha bisogno: cibo, musica, computer e delle formiche.
Il suo nascondiglio segreto viene però scoperto dalla sorellastra drogatA e arrogante che decide di servirsene per disintossicarsi dall’ultima dose.
Due solitudini che si incontrano, si scontrano e si aiutano. Solo per una settimana. Perché dopo sarà tutto diverso, anzi no, sarà tutto come prima.
Ragazzo solo, ragazza sola, versione italiana di Space Oddity di David Bowie viene ballata dai due così come Francesco Barilli e Adriana Asti ballavano sulle note di Vivere ancora di Gino Paoli in Prima della Rivoluzione, vero debutto di Bertolucci. Quasi 50 anni dopo, dopo aver scritto pagine importanti della storia del cinema, Bertolucci non sembra invecchiato di un anno e questo piccolo, malinconico, intimo racconto ha tutta la freschezza di un film di un promettente regista esordiente.
A differenza di allora, però, mancano virtuosismo, sensualità, politica e necessità artistica: l’urgenza è quella di un autore per troppo tempo lontano dal suo lavoro che si è finalmente concesso un divertissement, tanto grazioso quanto fragile, per dimostrare a sé e agli altri, di sapere ancora il suo mestiere.

VOTO: 7+

sabato 10 novembre 2012

Jeanne Moreau nel cinema di Joseph Losey


JOSEPH LOSEY
(1909, Wisconsin -1984, Londra)

L’imminente Festival di Torino dedicherà una retrospettiva a Joseph Losey, regista prolifico e poliedrico di cui oggi non si parla più molto.

Regista teatrale e poi documentarista di propaganda, durante il maccartismo abbandonò gli Usa perchè sospettato di filocomunismo.
 
In Europa trovò in Harold Pinter uno sceneggiatore ideale e la loro collaborazione diede vita a opere importanti come Il servo (1963), L’incidente (1966) e Messaggero d’amore (1971) che vinse la Palma d’oro a Cannes.
Spesso polemico, il suo era un cinema di amare riflessioni (Il ragazzo dai capelli verdi, 1948), pamphlet politici (Per il re e per la patria, 1964), satire (Modesty Blaise, 1965 con Monica Vitti).
Con Jeanne Moreau lavorò in tre occasioni, una per decennio, a partire dagli anni ’60.

EVA, 1962
Uno scrittore di scarso successo (Stanley Baker) si innamora di una escort (Jeanne Moreau). La moglie (Virna Lisi), disperata, si suicida.
Coproduzione italiana che incontrò diverse vicissitudine in fase post-produttiva, tanto che la copia circolata in Italia fu disconosciuta dal regista.
Noir affascinante, con bellissima fotografia.
Il dvd uscito pochi anni fa ce la restituisce nel suo splendore.


MR KLEIN (Chi è Mr Klein?), 1976
Nella Parigi occupata dai nazisti, un usuraio (Alain Delon) è perseguitato dall’esistenza di un suo sosia omonimo.
Produzione francese con atmosfere da thriller kafkiano.

LA TRUITE, 1982
L’ereditiera di un allevamento di trote (Isabelle Huppert), sposata, seduce ricchi uomini. Uno di questi, in un raptus di follia uccide la moglie (Jeanne Moreau).
Critica al consumismo e agli arrampicatori sociali.  

 

giovedì 8 novembre 2012

Bellocchio, quando arte e impegno civile si incontrano

BELLA ADDORMENTATA
di Marco Bellocchio,
Italia, 2012
con Toni Servillo, Piergiorgio Bellocchio, Maya Sansa, Isabelle Hupert, Alba Rohrwacher, Marco Brenno, Michele Riondino, Roberto Herlitzka, Gianmarco Tognazzi.
 
Se ti piace guarda anche: Amour, Million Dollar Baby, Mare Dentro
 

Febbraio 2009, i giorni che hanno preceduto e seguito la morte di Eluana Englaro, la cui vicenda è diventata un vero e proprio caso politico e sociale capace di smuovere le coscienze. Quelle dei politici, dei cattolici, degli atei, dei medici..

Bellocchio racconta alcune di queste figure, alcune direttamente coinvolte come il senatore che deve esprimersi a favore o contro la sospensione della nutrizione artificiale, i manifestanti che davanti alla clinica udinese dov’è Eluana si schierano da una o dall’altra parte, chi ha in famiglia un malato in stato vegetativo. Poi c’è il caso di un medico che assiste a una tossicomane che vuole suicidarsi perché lui, non come medico, ma come essere umano, vuole tenerla in vita.
Quello di Bellocchio resta un cinema di grandissimo valore civile, in cui arte e politica sono affiancate per esprimere il punto di vista personale di un autore che lascia sempre spazio all’interpretazione e alla riflessione dello spettatore. Le storie che ha cucito intorno al caso Englaro sono poetiche e verosimili e di forte impatto visivo ed emozionale. Da segnalare anche la fotografia di Daniele Ciprì e le notevoli musiche di Carlo Crivelli
Nonostante il clamore del caso Englaro e di alcune vicende produttive (come il rifiuto della regione Friuli di concedere a Bellocchio di girare il film a Udine) il pubblico si è ben guardato da riflettere nuovamente sul tema e ha ignorato del tutto questo buon esempio di cinema italiano civile: poco più di un milione è stato infatti l'incasso complessivo.

VOTO: 7,5


martedì 6 novembre 2012

L'ultimo Ozpetek? Non magnifico, ma presente

MAGNIFICA PRESENZA
di Ferzan Ozpetek
Italia, 2012
con Elio Germano, Paola Minaccioni, Anna Proclemer, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Andrea Bosca, Vittoria Puccini.
Se ti piace guarda: Fantasmi a Roma, Questi fantasmi, La Kyptonite nella borsa

TRAMA  
Pietro fa cornetti di notte e di giorno sogna di fare l'attore, è innamorato di un ragazzo che non vede da due anni e l'unico suo appoggio è una non-cugina, nonché coinquilina, dalla vita sentimentale travagliata.
Un giorno Pietro si traferisce in una grande casa abitata da misteriose presenze...
RECENSIONE 
Dopo il successo commerciale di Mine vaganti Ozpetek avrebbe potuto proseguire con una pellicola simile e invece ha preferito confrontarsi con atmosfere che mai aveva approcciato prima e di questo occorre dargli atto.
Infatti nella prima parte del film Ozpetek ci porta in una casa infestata e prova a procurarci qualche sussulto: in realtà la commedia prende subito il sopravvento, anche se i toni sono trattenuti. Insomma non è un film che faccia ridere come Mine Vaganti, ma nemmeno piangere come Le fate ignoranti, piuttosto è un titolo che va ad aggiungersi a film minori, più rischiosi e sfortunati come Cuore Sacro o Un giorno perfetto.
Il problema maggiore del film è una sceneggiatura che ci tratteggia personaggi e situazioni sbrigati frettolosamente, senza mai sapere che direzione voglia prendere la storia: fatto che, alla fine, in questo caso diventa perfino un pregio, considerato il deludentissimo finale.
In questa storia di spettri l'unico vero spettro è quello di Almodovar, ma anche questo non è per forza un difetto.
Elio Germano è bravo, ma sulle sue spalle grava tutto il film siccome nessun altro personaggio (e sono molti) riesca a suscitare interesse nello spettatore, vuoi perché liquidato frettolosamente (il ragazzo che lo soccorre in tram) vuoi perché inutile alla trama (Platinette o il travestito orefice) o semplicemente privo di fascino, come lo sono tutti i fantasmi e questo forse è l’aspetto più grave. 
Una storia di fantasmi che non ispiri curiosità o suspense suona come un’occasione sprecata: ma del resto anche lo stesso protagonista non sembra aver alcun interesse nei suoi coinquilini e nella loro vicenda. Una vicenda  che si rivela anche tragica, ma gli stessi fantasmi ridono quando la scoprono, come a dire: “beh tutto qui?”.

E questa è la stessa domanda che si pone lo spettatore, dispiaciuto anche perché il personaggio di Elio Germano è davvero simpatico e interessante, e avremmo voluto saperne di più.
Così come avremmo voluto sapere di più sulle attività della badessa interpreta da Mauro Coruzzi/Platinette e avremmo voluto conoscere meglio le ragioni della perfida Livia Morosini, interpretata dall’89enne Anna Proclemer che tra l’altro esordì proprio come attrice teatrale a Roma durante la guerra.

Se vi interessano i film di case infestate ambientati a Roma vi consiglio di recuperare un film di Pietrangeli del lontano 1961, Fantasmi a Roma, che vanta effetti speciali che tutt’ora non sfigurano e dei simpaticissimi fantasmi interpretati da Mastroianni, Gassman e Milo.

VOTO: 6-