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mercoledì 28 agosto 2013

Chi è Stoker?

"Noi non siamo responsabili di ciò che diventiamo. Solo dopo averlo realizzato saremo liberi. E diventare adulti è essere liberi".


STOKER
di Park Chan-wook
USA, 2013
con Mia Wasikowska, MAtthew Goode, Nicole Kidman, Jackie Weaver, Alden Enreichreich, Dermot Mulroney


TRAMA
Al funerale di suo padre la solitaria e scontrosa adolescente India conosce uno zio di cui non conosceva nemmeno l'esistenza. Quest'ultimo si trasferisce a casa sua e seduce la madre. 
RECENSIONE
Uno dei film più attesi dal sottoscritto, grazie al cast (che comprende una delle mie attuali attrici preferite, Mia Wasikowska e l'attrice che preferivo una decina d'anni fa, Nicole Kidman) e a un accattivate trailer che faceva ben sperare. 
Ma a parte le affascinanti atmosfere il film ha ben poco da offrire. L'astuta regia di Park Chan-wook  riesce solo in parte a salvare la debole sceneggiatura di Wentworth Miller, l'attore di cui in questi giorni si è sentito parlare grazie al suo coming out e alla presa di posizione contro l'omofobo governo russo.
Il problema del film è quello di tratteggiare una storia e dei personaggi inverosimili e incoerenti nonostante le premesse assai interessanti. La protagonista, una ragazza in cui si nasconde il seme della follia, è interpretata da Mia Wasikowska, sempre bravissima ma oramai abbonata a film mediocri che passano inosservati.
L'elegante Matthew Goode è poco credibile nei panni del folle, ma abbastanza glaciale da infondere qualche brivido. Poi c'è lei, Nicole Kidman, credibile nei panni di una casalinga ricca e depressa.
Vi sono anche due piccole partecipazioni, decisamente sprecate: l'ottima Jackie Weaver (Il lato positivo) e l'emergente Alden Enreichreich (Tetro, Segreti di famiglia), dal comportamento difficilmente etichettabile al di fuori della voce "schizofrenico". 
Che il film voglia descrivere due protagonisti folli è accettabile, ma che pure i personaggi marginali si comportino in modo violento e incoerente è forse troppo.
Da promuovere pienamente ci sono solo le atmosfere, rese affascinanti grazie a un'azzeccata location e alle musiche di Clint Mansell, lo stesso de Il Cigno nero. Un importante contributo è fornito dal notevole lavoro al montaggio e alla fotografia: peccato che alla fine il tutto si risolva in un virtuosismo fine a se stesso, tra ridondanti rallenty e dettagli ricchi di simbolismi abusati e non necessari. 
VOTO: 6-

giovedì 22 agosto 2013

Monster University, una visione gradevole che rimane lontana dal film del 2001

MONSTER UNIVERSITY
di Dan Scanlon
USA, 2013
Genere: Animazione
Se ti piace guarda: Monsters & Co, Toy Story, Madagascar, Cars 2
DATA DI USCITA: 21 AGOSTO
TRAMA
Michael Wazowski studia per diventare uno spaventatore, ma la sua vita alla MU, Monster University, è più difficile di quanto si aspettasse.
RECENSIONE
Riuscire a raggiungere le vette toccate da Monsters & co, uno dei primi capolavori della Pixar, pareva una sfida impossibile, che del resto per una decina d'anni è stata accantonata.
Dopo dodici anni arriva così un prequel che ci mostra come i mitici Wazowski e Sullivan si sono conosciuti all'università per mostri. Ed è proprio quest'ambientazione a rappresentare il maggior punto di forza del film: il classico college americano popolato da ... mostri.
Finita però la parte introduttiva che ci presenta luoghi e personaggi (assai scialbi quelli nuovi) l'interesse del film va scemando: non vi è traccia della poesia, dell'originalità e del divertimento di Monsters & Co.
In poche parole mancano idee e perfino il messaggio fondamentale, ripetuto peraltro in modo ridondante, è il solito, abusato concetto del sogno americano secondo cui tutto è possibile se lo si desidera davvero.
Monsters university si rivela dunque un film simpatico, che tuttavia non riesce mai a essere né emozionante né davvero divertente a differenza di molti sequel, da L'era glaciale a Shrek, che venuta a meno l'originalità, hanno puntato tutto sull'umorismo.
Qui invece siamo di fronte a un film troppo trattenuto, che nulla ha dell'incanto del primo episodio. Dopo tanti anni avremmo preferito vedere Wazowski e Sullivan in altre circostanze.
 
VOTO: 6,5