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venerdì 26 febbraio 2016

Carol

CAROL
di Todd Haynes
USA, 2015
con Rooney Mara, Cate Blanchett, Sarah Paulson, Kyle Chandler
Genere: Dramma
Se ti piace guarda anche: Freeheld, Io e lei, Lontano dal paradiso, The Hours, Revolutionary Road


TRAMA
Una commessa si innamora di una ricca signora che le propone di compiere insieme un viaggio.
COMMENTO
Il regista Todd Haynes conosce bene gli anni ’50 e ne aveva già fatto prova con Lontano dal paradiso: anche in quel caso c’era una passione omossessuale che irrompeva nella conservatrice vita di una famiglia all’apparenza perfetta.
Carol, tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, si concentra sula nascita e lo sviluppo di una passione, decidendo purtroppo di non svelarne (tutte) le conseguenze. E l’andamento del film si adegua al sentimento: lento, indeciso, esageratamente languido, poi man mano che aumenta la tensione aumenta anche il ritmo. Il tocco è elegantissimo e tutto si riduce in fondo a una messa in scena estetizzante in cui spiccano le interpretazioni, basate tutte su sguardi e piccoli gesti delle due eccellenti protagoniste: una Rooney Mara incarnazione di quell’amore ingenuo e una Cate Blanchett ricca borghese viziata.
Ogni inquadratura è un’opera d’arte (applausi alla fotografia di Ed Lachman) ma paradossalmente, a un film che parla di una passione così bruciante e dirompente, manca proprio passione.

VOTO: 7+

martedì 23 febbraio 2016

The Danish Girl

THE DANISH GIRL
di Tom Hooper
Regno Unito, USA, Germania, 2015
con Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts, Ben Wishaw, Amber Heard
Genere: Dramma
 Se ti piace guarda anche: La teoria del tutto, Albert NobbsTurner, The Imitation Game, Transamerica


TRAMA
Einer è un pittore affermato che un giorno posa per la moglie pittrice in abiti femminili. Quel semplice, casuale gesto risveglierà in lui qualcosa che era sempre rimasto assopito: la sua identità femminile.

COMMENTO
Dopo i sopravvalutati Il discorso del re e Les Miserables Tom Hooper finalmente convince pienamente con un film tra l’altro rischiosissimo: The Danish girl è pienamente riuscito: impreziosito da una bellissima fotografia, ambientazioni azzeccate e due magnifici protagonisti, riesce anche a toccare il cuore dello spettatore.
Come accaduto un anno fa con The Imitation Game, siamo di fronte a un altro film storico biografico che altera notevolmente i fatti reali, ma, in questo caso, abbellendoli. Il nucleo della storia è comunque reale e reale è la storia di Lili Elbe e di sua moglie e del loro reciproco supporto, anche se il finale è completamente fittizio. Ma stiamo parlando di un film di finzione, non di un documentario.
E il film in questione pecca di schematismi e banalizzazioni, perfino di freddezza: in fondo il dramma interiore di Einer/Lili non è del tutto condiviso con lo spettatore che si deve accontentare di qualche pianto, sguardi allo specchio e vestiti desiderati e toccati. Ma forse non è un peccato così grave in un film che parla di pittori: ogni momento chiave del cammino di Lili è, in fondo, un bellissimo, silenziosissimo quadro da gustare con gli occhi.
 
E a quelli che liquideranno il film come patinato, banale, schematico e ruffiano si può rispondere che hanno ragione, eppure ciò non ne toglie la forza dirompente: ben venga che un argomento tanto delicato e spinoso sia edulcorato per renderlo accessibile a un grande pubblico e la storia personale di Lili sia trasformata in una grande storia d’amore in grado di farci commuovere e sognare. Ben venga che un tema tabù diventi argomento di una produzione hollywoodiana diretta da un premio Oscar e intrerpretata da un attore premio Oscar. E a proposito di statuette: se Eddie Redmayne dovesse vincere l’Oscar per il secondo anno consecutivo, nessuno potrebbe gridare allo scandalo.

Voto: 8