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sabato 31 dicembre 2011

The worst of...

Iniziamo lo spazio dedicato alle classifiche di fine anno col peggio dell’anno che sta per concludersi:



1. Bad teacher

2. Che bella giornata

3. Qualunquemente

4. Beastly

5. Amici, amanti e ..

6. Anonymous

7. Immaturi

8. Ruggine

9. Come ammazzare il capo e vivere felici

10. Mia moglie per finta

Bad teacher è il peggior film che ho visto quest’anno, seguito da due commedie italiane di grandissimo successo .

E dopo avervi mostrato il peggio, non mi rimane che augurarvi il meglio per questo 2012!

giovedì 29 dicembre 2011

L'eclisse (dei sentimenti)

L'ECLISSE
DI MICHELANGELO ANTONIONI,
ITALIA, 1960
Genere: dramma esistenziale

Se ti piace guarda anche: L'avventura, Il Deserto Rosso, La notte

Vittoria (Monica Vitti) è una ragazza borghese annoiata e alienata che lascia il suo amante intellettuale e si lega, non senza molte esitazioni, a un agente di borsa, pragmatico e astuto, Piero (Alain Delon). Troppo diversi e presto entrambi se ne renderanno conto.

È “l’eclisse dei sentimenti”, l’impossibilità di incontro di due universi inconciliabili: da un lato la donna, sognante e idealista, e per questo scontante, e perfino “strana”, e dall’altra l’uomo pragmatico al quale interesse la sicurezza di un buon lavoro e di una relazione.



Scritto con Tonino Guerra, il film segue le gesta, spesso non molto legate dal rapporto causa-effetto, di questa splendida e lunatica donna.
Le donne sono più complicate e sensibili degli uomini? È questo ciò che vorrebbe dire Antonioni?

In effetti dichiarà lui stesso che “crede di conoscere meglio le donne degli uomini e attraverso la psicologia delle donne si può filtrare meglio la realtà. Esse sono più istintive, più sincere.”



Cosa vuol dire davvero questo film? Le interpretazioni sono state tante, perfino troppo. Forse Antonioni voleva solo prenderci in giro deliziandoci inseguendo con il suo amorevole sguardo la sua bellissima Monica Vitti. E poi c'è Delon, che con la Vitti forma una coppia davvero bellissima e indimenticabile.



Il film ricevette il premio della giuria al Festival di Cannes del 1962 ed entrava a far parte di quella trilogia, diventata poi tetralogia, che aveva già un sapore leggendario e sicuramente intellettual-chic.




Con un processo contrario, il film negli ultimi anni è stato rivalutato da alcuni  in modo negativo. Il Mereghetti, ad esempio lo giudica datato, manierato e autoretorico.



La canzone dei titoli è Eclisse twist, cantata da Mina su parole di Antonioni (che si firma Ammonio).



 








mercoledì 28 dicembre 2011

FILM PERSO n° 5: L'amore che resta (Restless)




(RESTLESS)

Di Gus Van Sant

USA, 2011-

Con Henry Hopper e Mia Wasikowska

Genere: Love story mortale


Se ti piace guarda anche: Belli e dannati, Paranoid Park
Incasso italiano: 124.000 euro
Perché recuperarlo: perché stiamo parlando di un film di Gus Van Sant, che in Italia (ma anche nel resto del mondo) ha ricevuto una distribuzione davvero indecente e come ogni film del regista, vale la pena di essere visto.





 Ennoch è un ragazzo che passa il tempo libero ai funerali, e proprio a uno di questi conosce Annabelle. Si conoscono in un luogo di morte e la morte li unisce: lui è stato morto per alcuni minuti, lei dopo tre mesi morirà.

Su queste premesse si fonda l’ultima fatica di Gus Van Sant, che torna nel suo Oregon e alle storie di adolescenti “strani”. Trasposizione di una pièce teatrale di Jason Lew, fortemente voluto da Ron Howard e la figlia Bryce Dallas Howard che l’hanno prodotto, il film è magnificamente musicato dal grande Danny Elfman e vanta due bellissime performance: quella di Henry Hopper e Mia Wasikowka. Il primo, figlio di Dennis, al quale assomiglia in modo impressionante, si rivela estremamente telegenico e talentuoso, la seconda, come al solito, è semplicemente straordinaria e continua a non sbagliare un colpo in una carriera sbalorditiva. 

A suo favore il film ha anche una meravigliosa fotografia di Harry Savides (Elephant, Somewhere, Zodiac) che avvolge i protagonisti e dona leggerezza, colore, romanticismo, poesia e armonia alle loro funeree avventure. Peccato che il film si soffermi più sulle atmosfere che sui fatti, e da un testo di origine teatrale era lecito aspettarsi una sceneggiatura più solida. Ma forse è quello che voleva Van Sant: un’opera meno strutturata e scritta di Milk che vinse l’Oscar proprio per la sceneggiatura, un piccolo film in cui valgono più gli sguardi, le musiche e i colori.

 
La critica non l’ha perdonato e il pubblico neppure: costato 8 milioni, ha incassato mezzo milione in tutto il mondo e in Italia 124.000 euro. Possibile che l’ultima opera dell’auotre di Belli e dannati, Will Hunting- Genio Ribelle e Scoprendo Forrester debba sopportare l’umiliazione di una simile distribuzione?

VOTO: 7,5 
 

lunedì 26 dicembre 2011

Film perso n°4: Corpo Celeste

CORPO CELESTE
DI ALICE ROHRWACHER
ITALIA, 2011
Commedia drammatica di formazione
con Yle Vianello, Anita Caprioli
Se ti piace guarda anche: Lourdes, Gomorra, i baci mai dati, Cosmonauta
Perché recuperarlo:  perché é stato molto apprezzato all'ultimo festival di Cannes e ha vinto un Nastro d'Argento come miglior regista esordiente, ma ha incassato una miseria

Marta (Yle Vianello) , sua sorella maggiore e sua madre (Anita Caprioli) tornano in Calabria dopo aver vissuto in Svizzera.

Marta ha anche l’età per fare la Cresima e si rende conto che la sua preparazione in catechismo non è all’altezza di quella dei suoi coetanei calabresi.
La vita della comunità in cui si ritrova questa famiglia di sole donne è fortemente influenzata dalla Chiesa, che detiene ogni tipo di potere: non solo quello religioso, ma anche quello politico, in quanto il prete obbliga i propri parrocchiani a votare un determinato partito,  e quello economico, come si può dedurre dal fatto che la famiglia di Marta paga l’affitto al prete..

Fantastica l’immagine del camioncino elettorale che accompagna la processione...
Alice Rohrwacher, sorella dell’attrice Alba, debutta come autrice con un film che tratta con sottigliezza un tema delicato e forte come quello dell’ingerenza del clero nella vita comune degli italiani. Senza essere particolarmente accusatorio o satirico, il film riesce a inserire con grande naturalezza temi molto pesanti, mostrando perfettamente come questioni che in altri contesti nazionali o culturali potrebbero sembrare assurdi in Italia si insinuano con estrema naturalezza nelle vite dei cittadini.


 
Il film ha avuto l’onore di essere presentato alla Quinzaine des realisateurs del Festival di Cannes, mostrando al pubblico internazionale per l’ennesima volta un’Italia povera, incolta e bigotta.

Ma così come c'è anche un’altra Italia, c'è anche  un’altra Marta: la ragazzina ci viene mostrata solo nel contesto domestico e parrocchiale, come se non esistessero la scuola e altri luoghi di formazione e crescita e questo è sicuramente uno dei più grandi limiti del film, incerto se attaccare o semplicemente registrare una realtà introiettata con sottomissione da molti italiani.

Così anche una delle scene finali, in cui un crocefisso, quasi rubato dall’ambizioso e speculatore prete, cade nel mare non ha nessun effetto scandaloso: le onde del mare lo cullano dolcemente, così come docilmente i parrocchiali accettano che la Chiesa detti le regole nella loro comunità, spesso stravolgendo la realtà.

A Messa, infatti, alcune donne pie faranno girare la calunnia secondo cui è stata Marta a far cadere appositamente il crocefisso.

Tra tutti i personaggi, quello che lascia più il segno è la catechista, che ingenuamente dedica la propria vita all’indottrinamento per vedersi umiliata da un vescovo dalle sembianze di Ratzinger che le ricorda, sprezzante ,che lei non ha alcun ruolo nella Chiesa.

La Chiesa come luogo di potere, menzogne e corruzione: temi importanti e coraggiosi, ma anche già visti e rivisti al cinema, che qui non sono supportati da una messa in scena particolarmente innovativa o interessante.

VOTO: 6,5

INCASSO TOTALE: 140.000 euro

 

Il cinepanettone vince a Natale, ma è doppiato da Sherlock Holmes negli incassi totali

Ecco i primi risultati del weekend natalizio ancora in corso:


1. Vacanze di Natale a Cortina, con 4,5 milioni totali

2. Sherlock Holmes con ben 7,5 milioni totali

3. Il Gatto con gli stivali con 5 milioni totali

4. Finalmente la felicità con appena 4 milioni totali

6- Le idi di marzo totalizza appena 1,2 totali dimostrando di essere troppo impegnativo

All’8° resiste Midnight in Paris che ha superato i 7 milioni totali

venerdì 23 dicembre 2011

Sherlock Holmes: tanta adrenalina e poco Conan Doyle

SHERLOCK HOLMES
GIOCO DI OMBRE
(SHERLOCK HOLMES-
GAME OF SHADOWS)
di Guy Ritchie
USA, 2011
Action
con Robert Downey Jr, Jude Law, Noomi Rapace, Rachel McAdams

Watson (Jude Law) finalmente si sposa e rinuncia definitivamente a collaborare con Sherlock Holmes (Robert Downey Jr) che però viene coinvolto in un affare molto importante con ripercussioni anche sul fido amico: Holmes si ritrova a dover sconfiggere da solo l’uomo più pericoloso d’Europa, pronto a far scoppiare una guerra mondiale. Grazie al nostro eroe, questo evento potrebbe essere rimandato di qualche decennio.

Senza l’effetto sorpresa del primo episodio, questo Sherlock Holmes antesignano di James Bond, tutto astuzie, arti marziali, inseguimenti ed esplosioni, mostra di avere il fiato corto a causa di una sceneggiatura che sacrifica la trama in nome dell’azione.
I siparietti tra Holmes e Watson non sono più così divertenti , anche se le trovate simpatiche non mancano.
Resta comunque un solido action movie, che potrebbe candidare Guy Ritchie alla regia del prossimo James Bond, e conferma il grande talento visivo del regista, che ci regala  Con sceneggiature migliori il regista potrebbe fare grandi cose.

VOTO: 6,5

mercoledì 21 dicembre 2011

Film perso n°3: Hanna

HANNA
di Joe Wright,
UK, Germania, USA
Action,
con Saoirse Ronan, Cate Blanchett, Eric Bana
Se ti piace guarda anche: Push, Amabili resti, Non lasciarmi

Perché recuperarlo? Perché è una botta di adrenalina, perché conferma che Joe Wright non è solo il regista degli adattamenti in costume con Keira Knitghley, perché Saoirse Ronan è un prodigio della natura e perché per rivedere Cate Blanchett dovremo aspettare fino al Natale 2012..


Hanna (Saoirse Ronan) è una ragazzina cresciuta nelle fredde foreste del Nord Europa, sola col padre (Eric Bana): non ha mai visto nessun altro, ma ha ricevuto un’educazione e un allenamento fisico straordinari. Un giorno arriva il momento di abbandonare questa vita per affrontare il mondo reale e le strade dei due dovranno dividersi, ma di certo Hanna non è una ragazzina che non sa badare a se stessa.

Pare che ci siano i servizi segreti tedeschi molto interessati a ritrovarla e la perfida agente (Cate Blanchett) è disposta a tutto.


Joe Wright è un regista di indubbio talento, capace di sorprendere ad ogni prova e suo agio nei drammoni in costume come nell’action tutto modernità e musica elettronica, negli adattamenti di classici letterari come in sceneggiature originali.

Dopo il folgorante debutto di Orgoglio e pregiudizio e la consacrazione di Espiazione che l’ha portato a un posso dall’Oscar, Wright ha cambiato direzione con Il solista, storia di un’amicizia virile ambientata nell’America di oggi con Robert Downey Jr e Jamie Foxx: il film se l’è cavata negli Usa, ma da noi non l’ha notato nessuno. Peccato che lo stesso valga anche per questo Hanna, un ottimo action costruito intorno alla figura di questa ragazzina davvero tosta. Formidabile è pure Saoirse Ronan, rivelazione di Wright in Espiazione, grazie al quale ricevette la nomination all’Oscar a 13 anni.  Oggi, a soli 17 anni la ragazza vanta già due film da protagonista (l’altro era di Peter Jackson, Amabili resti) e anche in questa pellicola si conferma attrice eccellente.

Al suo fianco, nel ruolo minore di perfida nemica, una Cate Blanchett per una volta nei panni di un personaggio spregevole che però non lascia il segno come le sue precedenti incarnazioni cinematografiche. Nonostante qualche buco di sceneggiatura, il film scivola via velocissimo, grazie a un ritmo serrato, un’adrenalica e pazzesca colonna sonora e un montaggio e una fotografia accattivanti.

voto: 7,5

BOX OFFICE:
410.000 euro in Italia,

41 milioni in USA

Le idi di marzo: un film audace nei contenuti ma trattenuto nella forma

LE IDI DI MARZO
(THE IDES OF MARCH)

Di George Clooney

USA, 2011

Dramma politico

Con Ryan Gosling, George Clooney, Evan Rachel Wood, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Max Minghella e Marisa Tomei

Se ti piace guarda anche: Il Candidato, Leone per agnelli, Syriana, Taxi Driver


Candidato a 4 Golden Globes, tra cui miglior dramma, miglior regista e miglior attore protagonista


Il rampante e brillante addetto stampa Steven (Ryan Gosling) è al servizio, al fianco di Paul (Philip Seymour Hoffman) del candidato democratico Morris (George Clooney), ma viene corteggiato dal rivale Tom (Paul Giamatti) e sedotto dalla stagista minorenne Molly (Evan Rachel Wood): due imperdonabili errori che..faranno decollare la sua carriera.


È la solita storia su quanto sia corrotta la politica, e su quanto siano corrotti o corruttibili anche i più idealisti e all’apparenza integerrimi personaggi che ne fanno parte.

Eppure è una storia sempre attuale, attualissima, soprattutto in un momento di gravissima crisi come questo. Il succo è che ogni politico, anche quello che appare migliore, ha cadaveri nell’armadio, e che nessuno, ma proprio nessun presidente o aspirante tale sappia resistere al fascino di una stagista e/o di una minorenne..Senza parlare delle frecciate alla stampa (impersonata dalla figura viscida della giornalista del Times di Marisa Tomei) e di tutti i suoi meccanismi, altrettanto loschi e immorali.

La disillusione di Clooney, il quale si impegnò in prima persona a sostenere Obama, sembra insomma immensa e la sua tesi pare sostenere che non si possa davvero trovare onestà in un ambiente pieno di squali.

Questa sua opinione è messa in scena nel più classico dei modi, nel perfetto stile hollywoodiano al quale Clooney ci ha abituato nelle sue prove da regista, sempre ammirevoli per l’impegno politico e anche per la capacità di riunire cast stellari e allestire grandi set con mezzi a dir poco esigui (appena 12 milioni il budget di quest’ultima opera che raggruppa premi oscar e due degli attori emergenti più in voga). Ma se si cerca audacia nelle scelte narrative o tecniche allora bisogna guardare altrove, perché il Clooney regista è fedelissimo al cinema classico hollywoodiano che tanto ama e che rende i suoi film atemporali, degli instant classics adatti a un pubblico di 40 anni fa come a quello attuale, il che per certi versi può essere un pregio, ma personalmente considero un peccato non volersi confrontare con più innovative tecniche espressive.

Lode comunque all’impegno e al coraggio di Clooney regista, produttore, sceneggiatore (assieme al Grant Heslov regista di L’uomo che fissa le capre e Beau Willimon che adatta il proprio lavoro teatrale) e attore (in un un ruolo peraltro scomodissimo).

Suggerisco di ripescare a questo punto due film con Robert Redford: Il Candidato per quanto riguarda il lato “marcio” della politica, e Leoni per agnelli per assistere alla messa in scena della passione per la politica.

 
E voi quale Clooney preferite? L’attore o il regista?

VOTO: 7-



martedì 20 dicembre 2011

Film perso n°2: Easy A

EASY GIRL
(EASY A)
di Will Gluck, USA 2010
Commedia
con Emma Stone, Amanda Bynes, Penn Bagdley, Patricia Clarkson, Stanley Tucci

Se ti piace guarda anche: Amici di letto, Mean Girls, Glee, La lettera scarlatta (preferibilmente quella di Sjostrom del '27 e non quella di Joffré del '95 con Demi Moore che si fa tanti bagni e neppure quella di Wim Wenders che non è per nulla riuscita)

Da recuperare perché: negli USA è stata, a ragione, la commedia rivelazione dell'anno, mentre in Italia è passata del tutto inosservata a causa di una distribuzione "tecnica".

Olive (Emma Stone) decide di raccontare davanti alla webcam le vicende che in poche settimane l’hanno resa la ragazza più chiacchierata della scuola.

L’intera scuola infatti la considera una grandissima sgualdrina mentre in realtà la ragazza è ancora vergine.

Tutto comincia con una bugia detta a un’amica, poi questa intima confessione si sparge in tutto l’istituto e molti sfigati la pagano per dire in giro che l’hanno fatto con lei. Olive, che non sa negare un po’ d’aiuto ai bisognosi, accetta, finché non è considerata da tutti la meretrice della scuola. Uso questo termine biblico proprio perché tra le sue più acerrime nemiche si ritrova un’ultra cattolica invasata che crede nel sesso dopo il matrimonio e che si sforza invano di accettare le sgualdrine e i gay. Per fortuna che il principe azzurro (Penn Bagdley) è alla porta sotto il costume da marmotta, o il cappello da aragosta!
La A del titolo originale si riferisce alla A che l’indimenitcata protagonista del capolavoro La Lettera Scarlatta portava sempre cucita al petto, come dimostrazione pubblico del suo peccato, l’adulterio. (Io amai moltissimo questo romanzo e mi ricordo che nella mia recensione del film con Demi Moore scrissi le stesse cose dette qui!)



La nostra Olive (che è l’acronimo di “I love”), decide anche lei di indossare questa “A”, sebbene non sia adulterina ma bugiarda..

 Il giovane Will Gluck quest’anno si è imposto come una delle più interessanti novità nel panorama della commedia hollywoodiana, alla quale ha portato una ventata di freschezza e soprattutto di qualità grazie a due commedie, questa Easy A e Amici di letto, che sono davvero deliziose.

Si ride di gusto e si ride col cervello. La sceneggiatura di Bert V. Royal è ottima, ma non mancano anche trovate registiche e drammatiche simpatiche, nonché una spietata analisi dei rapporti umani, senza dimenticare riflessioni sociologiche e frammenti meta cinematografici (qui si parla delle commedie giovanilistiche degli anni ’80, nel secondo delle storie d’amore al cinema o in Tv).

Questo Easy A, ha inoltre il merito di rivelare al grande pubblico Emma Stone, concentrato scottante di talento e bellezza, nominata al Golden Globe. Al suo fianco, tanti bravi comprimari, come Stanley Tucci e Patricia Clarkson, esilaranti nei panni di due genitori completamente fuori di testa, Pen Bagdley di Gossip girl, descamisado in metà delle scene e vestito in maniera ultra comica nell'altra metà delle sue apparizioni (Diavolo Blu, Marmotta, Uomo Aragosta), l’ Amanda Bynes di Hairspray perfetta nella diabolica bigotta, Lisa Kudrow di Friends labile psicologa scolastica e perfino Malcom MacDowell nei panni del preside.

Una sorpresa piacevolissima che ha imposto due nuovi talenti, capace di incassare la bellezza di 60 milioni negli USA e ricevere ottime recensioni.

In Italia? Uscita a marzo in qualcosa come 13 copie, per quella che viene definita una “uscita tecnica”, ha incassato 37.000 euro, ovvero quanto Natale a non so dove incasserà più meno in un’ora, proprio adesso mentre state leggendo.

Già, da noi non si può ridere con la testa, ma solo “di pancia”, per non dire altro.

BATTUTE CULT:

La lettera scarlatta, ma non la versione con Demi Moore in cui tenta un falso accento inglese e si fa un sacco di bagni..(Olive)

Ti vogliamo bene, non importa quale sia l’orientamento sessuale del tuo partner sessuale di sesso opposto. (madre di Olive)

Dove trovo la Bibbia?

Nei bestseller, accanto a Twilight (Olive e un libraio).

VOTO: 7-





lunedì 19 dicembre 2011

Dio esiste: i cinepanettoni floppano nel weekend d'esordio!

So che è ancora troppo presto per festeggiare, anche perché questo genere andrà al meglio soprattutto nel lungo weekend dal 23 al 26, ma se il buongiorno si vede dal mattino, i dati del debutto degli ultimi due cinepanettoni italiani fanno ben sperare.


Neri Parenti e Pieraccioni sono stati infatti doppiati dal Sherlock Holmes e il Gatto con gli stivali: quasi 4
milioni per Guy Ritchie, quasi 3 per il cartoon in 3D, e i due italiani praticamente in pareggio con 1, 6 milioni. Un abisso li separa dal film di George Clooney, appena 600.000, euro, più o meno come Woody Allen che però resiste benissimo.

Restando in tema dei cinepanettoni, il trailer di Vacanze di Natale a Cortina non l’ho ancora visto (meno pubblicità quest’anno?), quello di Pieraccioni purtroppo sì. E vorrei fare un'osservazione: nel trailer non vengono scelti gli spezzoni più accattivanti e le battute più divertenti, cioè quegli elementi che ti fanno decidere di andare al cinema?

Dunque devo dedurre che io dovrei decidere di andare al cinema perché mi sono sbellicato dalle risate con queste battutone?

1) -Lei che mestiere fa?


- Anche io sono musicista.


-Farmacista?

Caspita che ridere! un fraintendimento perché la signora non sente bene! Ha scambiato musicista con farmacista! Non ci posso credere! ma come si fa a scrivere battute così divertenti? Sto piangendo dal ridere!

Poi, vediamo due soccorritori che dicono che stanno trasportando in ambulanza anche il compagno del paziente, al che Pieraccioni fa :
2) - Ma che cazzo dici suo compagno? Sono un amico!

Caspita che risate! Mi sono proprio pisciato addosso, che genio della risata Pieraccioni! non riesco a smettere di ridere...

giovedì 15 dicembre 2011

Cronaca di un amore: il debutto di Antonioni

CRONACA DI UN AMORE
di Michelangelo Antonioni,
Italia, 1950
con Lucia Bosé & Massimo Girotti
Se ti piace guarda anche: Desiderio, Ossessione


Siamo a Milano, dove un ricco industriale vuole indagare sul passato della giovane moglie Paola (Lucia Bosé), sposata un anno prima. Tutto quello che sa è che la donna, ferrarese, si è trasferita a Milano nel 1943.
In questo modo il marito metterà in moto una catena di eventi che porterà la moglie a rimettersi con l’amante di gioventù Guido (Massimo Girotti) ma soprattutto lo porterà alla morte.

Slogan del film potrebbe essere insomma“la curiosità uccide”.

Il film inizia come una sorte d’indagine, poi si trasforma nella progettazione di un crimine, ma in fondo è soprattutto una storia d’amore.

Il film non fu esattamente un grande successo, ma sarebbe stato rivalutato di lì a poco.

In ogni caso lanciò Lucia Bosé, ex Miss Italia, che nello stesso fu protagonista di due film diventati poi storici.

Se dal punto di vista dei contenuti Cronaca di un amore è la trasposizione alto-borghese di Ossessione, dal punto di vista tecnico si osservano molte novità: i lunghi piani sequenza, l’attenzione agli ambienti (molte zone inedite di Milano, tra cui il Vermezzo e l’Idroscalo) e agli oggetti (il vestiario di Paola, frivolo e vuoto come la classe che rappresenta).

La colonna sonora di Giovanni Fusco, a sax e piano, fu premiata con il Nastro d’argento.

GLI ATTORI

Lucia Bosé. Nata nel 1931, commessa, poi Miss Italia, infine grande attrice del cinema italiano del dopoguerra. A lei presto dedicherò una monografia

Massimo Girotti. A lui ho già dedicato un’ampia monografia qui.