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sabato 31 ottobre 2015

SUBURRA

SUBURRA
di Stefano Sollima
Italia/Francia, 2015
con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Alessandro Borghi, Greta Scarano, Giulia Elettra Goretti
Genere: noir

Se ti piace guarda: Gomorra-la serie, Magnolia, True Detective

Un film ambizioso quello di Sollima, regista di ACAB e delle serie tv Romanzo criminale e Gomorra. Il crimine è il suo universo: lo scrive, descrive e rappresenta bene. Sa come fare un film di genere, anzi di più generi. E sa farsi circondare validi collaboratori (soprattutto alla fotografia e al montaggio). Vuole inoltre mirare a un pubblico internazionale, e la coproduzione francese gli porterà fortuna, ma il senso dell’operazione rimane ambigua e si ha l’impressione di assistere a un film troppo compiaciuto, chiuso su se stesso. La storia è quella corale, di personaggi all’apparenza slegati che man mano intrecciano le loro vite in un crescendo di crimini, corruzione e degrado morale in cui nessuno, ma proprio nessuno si può salvare: ci sono infatti spietati assassini, zingari mafiosi, politici corrotti e altri, tutti accomunati dalla totale mancanza di scrupoli e coscienza. Lo spettatore non ha nessuno con cui immedesimarsi e non gli rimane che sprofondare nella girandola di eventi. Ma tolta una Roma sempre bella e impassibile di fronte agli orrori umani di cui da millenni è silenziosa spettatrice, tolta la pioggia apocalittica, tolto il sempre bravo Elio Germano rimane solo un senso di nausea e il desiderio di dimenticare quanto si è appena visto.
VOTO: 5,5

giovedì 29 ottobre 2015

Lo stagista inaspettato

LO STAGISTA INASPETTATO
(THE INTERN)
di Nancy Meyers,
USA, 2015
con Robert De Niro, Anne Hathaway, Anders Holm, Adam DeVine, Rene Russo, 
Genere: commedia agrodolce

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Settantenne in pensione e vedovo cerca una ragione per vivere e capisce che solo il lavoro può dargliela: decide così di rispondere al curioso annuncio in cui si cercano stagisti over sessanta. Si ritrova così in una giovane azienda di moda affollata da under 30…

La sessantacinquenne Nency Meyers è nota per le commedie rivolte per lo più a un pubblico femminile (What women want) e negli ultimi anni ha portato sugli schermi attori e attrici over 65 importanti e spesso trascurati, come Jack Nicholson e Diane Keaton.
Questa volta abbiamo Robert De Niro, oramai felicemente (?) e definitivamente confinato alla commedia sentimentale, che affianca Anne Hathaway.
Che dire di Ne Niro? In tutto il film ripropone sempre la stessa espressione e sembra la parodia del vecchietto di Up. Sic transit gloria mundi. Non è stato difficile dunque per Anne Hathaway superare l’illustre collega e offrire l’interpretazione più convincente della pellicola. Il suo ruolo sembra la naturale e possibile evoluzione del personaggio che la portò al successo dieci anni fa, ovvero l’assistente de Il Diavolo veste Prada e nel corso del film ci sono diverse battute su una cliente, una certa Rachel, che sta per sposarsi: Rachel sta per sposarsi era il film (da noi ignorato, ma che consiglio di recuperare) che portò la Hathaway alla sua prima nominationa all’Oscar. Dopo l’Oscar e Insterstellar ci si aspettava forse di più da lei, ma in fondo ogni attrice americana coltiva il sogno di diventare la nuova Julia Roberts.

Arriviamo dunque alla sceneggiatura: la Meyers è brava a tratteggiare i personaggi e riesce nell’arduo compito di renderci simpatici tutti, perfino le comparse, mostrando sempre i lati migliori di tutti, senza mai schierarsi. E la va riconosciuto il merito di aver realizzato un’altra commedia sentimentale senza love story.
La trama però mescola fin troppi temi e in troppo tempo: due ore sono eccessive per una commedia sentimentale patinata made in Hollywood. Si parla di vecchiaia, di lavoro, di donne e giovani in carriera, di padri in paternità: praticamente quasi tutte le tematiche sociologicamente più studiate del momento.
Insomma, una commedia agrodolce ben confezionata che si lascia guardare volentieri senza lasciare troppi interrogativi.

VOTO: 6,5

mercoledì 21 ottobre 2015

Maze Runner: la fuga

MAZE RUNNER: LA FUGA 
(MAZE RUNNER: THE SCORCH TRIALS)
di Wes Ball
USA, 2015
con: Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Will Poulter, Patricia Clarkson, Thomas Brodie-Sangster
Genere: Azione, Fantascienza

Il sequel riprende dal punto esatto in cui era terminato l’altro, per cui dovrete avere una memoria di ferro per ricordarvi cosa succedeva un anno fa ai protagonisti oppure leggere la mia recensione qui. Per i più pigri: tanti ragazzi e una sola ragazza sono delle cavie rinchiuse in un labirinto dal quale non c’è via di uscita finché uno di loro, Thomas, non riuscirà ad aprire un varco, scatenando una guerra senza esclusioni di colpi. Nel sequel il nostro eroe è ancora animato da curiosità e ribellione e continua a lottare per scoprire la verità.


Se il precedente capitolo era il migliore dei film figli di Hunger Games, anche questo sequel non delude le aspettative di chi si aspetta un film d’intrattenimento e d’azione. Quest’ultima è garantita da un montaggio formidabile e una serie infinita di colpi di scena, inseguimenti e fughe: per una buona oretta il film mantiene altissima l’adrenalina e il coinvolgimento degli spettatori, peccato che la durata sfori le due ore e alla lunga le pecche, soprattutto di sceneggiatura, saltino a galla.
Il primo film della saga aveva infatti il suo punto di forza nell’unità spaziale, il labirinto. Il sequel vanta ottimi momenti nelle parti più claustrofobiche (e non mancano), poi però avanza per accumulo mischiando troppe ambientazioni ed elementi: zombie, metropoli post-apocalittiche, droghe, guerrieri del deserto che fanno tanto Mad Max… L’importante è non prenderlo troppo sul serio e affrontarlo per quello che è: un film d’azione e intrattenimento, coinvolgente e perfino divertente. E poi il sequel arriverà tra un altro anno, box office permettendo.

Voto: 6/7