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venerdì 13 novembre 2015

Tutto può accadere a Broadway

TUTTO PUÒ ACCADERE A BROADWAY
(SHE’S FUNNY THAT WAY)
Di Peter Bodganovich),
USA, 2014
Con Imogen Poots, Owen Wilson, Kathryn Hahn, Jennifer Aniston, Rhys Ifans, Will Frote, Debi Mazaar, Cybill Shepherd
Genere: Commedia
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Presentato con successo a Cannes nel 2014, arriva da noi solo ora, anticipato da recensioni strepitose, come quella di un noto critico che sentenzia: «Vi farà piangere dalle risate».
Ecco a dire il vero il film non suscita nemmeno una risata, non l’ha suscitata né a me né a nessun altro in sala, il che rende la recensione del suddetto critico del tutto fuorviante se non addirittura mendace. Ma in realtà è più preoccupante il fatto che una commedia non faccia ridere nemmeno un po’.
Eppure siamo di fronte a una commedia brillante che vorrebbe richiamare alcuni classici della screwball comedy che hanno fatto la fortuna di Hollywood decenni e decenni fa.
Bogdanovich ha cominciato a lavorare negli anni ’60 quando questo genere era ormai sul viale del tramonto. Suo il film Ma papà ti manda sola? Con Barbra Streisand e Ryan O’Neal. Poi nei successivi decenni il regista ha diretto sempre meno film, fino all’inaspettato ritorno dietro alla macchina da presa con questa pellicola che ricorda tantissimo Woody Allen: non solo New York, la psicanalisi, le citazioni cinefile, perfino la fotografia, i personaggi e le musiche sembrano uscire direttamente da un film del regista di Midnight in Paris, del quale tra l’altro condivide il protagonista.
A mancare sono però le battute che hanno fatto la fortuna dei film di Woody Allen.
Tutto può accadere a Broadway resta una commedia degli equivoci, molto hollywoodiana, perfino sofisticata, ben recitata, che però non lascia nessuna traccia e nessun momento di autentico divertimento. Peccato, perché a Hollywood manca da troppo tempo una buona commedia billante. Bogdanovich, che riesce comunque a trasmettere il suo amore per il genere, costella il film di citazioni e riferimenti, nonché di cameo gustosi, su tutti quello di Quentin Tarantino.

VOTO: 6,5

lunedì 9 novembre 2015

Mustang

MUSTANG
di Deniz Gamze Ergüven
Francia/Turchia, 2015
con Güneş Şensoy, Doğa Doğuşlu, Elit İşcan, Tuğba Sunguroğlu, İlayda Akdoğan
Genere: Commedia drammatica
Se ti piace guarda anche: Il giardino delle vergini suicide, La sposa turca, Sognando Beckham, 17 ragazze



5 sorelle adolescenti e orfane, una nonna e uno zio conservatori e interessati più alle apparenze che ai sentimenti delle ragazze che hanno allevato. Sullo sfondo una Turchia sperduta per la quale Istanbul è un miraggio lontano.
Il fattaccio è il seguente: l’ultimo giorno di scuola le ragazze giocano sulla spiaggia con dei ragazzi. Da quel momento saranno imprigionate in casa. Quando l’anno scolastico inizierà, niente più scuola. L’unico rimedio è il matrimonio, implacabile, per tutte.

Tutti l’hanno detto e lo ripeto anche io: siamo di fronte a una versione turca de Il giardino delle vergini suicide, è un dato di fatto. Alla regia una regista turca cresciuta in Francia e infatti il film ricorda molto lo stile dei film indipendenti francesi di qualità. Perché di qualità stiamo parlando: Mustang è un film scritto bene, recitato benissimo dalle fresche e spontanee protagoniste e benché non offra sostanzialmente grandi colpi di scena e sorprese si lascia guardare più che volentieri e si fa subito il tifo subito per la più battagliera delle ragazze, che è anche la più giovane. Un film insomma che riesce a infondere qualche speranza e a far riflettere: anche per questo merita una visione.
VOTO: 7+

giovedì 5 novembre 2015

The Lobster

THE LOBSTER
di Yorgos Lanthimos
Uk, Francia, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi,
2015
  

con Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, John C. Reilly
Genere: Commedia, Dramma, Grottesco, Fantascienza, Thriller

Se ti piace guarda anche: tutti i film che parlano d’amore

L’amore. Quanti film parlano d’amore? Quasi tutti. In quanti l’amore è il tema centrale? In moltissimi. L’amore desiderato, negato, finito, conquistato…
Ma cosa succede se l’amore si trasforma in un dovere civico regolato da leggi e ogni persona deve trovare un partner?
Cosa succede se il matrimonio, che in molte parti del mondo (soprattutto del terzo mondo e in Italia) è ancora negato ad alcune coppie, diventa un dovere per ogni cittadino? E attenzione perché non valgono i matrimoni di copertura: occorrono affinità comprovate ed è la comunità ad approvare e monitorare le unioni attraverso delle procedure e tempistiche ben stabilite.
E se qualcuno non trova l’anima gemella? Lo stato gli concede gentilmente 40 giorni in una struttura confortevole in cui poterla trovare, ma se non scoppia il colpo di fulmine, peggio per lui: verrà trasformato in un animale, ma a sua scelta. Molti scelgono il cane, per questo in giro ce ne sono tanti. Il protagonista del film, da poco divorziato, sceglie invece l’aragosta come eventuale soluzione finale: animale centenario, sempre fertile e di sangue blu. Ma destinato a morire bollito in pentola, gli fa notare un altro ospite della struttura.
Aggiungo che ci sono anche ribelli single che decidono di vivere da selvaggi nelle foreste e che vengono cacciati dagli ospiti della struttura, poi mi fermo perché il film, dopo queste premesse geniali, accumula tante altre trovate e colpi di scena spiazzanti alternando con abilissima e rarissima nonchalance scene di grande comicità e di grande violenza. Una commedia surreale nerissima, o un dramma grottesco e distopico illuminato da momenti di comicità che suscita un’infinità di riflessioni e domande e offre le migliori battute di un’intera annata cinematografica. Perché The Lobster, incredibile ma vero, è il film più divertente dell’anno, e allo stesso tempo il più nero, cupo e drammatico: un picco miracolo di scrittura, un viaggio staniante in un universo non troppo lontano dal nostro in cui il potere controlla anche l’unica cosa in cui dovremmo essere sempre liberi, ovvero l’amore. Perché nessuno può dirci quando e chi amare.

VOTO: 9