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sabato 6 novembre 2010

Deludente ritorno alla commedia per la coppia Ozon-Deneuve

POTICHE
di Francois Ozon
in cinema da ieri

1977, provincia francese. È proprio uno stronzo maschilista il Sig. Pujol (Fabrice Luchini), marito della svampita Suzanne (Catherine Deneuve), sposata per dirigerne l’azienda familiare e ringraziata a suon di corna e segregazione casalinga. Ma gli operai protestano e sequestrano il capo autoritario e conservatore, appoggiato dall’aria revoluzionaria che si respira nella città guidata dal sindaco comunista Babin (Gerard Depardieu). Complice un problema di salute, Pujol è costretto ad affidare il controllo dell’azienda alla moglie, che non solo si rivelerà migliore di lui, ma coinvolgerà anche i loro due figli, finora sempre tenuti alla larga dall’azienda. Perfino la segretaria (Karin Viard), nonché amante di Pujol, sostiene il nuovo capo. Ma non appena Pujol ritorna, il potere maschile tornerà a governare. Non finisce qui.


COMMENTO
Ozon si conferma artigiano attento e impeccabile in grado di conferire un' ottima confezione con ambientazioni e costumi curati nei minimi dettagli, ma ciò non basta a rendere convincente questa favola politica femminista. Così il ritorno alla commedia per il prolifico regista francese si rivela deludente, nonostante le premesse facessero sperare a qualcosa di simile al sorprendente 8 femmes (8 donne e un mistero, 2002): derivazione teatrale, stesse atmosfere e toni, e stessa Catherine Deneuve che anche allora aveva brillato in un numero musicale. Qui il risultato è ben lontano: non diverte, non sorprende, non coinvolge.  La provenienza teatrale diventa un limite, il ritmo è incerto e non si raggiunge mai un vero climax.  Una differenza positiva è invece la componente politica, con la quale Ozon mette in luce quanto la situazione degli anni '70 non fosse così diversa da quella attuale (crisi economica, invasione cinese dei mercati,..)
Di 8 femmes rimangono molte  citazioni: colori e toni strizzano l’occhio alla commedia classica hollywoodiana e alle fiabe colorate di Demy, omaggiato esplicitamente con una Deneuve alle prese con quegli ombrelli colorati che la resero famosa nel lontanissimo 1964 in Les parapluies de Cherbourg.
Simpatica la reunion della coppia Deneuve-Depardieu (l'ottava volta insieme) che però rimanda a nostalgie truffautiane.
E proprio la Deneuve è l’elemento migliore di questo film, ultimo tassello tutt’altro che fondamentale in una carriera straordinaria.

VOTO: 6,5

3 commenti:

  1. insomma, ozon è in caduta libera, già dopo quella ciofeca dell'angioletto...

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  2. D'accordo, non è all'altezza di "8 femmes" (né di Demy, se per questo), ma a me è lo stesso piaciuto parecchio! Sarà il modo in cui Ozon riesce sempre a parlare di cose serie con leggerezza, o gli attori, o le canzoni, ma l'ho trovato estremamente gradevole! ^^

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  3. caduta libera no, ma diciamo che non è al suo meglio!

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