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giovedì 20 ottobre 2016

Frantz

FRANTZ
di François Ozon,
Francia, 2016
Con Paula Beer e Pierre Niney
Genere: Dramma storico

Se ti piace guarda: Otto donne e un mistero, Nella casa, Giovane e bella, Il tempo che resta

François Ozon non sbaglia un colpo e ogni volta si reinventa dimostrandosi capace di padroneggiare il genere scelto. Commedia, musical, thriller, dramma: ci ha dato ottimi esempi in tutti questi generi.
Questa volta mira al dramma storico, guardando al melodramma del cinema che fu, e il risultato è ancora una volta sorprendente, confermandolo il regista più interessante del cinema francese.
Frantz è un film che trabocca di eleganza, non solo formale. A una suggestiva fotografia che mescola il bianco e nero ai colori (riservati alle scene emotivamente più intense) si aggiungono degli attori che si muovono con eleganza all’interno di inquadrature ben studiate seguendo un copione dal fascino dei tempi andati. Non a caso l’ispirazione è un melo di Ernst Lubitsch del 1932 di cui preferisco non svelarvi il titolo poiché troppo rivelatorio.
In Frantz il personaggio del titolo è l’ossessione dei protagonisti, ma appare solo in colorati flashback, poiché morto. La sua fidanzata vive con quelli che sarebbero diventati i suoi suoceri se la prima guerra mondiale non avesse ucciso l’adorato figlio unico Frantz. Recandosi quotidianamente alla tomba dell’amato, la ragazza vede uno straniero misterioso, venuto anche lui a deporre dei fiori…
Questo personaggio sconvolgerà le loro esistenze, ma non stiamo parlando di Teorema di Pasolini: qui è tutto più ambiguo, drammatico, elegante. C’è un’importante, seria riflessione sulla guerra e le colpe di una generazione. C’è un mistero che tiene desta l’attenzione dello spettatore e quando questo viene rivelato il film in qualche modo prende una piega inattesa, anche se non siamo dalle parti dei twist di Swimming pool o Nella casa. Tutto è più lineare, senza colpi di scena eccessivi, eppure è difficile rimanere delusi o indifferenti perfino davanti al finale aperto: la straordinaria prova d’attrice di Paula Beer, giustamente premiata con la Coppa Volpi all’ultima mostra di Venezia e l’intenso bianco e nero rimangono impressi, così come l’ottimismo che una tragica storia senza speranza riesce a trasmettere.

VOTO: 7,5

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