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domenica 28 novembre 2010

Un affascinante film di denuncia e di attualità con ottime potenzialità risucchiate da debolezze di scrittura.

                                Wall street: Money never sleeps
                                    (Wall street: il denaro non dorme mai)
                                           di Oliver Stone, 2010



L’ex broker Gordon Gekko esce dal carcere dopo aver scontato la pena per frode. Nessuno lo attende all’uscita perché sua figlia lo reputa responsabile della morte del fratello. La ragazza, affermata blogger, è felicemente fidanzata con Jake, giovane azionista che contatta Gekko per capire cosa c’è dietro alla cospirazione che ha portato al suicidio il suo amatissimo capo. Gekko non solo è terribilmente in gamba, ma è pure talmente ricco da poter trasformare il sogno ecologico di Jake in realtà. La fidanzata gli dice di lasciarlo perdere, ma lui persegue..

Raramente un sequel ha davvero ragione d’esistere come in questo caso: Oliver Stone riprende il personaggio che portò all’Oscar Michael Douglas nel film del 1987 che aveva come co-protagonista un giovane Charlie Sheen al quale qui concede un cameo, e lo pone di fronte alla nuova Wall Street, quella del crollo delle borse dell’anno scorso.

Dunque anche se il suo è un ritorno alla fiction pura dopo i biopic storico-politci W., World trade center e Alexander, Stone non perde di vista l’attualità sociale e politica, riuscendo a incastrare e sfruttare a perfezione il dramma del crollo delle borse per mettere in moto il suo dramma filmico, diventando così il capostipite di una serie di lungometraggi che sicuramente popoleranno i nostri cinema negli anni a venire. Il film gli da modo anche di illustrare, in modo molto interessante, la politica anti-ambientalistica che regna nelle sfere alte. Nonostante siano passati più di venti anni, Douglas riesce magnificamente a rimettersi negli scomodi panni del suo personaggio privo di scrupoli. Ancora più negativo questa volta appare il personaggio interpretato da Josh Brolin (sotto), che trova il suo alter ego nel quadro di Goya con Saturno che ingoia il figlio (a fianco). Ma il vero protagonista è il sempre più lanciato Shia Le Boeuf, notevole a intermittenza. Nei panni della sua fidanzata, Carey Mulligan, anche lei sempre più lanciata (dopo An Education) e più brava. A buoni interpreti Stone unisce un grande senso del ritmo, una bellissima colonna sonora (con alcune canzoni dei Talking Heads già presenti nel film del 1987) e un’ottima fotografia. Peccato che la sceneggiatura, dopo una prima parte decisamente riuscita, inciampa più volte in troppi colpi di scena e un finale da dimenticare.

VOTO: 7

2 commenti:

  1. il finale non è azzeccatissimo, anche se secondo me forse è una beffa, un finto happy ending per dirci che a uno come gekko alla fine va sempre tutto bene.

    per il resto mi è sembrato davvero notevole e, soprattutto, un film oggi davvero necessario

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  2. Sono contento (e sorpreso) che tu l'abbia trovato notevole e necessario, perchè tutte le recensioni cartacee apparse su quotidiani l'hanno bollato come inutile sequel e la media per le 11 maggiori testate italiane è di 2 misere stelline!

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