Sono, oltre che due dei miei registi preferiti, i due cineasti statunitensi più prolifici e anche quelli più anziani e rappresentano le due facce dell’America (del mondo?). Uno è l’incarnazione dell’epopea americana (e quella capitalistica), il duro alla conquista del West. L’altro è la faccia dell’East Coast, della classe intellettuale piena di paranoie e insicurezze.
Entrambi hanno deluso molti seguaci con le loro ultime due opere, ma chi sta reggendo meglio il peso del tempo che passa?
Indubbiamente Eastwood, che ha firmato tre dei suoi quattro migliori titoli negli anni 2000 (Million Dollar Baby, Mystic River e Gran Torino). Woody Allen si è dovuto accontentare di un unico ottimo titolo, Match Point, che però secondo alcuni è già un film poco riuscito. Senza contare che Clint ha superato la boa degli 80, mentre Allen ha alle spalle "solo" 75 primavere.
Allen in sua difesa ha molti più film e molti più generi (dalla commedia demenziale al dramma più cupo, dal giallo al musical..), ma confronto tra i due è possibile solo riferendosi all’ultimo decennio, visto che Eastwood si è messo a dirigere con regolarità solo dagli anni ‘2000, mentre Allen lo fa da 45 anni.
Per la precisione 46 film in 45 anni per Allen, 34 in 40 anni per Eastwood. Da registi.
41 film d’attore per il primo e 65 per il secondo.
Entrambi spesso compositori per i propri film (anche se Clint decisamente più spesso), Clint è sempre stato anche produttore delle proprie opere registiche, Allen mai. In cambio il vecchio Woody ha scritto tutti i suoi film e un’altra ventina di titoli.
E qui sta il nocciolo della questione. Il lavoro di Allen è doppio, perché a ritmo instancabile, ha scritto e diretto un film dopo l’altro negli ultimi 45 anni. Eastwood invece si è sempre limitato a dirigere. Spesso anche per commissione in qualche modo (Hereafter su invito di Spielberg, Invictus per insistenza di Freeman).
Non c’è dubbio dunque su quale tra i due sia il vero autore, nel senso odierno del termine, coniato negli anni ’50 dalla politique des auteurs dei Cahiers du cinéma. Ma se pensiamo ai grandi del cinema hollywoodiano, quasi mai sceneggiatore e regista hanno coinciso. Dunque in un’accezione più hollywoodiana e classica del termine, Eastwood può essere considerato un autore. Ovvero un regista che dona un’impronta personale nelle storie che racconta (e che dirige sempre dannatamente bene).
Nei loro ultimi due film, Eastwood e Allen si sono svenduti in nome del dio commercio: il primo l’ha fatto comunque con classe, il secondo con un film che di dignitoso ha davvero poco.
Per fortuna entrambi hanno dei progetti futuri che fanno ben sperare: nella stagione 2011/2012 Allen tornerà con una commedia romantica di ambientazione parigina dal cast invitante (a dire il vero lo era anche quello dell’ultimo), mentre Eastwood si confronterà con l’ambizioso progetto di una biofiction su Edgar J. Hoover con l’ormai onnipresente e onnipotente Di(o) Caprio.
C'è da dire che però il c.d. conservatorismo di Clint è messo a dura prova proprio da questo decennio. L'eutanasia di Million Dollar Baby, la feroce critica al sistema USA degli anni 30' in Changeling (film sottovalutato a mio parere), la destrutturazione del mito di Iwo Jima nel dittico... sono evoluzioni di non poco conto.
RispondiEliminaAllen è sempre Allen anche quando fallisce, l'ultimo film è a mio parere brutto ma è pur sempre un Allen. Match Point è bello, anche se in quel filone il capolavoro è Crimini & Misfatti, Basta che funzioni è divertentissimo e pungente.
Insomma i miei 2 registi preferiti :)