Visualizzazioni totali

mercoledì 18 febbraio 2009

Recensione di REVOLUTIONARY ROAD di Sam Mendes

Un film molto teatrale e un po’ retro sull’ipocrisia che si nasconde dietro alla bella facciata delle case middle-class americane. Siamo negli anni ’50, e i costumi e la luce giallina sono convenzioni che ci aiutano a capirlo. In fondo i temi sono attualissimi, ma il film avrebbe avuto molto più senso poco dopo la pubblicazione dell’omonimo romanzo di Yates. L’amore, la crisi di una coppia, l’adulterio, l’aborto, l’affermazione di sé, fanno capolino in una famiglia che si trasferisce a Revolutionary road, che dovrebbe portare ad un cambiamento radicale nel trasloco in Francia, ma la tanto sospirata rivoluzione francese non si compie e non rimane che soccombere. O meglio, a soccombere è l’unico personaggio al quale si rivela la tragedia di capire che tutto ciò che sembra la cosa migliore non è in realtà fonte della felicità. Non di tutti, per lo meno. Non a tutti basta una bella casa, un prato sempre verde e due bei figli per essere felici. April/Kate , attrice mancata, piena di sogni, non può accettare di diventare una casalinga disperata e non vuole un altro figlio. Il marito Frank /Leonardo invece è il ritratto del conformismo, a differenza di quanto poteva far sembrare la poca appropriata traduzione anni ’60 del titolo del romanzo: I non conformisti.
Di Caprio e Winslet si ritrovano una dozzina d’anni dopo il mitico Titanic che li trasformò in due dei più intelligenti e fortunati attori di Hollywood e anche questa volta confermano il loro talento. A dirigerli è il marito di lei, Sam Mendes che dà un tocco molto teatrale ed essenziale, ma privo di quel fascino che aveva il suo precedente American Beauty. Altro paragone alto ed immancabile è The Hours in cui Stephen Daldry nell’episodio con Julianne Moore moglie e mamma perfetta che non vuole il figlio che sta aspettando in una quarantina di minuti condensa molta più vita ed emozioni di quante Mendes riesca a sfiorare perfino nei momenti più drammatici.
VOTO: 7

Nessun commento:

Posta un commento