IL CONCERTO di Radu Mihaileanu
Andrei è un addetto alle pulizie nel teatro Bolshoj di Mosca dove prima era direttore d’orchestra. Leggendo per caso un fax in cui l’orchestra attuale viene invitata a Parigi, decide di rimettere insieme la sua vecchia orchestra per esibirsi a Parigi nel concerto che ha sempre aspettato. Ma non è solo una questione professionale: ogni personaggio ha anche altri motivi per recarsi a Parigi.
Se si accetta la completa inverosimiglianza che governa ogni azione (l’imbroglio che rende possibile il concerto ed il fatto che i musicisti riescano a suonare dopo trent’anni di inattività) il film può risultare gradevole, nonostante sia penalizzato da un doppiaggio davvero idiota.
Radu Mihaileanu, regista rumeno trapiantato in Francia, offre un ritratto davvero poco lusinghiero del popolo russo, per lui ancora uguale a trenta anni fa e ancora guidato da due uniche e grandi passioni: il comunismo e la vodka. Del resto, il politicamente scorretto e il paradosso non sono una novità per il regista che firmò Train de vie. Alla commedia della prima parte, girata in Russia, si contrappone un secondo tempo prima irriverente poi drammatico, perfino commovente. L’emozione però non viene da parole o azioni, bensì dalla musica. E non sono molti i film che riescono a coinvolgere con il semplice connubio immagini-musica. Il concerto finale, grazie anche ad un efficace montaggio, risolleva straordinariamente il film, facendogli toccare corde altissime che valgono da sole il prezzo del biglietto. Ad impreziosire la performance la deliziosa Mélanie Laurent, già protagonista delle scene più memorabili di Bastardi senza gloria. Dopo quest’altra notevole interpretazione, si può definitivamente affermare che è nata una stella.
VOTO: 7,5
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