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martedì 26 ottobre 2010

MASSIMO GIROTTI

MASSIMO GIROTTI

Il più grande attore italiano dopo Marcello Mastroianni, ingiustamente dimenticato.  Non è certo noto come Gassman, Tognazzi o Sordi che però si sono fatti amare dal pubblico grazie soprattutto a scelte commerciali. Girotti, dopo avver raggiunto grande popolarità come  re dei peplum, avviò una carriera di film d’autore che vanta tre capolavori come Ossessione, Cronaca di un amore e Teorema.
Poi ci fu una fugace apparizione in un altro classico del cinema come Ultimo tango a Parigi. In 60 anni di carriera Massimo Girotti ha lavorato con Antonioni, Blasetti, Comencini, De Sica, De Santis, Germi, Lattuada, Pietrangeli, Rossellini e Scola. Ovvero tutti registi che hanno fatto la storia del cinema italiano e di cui parlerò su questo blog.
Perdutosi poi in piccole parti nel cinema di genere degli anni '70 e '80, Massimo è risorto nei decenni successivi grazie a piccole partecipazioni in film d'autore come Interno berlinese di Liliana Cavani e Il mostro di Benigni. Ma è stato Ozpetek a dargli un ruolo finalmente importante ne La finestra di fronte. Purtroppo Massimo muore in seguito a un arresto cardiaco prima che si possa godere il successo di critica e di pubblico del film.
Ecco di seguito una carrellata dei suoi titoli più importanti.

1941 La corona di ferro – Blasetti
1942 Un pilota ritorna - Rossellini
1943 Ossessione- Visconti
1946 In nome della legge - Germi
1946 Desiderio – Rossellini e Pagliero
1950 Cronaca di un amore - Antonioni
1954 Senso - Visconti
1968 Teorema – Pasolini
1994  Il Mostro - Benigni
2003 La finestra di fronte – Ozpetek

BIO/FILMOGRAFIA
Nato a Mogliano, provincia di Macerata, il 18 maggio 1918, Massimo Girotti è stato studente della facoltà di giurisprudenza e pallanuotista che sfiorò la Serie A nel '35 giocando come portiere.
Arrivò al cinema dopo molto teatro in compagnie minori: fu Mario Soldati, il primo ad offrirgli un piccolo ruolo in Dora Nelson, film del 1939.
Il successo arrivò, clamoroso, nel '41 grazie al film “di regime” La corona di ferro di Blasetti che ne fece in un lampo il maggior sex symbol italiano. Rossellini un anno più tardi lo trasformò in un valoroso eroe di guerra in Un pilota ritorna, altro film che esprimeva ideali fascisti.















Poi venne Visconti e Girotti entrò definitivamente nel mito grazie a due capolavori: fu infatti protagonista di Ossessione e personaggio secondario in Senso. Continuò a recitare in peplum che ne esaltavano la prestanza fisica (Spartacus, 1953) e film di grande successo popolare (come Fabiola, maggior incasso della stagione 1948/49), ma alternò queste scelte commerciali a ruoli sempre più impegnativi. Fra questi In nome della legge, grazie al quale vince il Nastro D’Argento del 1949 come migliore attore protagonista.
Segue poi Cronaca di un amore, debutto di Antonioni, nonché altra pietra miliare della storia del cinema. Nel film interpreta un personaggio molto simile a quello di Ossessione, come del resto era già accaduto per Desiderio (1946).
 

Diventa poi l’attore feticcio di De Santis: Caccia tragica, Roma ore 11, Un marito per Anna Zaccheo.
In teatro fu diretto da grandi registi del calibro di Zeffirelli e Blasetti, mentre in tv recitò in sceneggiati di enorme successo come nel, in Cime tempestose (1956) e I promessi sposi, del 1967, dove fu Fra' Cristoforo. Poi venne l’incontro con un altro regista scomodo e geniale del nostro cinema: Pasolini, che lo volle come co-protagonista di Teorema. A parte Pasolini (con Medea) e Visconti (che con L’innocente terminava la sua carriera iniziata proprio da Ossessione), gli anni ’70 non gli presentarono molte soddisfazioni.
Un’ottima occasione fu quella di Passione d’amore di Ettore Scola, grazie al quale vinse il Nastro d'Argento nel 1981.
Poi il vuoto, salvo piccole partecipazioni a film d’autore come Interno berlinese di Liliana Cavani (1985) e Il mostro di Benigni (1994).


Una decina d’anni più tardi Ozpetek si ricorda di lui e ne fa il personaggio chiave del suo film di maggior successo, La finestra di fronte (sotto il regista insieme a Massimo e Giovanna Mezzogiorno). Nei panni di un anziano pasticcere omosessuale che ricorda con amarezza il suo comportamento durante la guerra Girotti vince un David di Donatello postumo. Infatti un infarto lo stronca il 5 gennaio 2003, due mesi prima dell'uscita del film. Nemmeno questa vicenda servì molto a riportare in auge la sua figura, apprezzata dagli appassionati di cinema ma sconosciuta ai più.


La vita privata

Schivo e riservato, rifiutò qualsiasi mondanità, vivendo sempre lontano dai riflettori. Si sposò negli anni ’40 e rimase vedovo ancora giovane, con due figli: Alessio e Arabella.

L’impegno politico

All'indomani della liberazione di Roma, fece parte di un gruppo di intellettuali, tra cui Giuseppe De Santis e lo sceneggiatore Gianni Puccini, che si occupò del futuro e della riorganizzazione del cinema italiano. In seguito non mancò mai di firmare gli appelli al voto a favore del P.C.I. in ogni consultazione, esprimendo spesso  anche  opinioni ciritiche e personali.

1 commento:

  1. bravissimo!
    un grande tributo ad un grande personaggio, post da conservare.
    ciao

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