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martedì 6 settembre 2011

Un'estate che brucia di disastro


UN ÉTÉ BRULANT 
di Philippe Garrel,
Francia/Italia/Svizzera, 2011
Al cinema da Novembre

Frédéric (Louis Garrel) è un bel ragazzo, ricchissimo, che per hobby fa il pittore e confida fin da subito all’amico squattrinato (Jérome Robart) che lui non sa stare senza una donna. Quando la bella moglie Angèle (Monica Bellucci), aspirante attrice, lo tradisce, per lui nulla ha più senso.

Peccato che non venga spiegato perché non riesca a stare da solo o semplicemente perché non ricominci con un’altra donna. Fa da contraltare la storia del suo amico povero e d’idee rivoluzionario che sopravvive facendo la comparsa e vive grazie a una relazione non troppo entusiasmante, ma stabile. Quasi a dire che i poveri trovano sempre un modo per essere felici..Non mancano commenti di carattere politico di una banalità sconcertante, come del resto tutti gli stridenti dialoghi pronunciati dai personaggi.

Philippe Garrel è un autore sorto quando la Nouvelle Vague tramontava e lì sembra essersi fermato. Ma vi manca quella vitalità, audacia e originalità. La fotografia è degna di un fiction televisiva della peggior specie, la sceneggiatura scritta a sei mani è completamente insignificante. Se c’è qualche spiraglio di luce è nella recitazione del sempre ottimo Louis Garrel, figlio del regista, finora interprete di film sempre interessanti e inediti in Italia (l’ultimo uscito nei nostri cinema è stato The Dreamers di Bertolucci ben otto anni fa). Alla Bellucci sono affidate molte scene madri altamente drammatiche di cui menziono solo la prima: dopo aver visto un ratto nell’armadio, la povera donna urla e piange disperatamente per un interminabile minuto, manco le avessero segato un braccio.

Impossibile empatizzare con i personaggi senz’anima di un film che non sembra avere alcuna motivazione. Sei anni dopo la vittoria del Leone d’argento con Les amants reguliersfa Garrel torna in Laguna con un film fallimentare sotto ogni aspetto, in cui dirige il figlio e il padre e strizza l’occhio a Le Mépris (Il disprezzo) di Godard per tonalità cromatiche, ambientazione italiana nel mondo del cinema, tematica della crisi di coppia, e quel nudo iniziale della Bardot riproposto dalla Bellucci. Per la cronaca: è dopo i titoli di testa, è completamente gratuito, ma non è per nulla scandaloso.

VOTO: 4
 

2 commenti:

  1. Non avendo visto neanche The Dreamers (ma provvederò al più presto) non so proprio cosa dire di questo regista, che prometteva anche bene, ma invece...ecco la fiction.
    Beh dai, almeno c'è la Bellucci che si spaventa per un topo nell'armadio, forse l'unico scena che ti ha colpito a quanto pare.
    Speriamo che salti fuori qualcosa di buono da Venezia! ;)

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  2. @ Barbara: The Dreamers è di Bertolucci! A Venezia finora sono passati davvero tanti film buoni, a parte questo!:)

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