Visualizzazioni totali

giovedì 8 settembre 2011

Ruggine: un talento sprecato

RUGGINE
di Daniele Gaglianone,
ITALIA, 2011
con Filippo Timi, Valerio Mastandrea, Valeria Solarino, Stefano Accorsi

Ora nelle sale italiane

Le immagini di una fatidica estate di tre bambini di un quartiere popolare del Sud Italia si alternano a quelle di un frammento di una loro giornata da adulti: in un ossessivo susseguirsi di alternarsi di piani temporali, ripetizioni, silenzi, inquadrature di ogni tipo si arriva infine a scoprire il loro dramma, l’esperienza che li accomunò da piccoli e che li ha resi gli adulti che sono: un terribile fatto di cronaca nera.
I tre adulti sono Accorsi, Mastandrea e Solarino, tutti bravi ma superati dalle prove dei bambini non professionisti e da un gigionesco e grottesco Timi nei panni di un maniaco omicida e pedofilo.

Il film di Gaglionone è stato inserito nella categoria più appropriata, quella degli autori: benché esordiente, dimostra di avere la stoffa del cineasta e per tutto il film non fa altro che dimostrarlo, finendo per risultare ridondante e peccando di presunzione.

Interessante e accuratissimo dal punto di vista visivo e ancora di più da quello sonoro, il film è debolissimo nella struttura narrativa e nella scrittura, nonché nella caratterizzazione dei personaggi, a dir poco semplicistica, e i dialoghi, a tratti imbarazzanti. Per non parlare della durata, decisamente eccessiva per quello che sembra più un video-arte che un film per cinema. E così si salvano davvero poche scene e si apprezzano solo gli ultimi venti minuti, preceduti da un’ora e mezzo interminabile in cui si poteva togliere innanzitutto l’intero l’insopportabile personaggio di Accorsi, che si limita a giocare col figlio nella stanza da letto. Anche la scena con Mastandrea, appare irritante e gratuita.

Insomma il film racconta una storia diversa e lo fa con mezzi originali, ma annega nella propria audacia e sovrabbondanza, commettendo un errore tipico di molti esordienti desiderosi di dimostrare subito tutto il loro talento, finendo per prediligere la forma alla sostanza. Gaglionone non è esordiente, anche se è al primo film completamente di fiction e con attori professionisti.

Uno sterile esercizio di stile fine a se stesso, in cui l’avvincente storia finisce per passare in secondo piano.

VOTO: 5



Nessun commento:

Posta un commento