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martedì 10 marzo 2009

Recensione di IL DUBBIO di John Patrick Shanley

Siamo negli anni ’60, poco dopo l’assassinio di Kennedy e nell’aria (nel vento) si respira un palpabile pessimismo. Un bambino nero arriva in un istituto scolastico e la sua presenza non sembra scatenare particolari reazioni, finché non succede qualcosa che cambierà le cose. Ma non sarà un gesto di intolleranza, anzi. A causare il pandemonio sarà la troppa tolleranza di un prete, che verrà accusato di pedofilia (senza mai pronunciare la parola) dalla sospettosa direttrice ultra conservatrice. La scontrosa direttrice, interpreta dalla sempre eccellente Meryl Streep risulta antipatica e troppo bigotta fin dall’inizio, ma se a pensare male ci si beccasse sempre, come diceva Andreotti?! E il giovane e moderno prete (il sempre lodevole Philip Seymour Hoffmann), che sembra avere sempre una giustificazione pronta potrebbe mai essersi macchiato di una colpa del genere? La risposta non arriva mai. La suora accusatrice (la rivelazione Amy Adams, già cinguettante protagonista di Come d’incanto) troverà le sue certezze, ma proprio la sicurissima direttrice le perderà. Spiazzante la risposta della madre del ragazzo nero, disposta ad accettare che il figlio venga abusato dal prete se questo è quello che vuole. Tutti hanno le loro buone ragioni e lo spettatore non sa davvero da che parte schierarsi. Meglio dunque dubitare o credere? Il dubbio rimane anche a film terminato. Senza cambi di costume ed effetti speciali il regista è riuscito a dare vita ad un film gelidamente perfetto nella messa in scena, nella fotografia, nella musica, nelle interpretazioni. Non c’è nulla fuori posto, sembra uno spettacolo teatrale calato nelle ambientazioni che si erano sempre immaginate, quel suo spettacolo teatrale che finalmente ha portato sugli schermi. Ma che non vincesse l’Oscar era scontato..Oggi siamo negli anni 2000, poco dopo l’elezione del primo presidente nero e nell’aria si respira un palpabile ottimismo. Un ottimismo che però finisce con la vittoria elettorale di un presidente nero e lascia il posto ad un doloroso pessimismo per ciò che riguarda il versante economico. Per questo Il dubbio non poteva essere candidato all’Oscar come miglior film dell’anno e si è preferito non premiarlo in nessun delle 5 candidature ricevute. In un tempo in cui le certezze mancano non si poteva di certo accreditare un film simile, cinico e sospettoso. Ci voleva un messaggio di speranza e di fiducia, che solo The Millionaire poteva dare.
VOTO: 8

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