C’è chi ha detto che questo terzo capitolo della saga di Twilight sia migliore dei precedenti e chi ha detto che invece è peggiore.
A mio avviso è nettamente peggiore dal punto di vista della sceneggiatura e delle interpretazioni, ma devo riconoscere la grandissima audacia del prodotto e una regia un pelino più scaltra. Infatti gli autori sono stati in grado di realizzare un terzo episodio (perfino assai lungo) senza procedere minimamente nell’evoluzione della trama. Chapeau quindi ai produttori, sceneggiatori e scrittrice (Stephanie Mayer) che hanno saputo spremere con una sfacciataggine incredibile il successo dei precedenti episodi. Di norma in ogni sequel succede qualcosa che dia motivo di fare un altro film. Qui invece non succede assolutamente nulla: il secondo episodio si concludeva con Bella innamorata da Edward ma pericolosamente attratta da Jacob. Due ore in più e nulla è cambiato. In mezzo nessun sconvolgimento, nessun tradimento o altro. I tre personaggi sono allo stesso punto del precedente episodio, ovvero i due ragazzi in balia di questa ragazza che non sa bene se passare il resto della propria vita con un vampiro o con un licantropo. Del resto come darle torto?
A far procedere la trama è una storiella parallela insignificante: una vampira vuole vendicarsi di Bella e per far ciò convoca una schiera di vampiri minacciosi. Naturalmente l’eroina non muore, ma il timore del resto non è passato nemmeno un attimo per la testa degli spettatori (altrimenti nei prossimi episodi che farebbero i due maschietti?).
Questa pochezza di scrittura (in questo caso derivata addirittura da un libro) finisce così per intaccare anche gli interpreti: se infatti il primo episodio si contraddistingueva per la discreta prima parte poggiata tutta sulle spalle di una promettente Kirsten Bell, nei successivi episodi l’attrice si trova alle prese con un personaggio sempre meno interessante. Come non citare poi almeno qualcuno dei momenti comici di questa pellicola, come quando Edward, di fronte a Jacob a torso nudo per l’ennesima volta chiede: - Ma non ha una camicia?-
O ancora Jacob, naturalmente a petto nudo che dice che nel suo corpo c’è sangue e carne.
Ma forse il film avrebbe bisogno di più scene di questo tipo, per alleggerire i toni.
Invece no: due ore che si prendono troppo sul serio, senza mai emozionare.
Poi per carità, gli intenti pedagogici di questa saga sono lampanti: creare una nuova coppia alla Romeo e Giulietta, la storia di un amore impossibile venato di toni e musiche dark (si fa poi per dire). E soprattutto insegnare che per far sesso occorre aspettare, perché il sesso cambia tutto. Fin qua si può anche essere d’accordo. Ma obbligare la povera Bella a fare sesso solo dopo il matrimonio per evitare terribili pericoli è un insegnamento prettamente religioso.
VOTO : 5+
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