OSSESSIONE
TRAMA
E' una trasposizione abbastanza libera del romanzo breve Il postino suona sempre due volte (The Postman Always Rings Twice) di James Cain, scrittore americano che l'anno seguente avrebbe ricevuto un altro memorabile adattamento, ovvero La Fiamma del peccato (Double Idemnity) di Billy Wilder.
Nel '39 un regista francese ne aveva già tratto un film è non è impossibile che Visconti abbia visto questa versione.
Clara Calamai interpreta Giovanna, una donna sposata che si innamora di uno straniero di passaggio nella loro locanda. Chiederà al giovane (Massimo Girotti), un vagabondo, di aiutarla a liberarsi del marito, molto più vecchio di lei.
Escogitano un incidente stradale. Si pentiranno (lui), si ritroveranno, lei morirà e lui sarà arrestato. Pessimista, crudo, violento ed erotico per i tempi che già nei primi minuti getta le basi del Neorealismo, mostrando con lentezza l'arrivo del giovane Gino alla locanda.
COMMENTO
Film decisamente francese che avrebbe gettato le basi del cinema italiano a venire.
L'influenza di Renoir è lampante (soprattutto Toni, uno dei primi manifesti filmici del comunismo occidentale) ed è importantissima, perchè cala la storia in un contesto popolare, in quel ceto medio-basso che non trovava spazio nel cinema propagandistico e in quello ormai defunto dei telefoni bianchi. Lui, l'aristocratico Visconti, si interessava per primo a quell'Italia più povera, quella che più di ogni altra aveva votato Mussolini, quella del lavoro manuale e rurale. Quelle delle campagne, in questo caso della pianura padana, regione che ancora non aveva trovato spazio nel cinema. Un'Italia disperata ancora prima dell'entrata in guerra: il giovane Gino è uno sbandato senza obiettivi, senza speranze, Giovanna è una vittima dell'istituzione matrimoniale che cerca disperatamente di emanciparsi, il marito rappresenta la cecità del popolo italiano.
Il tono è pessimistico, come deve essere in tempi di guerra.
All'esasperato realismo (che raggiungerà i vertici nel successivo La terra trema) c'è già un accenno di estetismo.
Pure l'omosessualità vi trova già un piccolissimo ma avvertibile spazio: il personaggio dello spagnolo anarchico pare voler sedurre il protagonista, proprio come avvenne nella realtà.
Non si sa bene se durante, prima o dopo le riprese, Visconti riempì Massimo Girotti di lettere d'amore, ricevendo solo insulti. Quando il regista reagì sfidandolo a duello, da buon aristocratico decaduto che era, Girotti decise di risolvere tutto con una cena.
La macchina da presa accarezza con lussuriosa attenzione Massimo Girotti, spesso in pose “estetizzanti” e inusuali per l'epoca.
ATTORI
Di Massimo Girotti (1918-2003), qui al suo secondo film importante, parlerò in seguito.
Di Clara Clamai (1909-1998), va detto che è tra le prime attrici italiane ad apparire a seno nudo in un film, si trattava di La cena delle beffe di Blasetti e l'enorme scandalo e curiosità alleggerirono la tensione di un Paese sul piede di guerra.
Ottenne il ruolo in Ossessione dopo che venne rifiutato da Anna Magnani, incinta. In effetti è possibile riscontrare qualche somiglianza fisica tra le due.
Era comunque già una stella del cinema che avrebbe brillato lo stesso anno anche Sorelle Materassi, ma in seguito avrebbe ritrovato prestigio solo quindici anni più tardi, sempre grazie a Visconti che la chiamò per una fugace apparizione ne Le notti bianche (1957) e infine ne Le streghe (1967).
La sua ultima apparizione divenne culto :in Profondo Rosso è la madre di Carlo, ovvero la terribile assassina un tempo diva del cinema.
Elio Marcuzzo, ovvero “lo spagnolo”, aveva già recitato in diversi film di cassetta e venne scelto da Visconti perchè omosessuale. Fu ucciso barbaramente da alcuni partigiani che lo avevano confuso per un collaborazionista: venne impiccato e sepolto vivo a soli 28 anni.
ACCOGLIENZA
Visconti vendette una buona parte dei gioielli di famiglia per affrontare le spese e non riuscì mai ad acquistare i diritti del romanzo (ragione per cui ne fu interdetta la proiezione negli USA per oltre un decennio).
Venne proiettato a Roma poi nella liberale Ferrara nel maggio del 1943. Poi seguì qualche proiezione clandestina nel Nord: il Governo e la Chiesa vietarono infatti ulteriori proiezioni e fecero bruciare le copie circolanti. Visconti ne conservò una però..
Il montatore del film, Mario Serandrei, commenterà il film definendolo neorealista, coniando così un termine che avrebbe fatto storia.
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