Il regista, nonché fastidiosa voce narrante del documentario, dimostra il vuoto e lo squallore della Tv italiana, specchio della società, a sua volta specchio di questo personaggio chiamato Berlusconi. Quindi filma i casting in cui ragazzine con la testa piena di belle speranze e vuota di qualsiasi cultura sculettano nei supermercati davanti ai genitori e fratellini orgogliosi. Questa è l’Italia? Purtroppo sì. E questo fa male, colpisce come un pugno nello stomaco. Ma Gandini si scorda che grazie al cielo non tutte le ragazze sono così e non tutti gli operai vogliono diventare divi della Tv. Gandini si scorda anche che questo genere di Tv spazzatura sessista e degradante è presente in tutti cinque i continenti, dove Berlusconi è però assente. Addossare quindi all’attuale presidente ogni colpa per l’abbruttimento morale dell’Italia significa attribuirgli un’importanza che in realtà non ha. Che Berlusconi poi sia tra i presidente più ricchi del mondo e tra gli unici a gestire tutti i media questa è un’altra cosa: le veline ci sono dappertutto. In ogni Paese c’è un Berlusconi, in ogni paese c’è un Corona e ci sono ragazzine che non vedono l’ora di mostrare le pudenda per lavorare due anni della propria vita e poi campare di rendita. Dare così tanto spazio a Mora e Corona significa dar loro un’importanza che non si meritano. Grazie al cielo Garrone ha annunciato che non farà un film su Corona. Tornando a questo documentario, concludo dicendo che secondo me il regista aveva molto più materiale da sfruttare e soprattutto da sfruttare meglio. Il ritratto che ne viene fuori è sì desolante ed irritante, ma forse non abbastanza incisivo.
VOTO: 5,5
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