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giovedì 21 febbraio 2013

La vita è una battaglia persa per combattere il proprio padrone



THE MASTER
di Paul Thomas Anderson
USA, 2012
con Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Laura Dern.
 
Se ti piace guarda anche: Il Petoliere, Cloud Atlas 
CANDIDATO A 3 PREMI OSCAR
VINCITORE DELLA PALMA D'ARGENTO E DELLA COPPA VOLPI PER MIGLIOR ATTORE AL FESTIVAL DI VENEZIA 2012
TRAMA

Un reduce di guerra con turbe psichiche ereditate dalla madre incontra per caso un predicatore che gli si affeziona e vuole aiutarlo.

RECENSIONE

Paul Thomas Anderson con questa pellicola vagamente ispirata al fondatore di Scientology è riuscito ad allontanare da sé il pubblico (grande fallimento commerciale), una buona fetta di futuri collaboratori seguaci della dottrina e, soprattutto, è riuscito a mettere in discussione lo status di più grande regista della sua generazione.

A quattro anni da quel capolavoro che fu Il Petroliere le aspettative per la nuova opera del regista di Magnolia era altissime e sono state amaramente deluse.

Anderson si conferma grande nel dirigere gli attori (candidati all’Oscar i tre interpreti principali) e a scegliere i collaboratori tecnici, ma è da bocciare senza riserve come sceneggiatore.

Dispersivo, compiaciuto, irritante, perfino confuso e incapace di arrivare al nocciolo.

E pensare che le premesse erano geniali: proporre sullo schermo un’altra pagina di storia americana attraverso il rapporto tra due uomini, lasciando l’Ottocento dei petrolieri e predicatori per arrivare a metà del secolo successivo, quello delle grandi conflitti mondiali, per presentarci un altro predicatore e un reduce di una di quelle guerra.

E se il personaggio del falso profeta interpretato da Hoffman lascia il segno, seducendo e disgustando al punto giusto, quello del protagonista schizofrenico non convince affatto.

Come in ogni film del regista, la musica riveste un ruolo importante nella caratterizzazione di atmosfere e personaggi: tale compito è affidato ancora una volta a Jonny Greenwood dei Radiohead, che dopo Il Petroliere, compone un’altra colonna sonora magnifica.

Ma non bastano belle musiche, bella fotografia e bravi attori: il film, dopo la visione, si chiude su stesso e si dimentica in fretta, senza lasciare allo spettatore alcuna emozione o riflessione.

VOTO: 6,5

11 commenti:

  1. per me non è assolutamente così.
    un film splendido, profondissimo e che vive anche molto dopo la visione.
    meglio pure del petroliere

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    1. Tra Il petroliere e questo c'è un abisso. Il petroliere mi fa ancora venire i brividi, dopo 5 anni. Questo in due giorni me lo sono dimenticato.

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    2. beh dai, questo è una bomba si, ma per arrivare al petroliere ce ne vuole dio bono!!!

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    3. una bomba nel senso che ti fa esplodere le palle...

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  2. Oh, bene.
    Che quando dico che il film non mi è piaciuto mi guardano tutti malissimo! :)

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  3. A me non è dispiaciuto, solo che questa volta Anderson invece di puntare al dunque, e dire effettivamente come stanno le cose è come se abbia gettato la pietra ma allo stesso tempo ha paura di andare fino in fondo, forse a causa di offese contro chi fa parte della presunta setta di cui vagamente si ispira. Io dico perchè sta sul vago? Se andava veramente fino in fondo ne usciva un altro capolavoro, perso non sono daccordo sul fatto che non è bravo come sceneggiatore, le sceneggiature di magnolia e boogie nights e tutti i suoi film sono sue...ma ovviamente ognuno davanti a un film ha delle percezioni diverse :)

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    1. Infatti dopo Boogie Nights, Magnolia e Il Petroliere le aspettative erano altissime..Diciamo che sta troppo sul vago qui..

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  4. Non è un film facile: ha bisogno di essere assimilato e ragionato per rivelarsi poi in tutta la sua grandezza. Forse hai scritto la recensione troppo di getto!

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  5. Se aspettavo un po', mi dimenticavo quelle poche sensazione che mi aveva dato!

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  6. Non ho ben capito dove voleva andare a parare col discorso... l'ho trovato anch'io abbastanza confuso

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