Visualizzazioni totali

Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query emma stone. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query emma stone. Ordina per data Mostra tutti i post

martedì 20 dicembre 2011

Film perso n°2: Easy A

EASY GIRL
(EASY A)
di Will Gluck, USA 2010
Commedia
con Emma Stone, Amanda Bynes, Penn Bagdley, Patricia Clarkson, Stanley Tucci

Se ti piace guarda anche: Amici di letto, Mean Girls, Glee, La lettera scarlatta (preferibilmente quella di Sjostrom del '27 e non quella di Joffré del '95 con Demi Moore che si fa tanti bagni e neppure quella di Wim Wenders che non è per nulla riuscita)

Da recuperare perché: negli USA è stata, a ragione, la commedia rivelazione dell'anno, mentre in Italia è passata del tutto inosservata a causa di una distribuzione "tecnica".

Olive (Emma Stone) decide di raccontare davanti alla webcam le vicende che in poche settimane l’hanno resa la ragazza più chiacchierata della scuola.

L’intera scuola infatti la considera una grandissima sgualdrina mentre in realtà la ragazza è ancora vergine.

Tutto comincia con una bugia detta a un’amica, poi questa intima confessione si sparge in tutto l’istituto e molti sfigati la pagano per dire in giro che l’hanno fatto con lei. Olive, che non sa negare un po’ d’aiuto ai bisognosi, accetta, finché non è considerata da tutti la meretrice della scuola. Uso questo termine biblico proprio perché tra le sue più acerrime nemiche si ritrova un’ultra cattolica invasata che crede nel sesso dopo il matrimonio e che si sforza invano di accettare le sgualdrine e i gay. Per fortuna che il principe azzurro (Penn Bagdley) è alla porta sotto il costume da marmotta, o il cappello da aragosta!
La A del titolo originale si riferisce alla A che l’indimenitcata protagonista del capolavoro La Lettera Scarlatta portava sempre cucita al petto, come dimostrazione pubblico del suo peccato, l’adulterio. (Io amai moltissimo questo romanzo e mi ricordo che nella mia recensione del film con Demi Moore scrissi le stesse cose dette qui!)



La nostra Olive (che è l’acronimo di “I love”), decide anche lei di indossare questa “A”, sebbene non sia adulterina ma bugiarda..

 Il giovane Will Gluck quest’anno si è imposto come una delle più interessanti novità nel panorama della commedia hollywoodiana, alla quale ha portato una ventata di freschezza e soprattutto di qualità grazie a due commedie, questa Easy A e Amici di letto, che sono davvero deliziose.

Si ride di gusto e si ride col cervello. La sceneggiatura di Bert V. Royal è ottima, ma non mancano anche trovate registiche e drammatiche simpatiche, nonché una spietata analisi dei rapporti umani, senza dimenticare riflessioni sociologiche e frammenti meta cinematografici (qui si parla delle commedie giovanilistiche degli anni ’80, nel secondo delle storie d’amore al cinema o in Tv).

Questo Easy A, ha inoltre il merito di rivelare al grande pubblico Emma Stone, concentrato scottante di talento e bellezza, nominata al Golden Globe. Al suo fianco, tanti bravi comprimari, come Stanley Tucci e Patricia Clarkson, esilaranti nei panni di due genitori completamente fuori di testa, Pen Bagdley di Gossip girl, descamisado in metà delle scene e vestito in maniera ultra comica nell'altra metà delle sue apparizioni (Diavolo Blu, Marmotta, Uomo Aragosta), l’ Amanda Bynes di Hairspray perfetta nella diabolica bigotta, Lisa Kudrow di Friends labile psicologa scolastica e perfino Malcom MacDowell nei panni del preside.

Una sorpresa piacevolissima che ha imposto due nuovi talenti, capace di incassare la bellezza di 60 milioni negli USA e ricevere ottime recensioni.

In Italia? Uscita a marzo in qualcosa come 13 copie, per quella che viene definita una “uscita tecnica”, ha incassato 37.000 euro, ovvero quanto Natale a non so dove incasserà più meno in un’ora, proprio adesso mentre state leggendo.

Già, da noi non si può ridere con la testa, ma solo “di pancia”, per non dire altro.

BATTUTE CULT:

La lettera scarlatta, ma non la versione con Demi Moore in cui tenta un falso accento inglese e si fa un sacco di bagni..(Olive)

Ti vogliamo bene, non importa quale sia l’orientamento sessuale del tuo partner sessuale di sesso opposto. (madre di Olive)

Dove trovo la Bibbia?

Nei bestseller, accanto a Twilight (Olive e un libraio).

VOTO: 7-





mercoledì 1 febbraio 2012

L'aiuto

 THE HELP
Di Tate Taylor
USA, 2011
Con Viola Davis, Emma Stone, Octavia Spencer, Bryce Dallas Howard, Jessica Chastain, Sissy Spacek.
Candidato a 4 Premi Oscar 

Se ti piace guarda anche: Il colore viola, Pazzi in Alabama, Due partite

Nel Mississippi degli anni ’60 il razzismo è ben tollerato e mentre le signore bene organizzano cene di beneficenza per le popolazioni dell’Africa in casa loro trattano con sufficienza il personale afroamericano, costruendo bagni esterni per ragioni igieniche. Eppure sono proprio queste domestiche nere a nutrire, lavare ed educare i loro figli di queste signore troppo occupate a organizzare serate.
Eppure c’è sempre una voce fuori dal coro: quella di una ragazza perbene (Emma Stone) ma un po’ strana perché con idee strane: vuole lavorare, essere indipendente, e perfino scrivere un libro che racconti il punto di vista delle domestiche nere.

Il 42enne regista Tate Taylor, aspetto da modello, lunga gavetta da comparsa alle spalle (Streghe, Queer as Folk), prima di dirigere nel 2008 un film passato del tutto inosservato, nel 2010 recita in Un gelido inverno e nel 2011 adatta il romanzo omonimo di Kathryn Stockett col quale fa il botto: 170 milioni di dollari incassati negli USA e 4 nomination agli Oscar, tra cui miglior film.
Il motivo di tanto successo è semplice e meritato: The Help è l’ennesimo inno contro il razzismo, contro i pregiudizi che nascondo superficialità e cattiveria. Senza dimenticare la componente femminista che permette di riflettere anche sulla condizione delle donne.
Recitato in modo eccellente, ben confezionato, costumi e scenografie perfette, buon mix di commedia e dramma, commovente perché vuole e deve commuovere visto il tema trattato, The Help è un film da vedere perché parla di temi sempre attuali, anche se quella che dipinge è la ricca provincia americana degli anni ’60, divisa tra Martin Luther King e il Klu Klux Clan.
E’ uno di quei film  pensati apposta per l’Oscar, uno di cui film che non passeranno mai di moda perché c’è sempre bisogno di tornare periodicamente a parlare di questi temi e queste pagine di Storia.
Il cast strepitoso permette di perdonare l’eccessiva durata e qualche finale di troppo. Del foltissimo gruppo di interpreti è impossibile stabilire una gerarchia di bravura tra le cinque attrici principali, eppure l’Academy ha deciso di escludere dalla corsa all’Oscar due di queste fantastiche interpreti, ovvero coloro che incarnano le due facce dell’America dipinta: quella tollerante e quella conservatrice e razzista.
Viola Davis è così nominati come protagonista, ma non è forse anche Emma Stone protagonista?
E oltre all’esuberante cameriera Octavia Spencer, che si è già portata a casa il Golden Globe, e a una Jessica Chastain sopra le righe, non si meritava forse una menzione pure la perfida Bryce Dallas Howard?
Accanto al loro però, come dimenticare la madre di Skeeter Allison Janney e una spassosa e ritrovata Sissy Spacek?
VOTO: 7+

sabato 14 luglio 2012

Spiderman: il blockbuster d'estate

THE AMAZING SPIDERMAN
di Marc Webb,
USA, 2012
con Andrew Garfield, Emma Stone, Sally Field, Rhys Ifans, Martin Sheen
Fantasy/Azione
 The Amazing Spider-Man: poster internazionale 4
Se ti piace guarda anche: Spiderman, The Avengers

TRAMA

Peter Parker è un bambino abbandonato in fretta e furia dai genitori che lo affidano nelle premurose mani degli zii. Una volta cresciuto, incuriosito dalla scomparsa dei suoi, si mette sulle loro tracce, finendo in un laboratorio in cui si sperimentano innesti genetici. Rimane involontariamente (e comicamente) vittima di uno di questi test, adottando così solo le caratteristiche positive dei ragni (capacità di salire sui muri, di tessere ragnatele e una forza sovrumana che a quanto pare appartiene a questi insetti). Lutti, combattimenti e baci sono dietro l’angolo.
 The Amazing Spider-Man: Andrew Garfield è l'Uomo Ragno senza maschera in una scena del film
RECENSIONE
C’era davvero bisogno di un altro Spiderman, a così pochi anni di distanza dall’ultima trilogia? A chi può interessare? Beh il target è quello giovanile e degli appassionati Marvel, ma alla fine finiamo (quasi) tutti in sala a vedere questo titolo, contenti che finalmente i cinema propongano qualcosa da vedere in compagnia.
La Sony da parte sua aveva era motivati da interessi economici e la scadenza dei propri diritti era prossima.
Nonostante l’inutilità dell’opera alla fine però possono uscirne praticamente tutti soddisfatti: quelli della Sony, visti gli incassi, gli spettatori e forse anche gli appassionati.
Cinematograficamente parlando The Amazing Spiderman è inferiore al primo capitolo della trilogia di Raimi: meno furbo, meno accattivante, meno sexy, meno ritmato.
Ha però una caratteristica oramai comune a tutti i prodotti Marvel (salvo Captain America): non si prende molto sul serio, salvando con l’autoironia passaggi che potrebbero risultare involontariamente comici. The Amazing Spiderman risulta comunque maldestro, poco fantasioso e troppo lungo.
Riesce però a coinvolgere grazie alla tenerezza che ispirano i due protagonisti, veri outsider del cinema commerciale: il minuto Andrew Garfield e l’occhi da cerbiatto Emma Stone, due talenti decisamente sprecati per un blockbuster che hanno preso i loro ruoli molto seriamente.
Lo stesso si può dire per Martin Sheen e Sally Field.
E che dire del regista? Stiamo parlando dello stesso Marc Webb che stupì in molti con l’indipendente 500 giorni insieme.
Alla fine quindi ciò che rimane è la curiosità per un blockbuster affidato a mani e volti che coi film commerciali non hanno mai avuto nulla a che fare.
VOTO: 6
 

mercoledì 25 febbraio 2015

Birdman

 BIRDMAN

Di Alejandro González Iñárritu

USA, 2014

Genere : commedia ?

Con Michal Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts, Andrea Risebourgh, Zach Galifianakis, Amy Ryan


Se ti piace guarda anche : Maps to thestars, Il cigno nero, Eva contro Eva, Hollywood Ending, Gli ultimi fuochi, Viale del tramonto



VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR: MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA, MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE, MIGLIORE FOTOGRAFIA. 



TRAMA

Un divo hollywoodiano in declino, famoso per aver interpretato il supereroe Birdman, debutta a Broadway come regista e attore teatrale : è disposto a tutto pur di aver successo.

COMMENTO

Cinico, dissacrante, spietato ritratto di Hollywood e Broadway, ovvero l'essenza del cinema e del teatro statunitense e quindi, in fondo, anche mondiale. Quasi un film verità, in cui non viene risparmiato nessuno, a partire dal protagonista, Michael Keaton, anche lui imprigionato nel ruolo di Batman che lo rese celebre una ventina d’anni fa.


Montato in modo eccezionale (Oscar scippato) da
Douglas Crise e Stephen Mirrione come un unico piano sequenza, recitato divinamente da tutti : non solo Michael Keaton e gli altri nominati all’Oscar Edward Norton, narciso, arrogante e instabile, Emma Stone, sfuggente e insofferente, ma anche Naomi Watts, straordinaria nei panni di un’attrice talentuosa ma insicura, l’ammaliante Andrea Risebourgh e perfino Zach Galifianakis di Una notte da leoni.

Bellissima fotografia di Emmanuel Lubezki (secondo Oscar consecutivo per lui) e musica jazz minimal, effetti speciali ottimi: insomma un film impeccabile, sotto tutti i punti di vista. Un difetto? Narciso, compiaciuto, arrogante ed esagerato come i propri personaggi maschili: Birdman sembra voler inseguire in ogni scena il pezzo di bravura, quell’inquadratura, quello stacco, quella performance da applausi. E ci riesce! 

Ma alla fine, Birdman non è solo Michael Keaton, Birdman è pure Iñárritu, che con l’Oscar tra le mani potrà finalmente spiccare il suo volo di gloria. 

Da guardare assieme a Maps to the stars, davvero speculare per molteplici aspetti, ma meno pretenzioso e più divertente.

VOTO : 8

lunedì 15 dicembre 2014

Magic in the Moonlight: dov'è la magia?

MAGIC IN THE MOONLIGHT
di Woody Allen,
(USA/FRANCIA, 2014)
con Colin Firth, Emma Stone, Jackie Weaver, Marcia Gay Harden, Eileen Atkins
Genere: commedia
Se ti piace guarda anche: Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, La maledizione dello scorpione di giada, Ombre e nebbia, Scoop, L'importanza di chiamarsi Ernest
TRAMA
Un famoso illusionista è chiamato da un collega a smascherare una veggente. Finirà per rimanerne affascinato.
COMMENTO 
In Ombre e nebbia Woody Allen faceva dire a John Malkovich: "tutti amano le illusioni, anzi: ne hanno bisogno come l'aria da respirare".
Il film era del 1992 ed era il migliore film di Woody Allen sulla magia. Ne sono seguiti tanti altri, uno per ogni decennio: La maledizione dello scorpione di Giada, film deboluccio nonostante una brava Helen Hunt, il delizioso e disimpegnato Scoop con una Scarlett Johansson ancora adorabile e ora questo, in cui la magia invade perfino locandina e titolo. Eppure, paradossalmente, Magic in the Moonlight è un film senza magia, in tutti i sensi: vi è solo una scena di illusionismo, quella iniziale, e una sola seduta spiritica: entrambe poco incisive. Ma il guaio maggiore è che il film è letteralmente privo di momenti magici, cioè riusciti. Non basta un planetario da favola spuntato dal nulla in una notte d'estate, non bastano i giardini incantati del sud della Francia: il film manca di quella magia cinematografica in grado di farlo decollare. Non vi è una sola scena in grado di incantare lo spettatore, al contrario ad esempio di un film molto recente del regista, ovvero quel Midnight in Paris che metteva insieme tante piccole suggestioni ricche di incanto.
Per non parlare del proverbiale umorismo alleniano: non vi è una sola battuta degna di nota nell'intero film, il che in un film di Woody Allen non è un incidente di percorso, ma un crimine e un misfatto!
Insomma, com'era logico aspettarsi, dopo l'osannato Blue Jasmine (che pure non era del tutto riuscito) questo è il turno del film riempitivo, ed è un peccato, perché le location erano davvero magiche (impreziosite dalla fotografia di Darius Khondji), il cast stuzzicante e il tema, seppur inflazionato dallo stesso regista, sempre attuale: quello del contrasto tra evidenza e fede, tra raziocinio e trasporto.
Ma Magic in the Moonlight si rivela un film elegante, verboso e un po' noioso.
Prima di concludere qualche parla sul cast, appunto stuzzicante sulla carta: in realtà deludente per la poca chimica tra i due protagonisti. Convince infatti Colin Firth, grazie a un personaggio molto teatrale e molto British, ma delude purtroppo, e a sorpresa, l'interpretazione di Emma Stone che è stata comunque già ingaggiata da Allen per il suo prossimo film, ovviamente già quasi ultimato e ovviamente, si spera, migliore di questo.
VOTO: 6,5

lunedì 24 dicembre 2012

MIGLIORI ATTRICI DEL 2012: N.7


n.7
EMMA STONE

Anno di nascita: 1988
Provenienza: USA
Exploit passati: Easy A
Ultima apparizione: The Amazing Spiderman
Progetti futuri: Teh Gangster Squad

Anche lei in discesa di due posizioni rispetto all’anno scorso.
Gli Oscar non l’hanno nemmeno considerata, ma in fondo la vera protagonista di The Help è lei e non Viola Davis. Con questo bel film dal sapore classico la giovanissima Stone ha dimostrato di sapersi destreggiare anche in ruoli drammatici. Ma Emma è talmente adorabile che è riuscita a trasformare una caduta di stile in un altro traguardo: il suo passaggio al blockbuster con The amazing Spiderman è la testimonianza che si può recitare bene anche quando si è ultra pagati e si recita in un blockbuster. Lei e il collega Andrew Garfield sono talmente carini nel film che hanno deciso di innamorarsi anche nella vita reale.


mercoledì 4 gennaio 2012

Le migliori attrici del 2011: II parte

5.EMMA STONE: la rivelazione comica e non solo dell’anno: dopo il sorprendente successo di Easy Girl, diretto dal bravo Will Gluck che l’ha richiamata per un cammeo in Amici di letto, la bellissima Emma è tra le protagoniste di The Help, tra i favoriti ai prossimi Golden Globe.

4. JESSICA CHASTAIN: è lei The Tree of life, capace di oscurare le performance di Pitt e Penn con una delle migliori performance dell’anno che se non viene nominata all’Oscar è uno scandalo. Ma la ragazza ha dimostrato di aver fiuto, e anche lei è tra le protagoniste di The Help, nonché del nuovo e apprezzatissimo film di Al Pacino, Wild Salomé.

3.KATE WINSLET: Potrebbe essere tranquillamente la regina di quest’anno, perché la miglior attrice vivente anche quest’anno ha regalato performance ottime in Carnage e Mildred’s Piece, passando velocemente per il come al solito snobbato Sodebergh.

2. MIA WASIKOWSKA: l’attrice migliore dell’anno è senza dubbio lei. Scoperta e lanciata da Tim Burton, l’ex Alice nel paese delle meraviglie quest’anno è stata protagonista del bell’adattamento di Jane Eyre, del poetico e ingiustamente ignorato ultimo film di Van Sant e ha avuto un ruolo importante, ma di supporto, nel delizioso I ragazzi stanno bene, una delle sorprese della scorsa stagione.

Non solo mostra grande intelligenza nelle sue scelte, ma è anche una di quelle rare attrici in grado di emozionare con uno sguardo. Peccato che nessuno dei tre film abbia goduto di un successo commerciale soddisfacente. C’è da dire comunque che dopo il miliardo incassato dal film di Tim Burton, Mia potrebbe lavorare gratis anche per il resto della sua vita..


è lei l’indiscussa regina cinematografica dell’anno, non solo per l’Oscar, ma anche per lo straordinario successo commerciale raggiunto da tutti i film in cui è comparsa: dopo Black Swan, anche i mediocri Thor e Amici, amanti e.. hanno avuto un exploit incredibile al botteghino. Meno fortunati Hesher e Your Highness, da noi ancora inediti.

Peccato che Natalie l’attrice sia schizofrenica come la ballerina Nina e nello stesso anno abbia recitato in un piccolo film indipendente, in un mega blockbuster fumettistico, in una commedia sboccata e commerciale e in un film d’azione demenziale. E non chiamiamolo eclettismo: è stato il disperato bisogno di lavorare di un’attrice a un passo dal fallimento dopo molti film andati male. Poi è arrivato The Black Swan, che oltre all’Oscar le ha portato un compagno e un filgio.

Dopo l’Oscar speriamo dunque che le sue scelte siano più scrupolose e ragionate.

lunedì 23 febbraio 2015

And the Oscars go to ....

Ne ho beccati solo 11 su 20.
4 statuette per The GrandBudapest Hotel e Birdman, che però ha vinto l’Oscar principale, quello per migliore film dell’anno.
3 gli Oscar a una delle sorprese dell’anno, Whiplash
Tutti gli altri con una sola nomination.
Come attore vince alla fine il giovane Redmayne per La Teoria del tutto, gli altri interpreti erano invece già abbondantemente annunciati. Le sceneggiature migliori dell’anno? Birdman e The imitation game
Nessuno scandalo, nessun premio rubato, tutto tranquillo e più o meno previsto.


Miglior film:
Birdman
Miglior attore protagonista
Eddie Redmayne - La teoria del tutto
Miglior attrice protagonista:
Julianne Moore - Perdersi - Still Alice
Miglior regista:
Alejandro G. Inarritu
Miglior film straniero
Ida - Polonia
Miglior Colonna sonora
The grand Budapest hotel
Miglior attore non protagonista:
J.K. Simmons - Whiplash
Miglior attrice non protagonista:
Patricia Arquette - Boyhood
Miglior sceneggiatura non originale:
The Imitation Game
Miglior sceneggiatura originale:
Birdman
Migliore fotografia:
Birdman
Miglior montaggio:
Whiplash
Migliore scenografia:
The Grand Budapest Hotel
Miglior trucco:
The Grand Budapest Hotel
Migliori costumi:
The Grand Budapest Hotel
Migliori effetti speciali:
Interstellar
Migliore canzone:
"Glory" - SELMA
Miglior sonoro:
Whiplash
Miglior montaggio sonoro:
American Sniper
Miglior film d'animazione
:
Big Hero 


Dal red carpet ho scelto queste: Emma Stone, la più bella, nominata per Birdman, Jessica Chastain, ingiustamente snobbata e Keira Knightley, ingiustamente nominata per The Imitation Game benché rimanga la mia preferita. Al suo fianco Lady Gaga.


giovedì 13 ottobre 2011

Finalmente una commedia americana gradevole con una coppia deliziosa

AMICI DI LETTO
(FRIENDS WITH BENEFITS)
di Will Gluck,
USA, 2011
con Mila Kunis, Justin Timberlake, Woody Harrelson, Patricia Clarkson, Jenna Elfmann, Richard Jenkins
se ti piace guarda anche: Amici, amanti, e..., Amore e altri rimedi.
Al cinema dal 14 ottobre

Un ragazzo e una ragazza decidono di diventare amici di letto, ma si sa come vanno a finire queste cose…


La trama è tutta qua, già vista pochi mesi fa nel ben più deludente Amici amanti e.. eppure il regista Will Gluck dopo il grande successo (anche e soprattutto di critica) di Easy Girl torna, anche in veste di sceneggiatore a fianco di Keith Merryman e David Newman, con un’altra commedia politicamente scorretta ma non volgare e soprattutto ben scritta e senza cadute di ritmo. Come già mostrato nel suo film precedente, che ha fruttato una nomination al Golden Globe a Emma Stone (qui in un cammeo), Gluck sa dirigere benissimo i propri attori e trasforma Justin Timberlake (dopo il deludente Bad Teacher e la notevole prova nel memorabile The Social Network) e Mila Kunis (premiata a Venezia per Black Swan) in due commedianti di razza che dimostrano che si può recitare bene anche in una commedia. Al loro fianco, in piccole parti un cast più che gustoso, con l’indimenticata Jenna Elfman di Dharma e Greg, un irresistibile Woody Harrelson  e i due bravissimi caratteristi Richard Jenkins (Mangia, prega, ama) e Patricia Clarkson (Basta che funzioni, Shutter Island).

Il fatto che sia un film commerciale con ambizioni autoriali  si vede subito dall’incipit, davvero accattivante, in cui ci vengono presentati i due protagonisti nel momento in cui vengono mollati.
A questo si aggiungono un’attenzione non comune ai paesaggi, particolarmente valorizzati: una fotografia decisamente sopra la media per un blockbuster ci mostra una New York mai così bella negli ultimi anni di cinema e una piacevole colonna sonora che vanta la fantastica L.O.V. dei Fitz & the Tantrums nell'ottima scena inziale e Pumped Up my Kicks dei Foster the People. 
Dopo tante commedie sul tema (ben tre quest’anno, di cui quella con la Portman è decisamente la peggiore anche se la più fortunata al botteghino) e numerose altre commedie da dimenticare, ecco finalmente un esempio di commedia all’americana che ci piacerebbe vedere più spesso. Furba, intelligente, autoironica e perfino divertente e sexy. Le scene sexy tanto attese in effetti ci sono, ma viste con un'inedita ottica anti-maschilista che tende a spogliare più attori che attrici, con una valanga di didietro maschili capeggiati dall'intrepido Timberlake e un unico nudo della Kunis per il quale in realtà è stata usata una controfigura.  

E come ogni buona commedia che si rispetti non mancano le scene cult, su tutte quella in cui i
due giurano di fare sesso senza sentimenti sull’applicazione della Bibbia.

VOTO: 7-

  




sabato 22 ottobre 2016

Café Society

CAFE’ SOCIETY
Di Woody Allen
(USA; 2016)
Con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carrell, Blake Lively
Genere: commedia
Se ti piace guarda anche: Brodway Danny Rose, La rosa purpurea del Cairo, Pallottole su Broadway



La caffè society degli anni ’30 è un mondo unico e irripetibile che Woody Allen ha voluto riportarte sullo schermo con nostalgia. Americano, ne ha rappresentato i due poli: quello hollywoodiano, tutto divi, capricci e ville, e quello newyorchese, tutto gangster, nightclub e classe lavoratrice. A fare da collante è l’ennesimo alter-ego di Woody Allen, qui interpretato da Jesse Eisenberg, ragazzo che lascia la Grande Mela per cercare un lavoro nella città degli angeli, dove vive alla grande lo zio materno, magnate cinematografico (convincente Steve Carrel) che lo introdurrà nella scintillante società hollywoodiana degli anni d’oro. Ma sarà la segretaria dello zio (Kristen Stewart, notevole) a colpirlo maggiormente e con lei deciderà di tornare a casa, la sua cara e vecchia New York.
Il merito di Café Society è quello di ricordarci, o farci conoscere, il favoloso mondo dorato degli anni ’30 e lo fa grazie a una fotografia che inonda davvero tutto d’oro. L’artefice è Vittorio Storaro, grande direttore della fotografia (Ultimo tango a Parigi, Apocalyspse Now, L’ultimo imperatore) per la prima volta al servizio di Allen. Ogni inquadratura brilla, oltre che per i colori caldi, anche per una grande cura della composizione.
Dal punto di visto figurativo Café Society è un film sorprendente, un vero piacere per gli occhi, grazie anche al tripudio di sfarzose scenografie e magnifici costumi. E questo in Woody Allen non è scontato, anzi. Arriviamo dunque al contenuto: cos’ha da dirci Woody Allen? Sostanzialmente nulla di nuovo: autoironia ebraica, omaggi al grande cinema che fu e una storia d’amore travagliato. Commedia non troppo divertente che sorvola con disinvoltura tematiche drammatiche (omicidio, pena di morte, lutto) trattate in modo ben diverso in altre pellicole.
Per i fan di lunga data può essere una delusione, per quelli dell’ultima ora uno dei suoi film migliori (è nettamente superiore agli ultimi due titoli con Emma Stone protagonista), per il pubblico giovane e inesperto un affascinante affresco di un’epoca lontana e sconosciuta e una storia d’amore di grande impatto. Dunque non è facile esprimere un giudizio su questo titolo, ma bisogna ammettere che al suo 47esimo titolo Woody Allen riesce ancora ad ammagliare e trasformare l’esperienza cinematografica in qualcosa di magico. E non è poco. 
VOTO:7,5