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giovedì 31 marzo 2011

Se n'è andato anche Farley Granger...


L'ho già detto e lo ripeto: questo 2011 sembra essere un'infinita serie di lunghi addi...
Ma come non dedicare un post alla scomparsa del protagonista di uno dei massimi capolavori del cinema italiano di cui tra l'altro si è parlato moltissimo nelle ultime settimane? Mi sto riferendo a Farley Granger, protagonista di Senso di Luchino Visconti, il più importante film sul Risorgimento e per questo tornato assai in auge durante le celebrazioni dell'Unità italiana (che però non sono bastate a permettergli il passaggio in Tv in prima serata o una distribuzione ai cinema nella versione restaurata, iniziative che avrei gradito). Il generale austriaco ambiguo e codardo che seduce la patriottica nobildonna interpretata da Alida Valli fino a trasformarla in una traditrice della causa risorgimentale è entrato nel mito.
Visconti voleva per questo film un attore americano di fama internazionale, possibilmente omosessuale.. La carriera hollywoodiana di Granger ai tempi era già in declino a dire il vero, ma in Italia era considerato ancora come una grande star.
Quel suo sguardo ambiguo difficilmente penetrabile gli ha permesso di interpretare anche l'indimenticabile protagonista di un'altra pietra miliare del cinema, Nodo alla gola (Rope), 1948 di Alfred Hitchcock, grande successo di pubblico, ma anche ambizioso film girato apparentemente come un unico piano sequenza (in realtà sono 11 uniti in modo impercettibile).
Dagli anni '60 Farley non apparve in nessuna produzione degna di nota, anche se il pubblico italiano lo ricorda può darsi nel ruolo in Lo chiamavano Trinità.
La sua ultima apparizione cinematografica risale al 2000, nell'ultimo film di John Schlesinger Sai che c'è di nuovo, dove appare brevemente al fianco di Madonna e Rupert Everett.
Nel 2007 Granger ha pubblicato la sua autobiografia, scritta assieme al compagno Robert Calcoun, col quale ha vissuto per quasi 50 dei 85 anni.

1 commento:

  1. Splendido in 'Senso', così come in 'Nodo alla gola', due personaggi riuscitissimi. Anche nel ruolo del Maggiore contro Trinità è un grande, inizialmente non avevo neanche capito che era lui! Certo da Franz in divisa austriaca tutto amore e morte al Maggiore ce ne passa! Un artista versatile dopotutto.

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