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lunedì 5 dicembre 2011

La ragazza con la pistola

LA RAGAZZA CON LA PISTOLA

di Mario Monicelli

ITALIA, 1968

con Monica Vitti, Stanley Baker, Carlo Giuffré

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Assunta (Monica Vitti) è disonorata da Vincenzo ( Carlo Giuffré), “anche se lei di marmo è rimasta” e lo insegue fino a Londra per vendidare il suo onore.
A Londra dopo mille peripezie e dopo aver fatto innamorare un altro uomo (Stanley Baker) ritroverà Vincenzo, ma..

Il Mereghetti la definisce “commedia all’italiana pre-sessantotto”, ed è proprio vero che questo film è datato, soprattutto se confrontato con pellicole come Prima della rivoluzione che anticipavano di gran lunga il ’68.
Il Morandini invece la definisce una commedia all’italiana “con una bieca insistenza sui più vieti luoghi comuni sul sud”.
Ma allora perché tanto successo, e per lo più mondiale?
Il successo internazionale è facilmente comprensibile: agli stranieri piacciono questi italiani pittoreschi, uomini maschilisti d’onore e povere donne disonorate ma coraggiose, possibilmente calati in un ambiente di grande povertà ed arretratezza culturale ed economica. Sono passati più di 40 anni, ma questa è ancora la ricetta giusta per arrivare agli Oscar, basta vedere quello che è successo quest’anno con Terraferma, scelto come possibile candidato agli Oscar.
La ragazza alla pistola agli Oscar ci arrivò, con sdegno o perlomeno sorpresa di molti critici.
In Italia il film ebbe un enorme successo popolare, decretando la fama della Vitti come attrice comica. Dire però che è stato Monicelli a scoprire la vena comica dell’attrice è errato, visto che di commedie ne aveva fatte, come dimostrano La cintura di castità e Ti ho sposato per allegria, uscite l’anno precedente. È vero piuttosto che Monicelli trasformò la Vitti in un’attrice comica di successo. Ma se questo è un merito o una colpa non è mio compito decretarlo.

Di sicuro l’interpretazione della Vitti è come al solito irresistibile, nonostante una sceneggiatura debole e una durata eccessiva. Una meravigliosa fotografia e un ottimo montaggio riescono a dare comunque ritmo alla commedia e a restituire il fascino della colorata Swinging London degli anni ’60, passando pure per Bath. La parte inglese, insomma, è una sorta di tour dell'Inghilterra e un modo per ammirare la Vitti in innumerevoli cambi di look.




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