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Gina Lollobrigida
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Nel reparto maschile, l’Italia non ha avuto divi, ma personaggi vicini al popolo che non hanno disdegnato l’aspetto più popolare del cinema. Nessun sex symbol: l’uomo, a differenza della donna, non ha più dovuto essere bello per dimostrare di essere bravo. E di certo alle casalinghe italiane non si volevano proporre prototipi che si discostassero troppo dai propri mariti.
Il divo c’era prima della guerra e si è estinto con essa.
A parte Mastroianni, unico interprete internazionale che ha ricevuto tre candidature all’Oscar e ha goduto di ampia fama all’estero, gli altri interpreti maschili hanno beneficiato di una visibilità e popolarità limitata al nostro paese (Girotti, Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi). Con le interpreti femminili il discorso è invece diverso. La donna al cinema è sempre stata mitizzata, innalzata ad irraggiungibile simbolo di bellezza e sessualità.
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Alida Valli |
L’Italia ha dato molte dive al cinema internazionale: la Lollobrigida celeberrima per la proverbiale bellezza, la Magnani per la bravura, la Valli, la Cardinale e la Loren per una bellezza mischiata ad un indiscusso talento. Nessun attore italiano vinse mai l’Oscar, mentre la Magnani e la Loren ci riuscirono. E l’Oscar è un efficace metro per misurare l’accoglienza della critica e spesso anche la popolarità.
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Anna Magnani
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Claudia Cardinale |
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Sophia Loren
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Jeanne Moreau e Brigitte Bardot |
A questo punto la differenza con i nostri vicini francesi è lampante: parlando di anniversari mi viene in mente che l’anno scorso le due più grandi dive della storia francese e italiana hanno compiuto 75 anni. La differenza è che Parigi è stata sommersa da mostre dedicate a Brigitte Bardot, mentre a Sophia Loren non è stato dedicato proprio nulla, salvo qualche penosa intervista in programmi come Lo show dei record condotto da Barbara d’Urso! Ce ne rendiamo conto?
È vero che una è diventata mito anche o soprattutto per la fermezza di mollare tutto al culmine di fama e bellezza, mentre la seconda si è trasformata nel fantasma di se stessa sottoponendosi ad umilianti (per sé e per il pubblico) apparizioni. Eppure, a differenza della Bardot, la Loren vinse l’Oscar.
Inutile parlare della Cardinale, de-italianizzata dopo il suo trasferimento in Francia o della Lollobrigida, oramai oggetto di scherno. Ma che dire della Magnani, scomparsa prima che il cinema italiano si guastasse e mai ricordata dovutamente? Oppure della Valli, la più poliedrica, che morì nel non lontano 2006 dimenticata da tutti, tra la giusta indignazione del figlio. L’anno scorso è stato anche il ventesimo anniversario della morte di Silvana Mangano. A tal proposito ho letto un bell’articolo su Film.tv. Nulla di più.
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Catherine Deneuve |
Quando si pronunciano invece i nomi Moreau e Deneuve, le orecchie si schiudono e gli occhi brillano: sono cognomi che si portano appresso un prestigio di cinquanta anni e che ancora oggi impreziosiscono i Festival con la loro presenza.
I nomi delle attrici italiane che hanno reso grande il cinema italiano invece risultano sconosciute ai più, oppure suscitano pena o risa. Molte hanno conosciuto la stessa sorte del cinema italiano, ovvero sono sprofondate nel cinema erotico ed horror in bilico tra cult e trash (Asti, Valli, Bosé), alcune sono cadute nella mediocrità televisiva (Lisi, Loren), altre sprofondate nel trash televisivo più assoluto (Milo e Pampanini: chi oggi osa immaginare che un tempo furono attrici belle e brave?) o segnate da drammi personali che le hanno allontanate dal set (Antonelli, Mangano, Vitti) o addirittura un mix di questi fattori?
Il tutto corredato da moltissime foto esclusive che in Internet non troverete da nessun’altra parte...
Ottima iniziativa. Per quanto poco io mi intenda di cinema non posso che sottscrivere in pieno tutto quello che hai scritto.
RispondiEliminaHo un ricordo tristissimo di Alida Valli, vista a teatro poco prima che morisse. Non ricordo che lavoro fosse, mi pare Gli spettri di Ibsben, ma non ci giurerei. C'era Giulio Bosetti di mezzo, che ha ammantato tutta l'opera di grigio -e non solo in senso metaforico: ogni cosa era grigia sul palco-, e mi ha messo una tristezza infinita addosso. Io ero curioso solo di vedere la Valli, di vedere dal vivo un mostro sacro; prima dell'alzarsi del sipario veniamo avvisati che la Signora Valli non si sente bene, ma cercherà di entrare in scena lo stesso. Mezzora di ritardo, la Valli arriva, sofferente e barcollando vistosamente: un conoscente che lavorava dietro le quinte mi ha detto poi che hanno dovuto imbottirla di antidolorifici e non solo perché potesse stare in piedi. La cosa che mi ha fatto più impressione è che non era riuscita nemmeno ad indossare le scarpe, è uscita in ciabatte. Ma è uscita. Per noi. E per lei, ma non credo fosse la sua prima idea. All'epoca non piangevo mai, ma sono stato vicino a farlo.
Bellissimo questo scritto, anche se dovresti approfondire sulla Bardot che in vecchiaia si è ampiamente bevuta il cervello. La Valli, la Mangano e la Vitti sono le mie preferite di sempre.
RispondiEliminaLa Loren è eccelsa in quasi tutti i film, "La ciociara", poi, toglie il fiato.
Anna Magnani in realtà è stata molto apprezzata specialmente in America, dove era adorata da mostri sacri come Bette Davis (era una delle sue rarissime amiche) e Tennessee Williams.
Bravo!
thanks guys!:-)
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