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mercoledì 19 maggio 2010

Ladri di biciclette

VITTORIO DE SICA,
Ladri di biciclette,
24 novembre 1948


In una Roma deturpata dalla guerra e dalla povertà, Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani), disoccupato, trova lavoro come attacchino comunale. Per lavorare, però, deve avere una bicicletta e la sua è impegnata, per cui la moglie, deve impegnare le lenzuola per riscattarla. Ma proprio durante il primo giorno di lavoro la bicicletta gli viene rubata mentre incolla un manifesto cinematografico. Antonio denuncia il furto alla polizia, ma comprende che le forze dell'ordine non potranno aiutarlo nel ritrovare la bicicletta. Coinvolge nella ricerca un suo compagno di partito che mobiliterà i suoi colleghi netturbini che all'alba, insieme a lui ed a suo figlio Bruno, che pure così piccolo lavora ad un distributore di benzina, andranno a cercarla in giro per Roma.
Disperato, alla fine si rivolgerà ad una santona, la stessa per cui aveva rimproverato la moglie di ingenuità ( non aveva i soldi per le lenzuola, ma ne aveva per la chiaroveggenza). Neppure la santona lo aiuterà.
Nessuno li aiuterà e dopo aver vagato tutta la giornata, padre e figlio si incamminano verso casa, quando Antonio vede una bicicletta incustodita e decide di fare quello che è stato fatto a lui.
Ancora una volta sarà peròsfortunato: i passanti gridano al ladro e la folla lo aggredisce. Il proprietario, di fronte al pianto disperato del piccolo Bruno, decide di non denunciarlo.
I due ritornano a casa tenendosi per mano.

GENESI

Dopo il fiasco commerciale di Sciuscià (nonostante il Nastro d’argento e il premio Oscar) e dopo le difficoltà trovate nel trovare un produttore italiano, De Sica autofinanziò il suo film successivo, basato sul romanzo di Luigi Bartolini pubblicato nel ’45 e adattato al grande schermo con Cesare Zavattini, Suso Cecchi D'Amico e molti altri.

I produttori americani si offrirono per finanziarlo imponendo Cary Grant come protagonista, ma lui, cocciuto e patriota, preferì finire in bancarotta. Sua figlia maggiore, in un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita della versione dvd restaurata, ha affermato che in quel periodo in casa c’erano soldi sufficienti solo per mangiare e la loro madre era costretta a vendere mobili e gioielli per comprare il grana che Zavattini voleva sulla sua pastasciutta. Una volta che il film uscì, come il precedente andò malissimo. Quando gli attacchini coprirono le locandine con i nuovi manifesti per un film con Jennifer Jones (Bernadette, probabilmente), De Sica e Maria andavano in giro, di notte, a strappare le locandine del film con Jennifer Jones.

REAZIONE DEL PUBBLICO E DELLA CRITICA

Il pubblico del cinema Metropolitan di Roma voleva indietro i soldi del biglietto. Lo Stato e la Chiesa rimproveravano De Sica di aver mostrato un’Italia povera, senza speranze e senza Dio.
A Parigi ricevette lunghi applausi da tremila personaggi della cultura internazionale. Il regista René Clair e il celeberrimo critico André Bazin furono entusiasti, dando il via a quel successo mondiale che ebbe in seguito il film. Negli USA, dove fu distribuito un anno dopo, fu infatti un successo, permettendo al regista di recuperare i fondi spesi per i due film.

ATTORI

Lamberto Maggiorani era un operaio scelto da De Sica perché più credibile di qualsiasi attore. Dopo il film tornò a lavorare come operaio, ma fu licenziato. Tornò così al cinema, apparendo in tanti film importanti (Achtung! Banditi!, Mamma Roma, Anna, Umberto D, Don Camillo e l’onorevole Peppone, Totò, Peppino e i… fuorilegge).

L'attrice che interpretò il personaggio di Maria, la moglie del protagonista, fu Lianella Carell, una giovane giornalista e scrittrice romana, che dopo un incontro con De Sica per un'intervista, fu sottoposta ad un provino, dopo il quale la giornalista entrò, in questo modo inaspettato, nel mondo del cinema. In seguito la Carell apparirà anche in L’oro di Napoli.

Ma il volto più memorabile del film è sicuramente quello del piccolo Bruno, ovvero Enzo Staiola (o Stajola), un bimbo di 8 anni della Garbatella che De Sica scelse fra i tanti perchè colpito dalla sua camminata.

Quella sua tenerissima facciotta è diventata simbolo del Neorealismo e del cinema italiano di quegli anni, commovendo milioni di spettatori.

Anche lui ha proseguito la carriera di attore, girando numerosi film, alquanto dimenticabili eccezion fatta per Vulcano con Anna Magnani e La Contessa Scalza con Ava Gardner e Humphrey Bogart. Dopo aver alternato gli studi all’attività di attore, ha preferito scegliere una carriera del tutto diversa, diventando insegnante di matematica.
Nel 1977 è tornato sugli schermi in una commedia sexy dal titolo La ragazza dal pigiama giallo.

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