Mancava solo la versione 3D del celebre canto dickensiano, ormai rispolverato in tutte le salse: cinema, Tv (perfino una versiona italiana con la Littizzetto), cartone (con Zio Paperone) e pupazzistico (i Muppet).
E il 3D colpisce il bersaglio: coinvolge più che mai,facendoci sorvolare Londra, entrare nei più piccoli dettagli di vita comune, tra ghirlande e bancarelle, tra la neve che continua a cadere, in un girotondo frenetico che alla lunga stordisce, ma ci fa entrare nella vicenda come nessun’altra versione aveva mai fatto.
Si respira il profumo della neve e ci si addentra nelle oscure case dell’epoca, illuminate dalla fiochissima luce delle candele (e per una buona metà del film il protagonista è nell’assoluta nell’oscurità). Sono i personaggi però che non coinvolgono: lo spirito del passato mischia male comicità e dramma, quello del presente (un Gesù obeso dall’insopportabile ed interminabile risata) quello del futuro forse è il migliore proprio perché non compare Carrey, che è decisamente meglio come protagonista. Il piccolo Timmy non suscita la tenerezza che dovrebbe suscitare e il nipote non è per nulla simpatico. A tratti il film è troppo infantile, ad altri invece sembra decisamente per adulti, con un ritmo lentissimo e virate nell’horror, come se volesse ambire ad un pubblico troppo vasto ma alla fine delude qualsiasi tipo di pubblico.
Insomma decisamente meglio i Muppet o Zio Paperone, che ad ogni passaggio televisivo annuale si lasciano guardare volentieri, a differenza di questo che già alla prima visione risulta a tratti insostenibile.
La lezione è dunque che il 3D non deve rimpiazzare il contenuto, altrimenti si arriva ad un cinema sì spettacolare, ma senza un cuore.
VOTO: 6
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