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domenica 27 dicembre 2009
FILM DA RECUPERARE: Il primo giorno d'inverno di Mirko Locatelli
È la storia di Valerio, un ragazzo solitario, incapace di comunicare con i propri coetanei, ma premuroso nei confronti della sorella e della madre. Ogni pomeriggio spia i compagni che si fanno la doccia, finchè non ne becca due in atteggiamenti affettuosi e li ricatta. Il più debole si toglierà la vita e l’abitudinaria esistenza di Valerio sarà così per sempre sconvolta. Il suo gesto di bullismo e di omofobia nasce quindi da un’omosessualità latente, ma non è questo il tema principale del film, quanto quello dell’incomunicabilità.
Situata in un curioso spaccato di provincia decisamente italiana, ma cronologicamente e geograficamente indefinita, l’azione si muove tutta tra casa, piscina e scuola, seguendo le quotidiane ed irrilevanti gesta del protagonista. Spesso tempo filmico e d’azione coincidono e questo non lo rende un film per tutti: del resto non lo sono nemmeno i film di Wenders sull’incomunicabilità o quelli di Van Sant sugli adolescenti ai quali sembra ispirarsi. C’è tanta attenzione al dettaglio, ad ogni minimo gesto dei personaggi, che la camera segue con ostinazione nei loro gesti quotidiani. Sorprendente il personaggio della bambina, vero legame tra un mondo perduto e uno futuro, nonché l’unica che sembra dimostrare rispetto per quel che fu (il ciondolo della nonna) e per il prossimo (la dedizione al suo coniglietto, la premura nei confronti del fratello). Sfuggevole la figura della madre, simbolo di quella generazione che ha dimenticato (che si sbarazza del proprio bagaglio nell’emblematica scena dell’armadio) e che non ha quindi trasmesso molto al figlio, preda della solitudine e dell’incapacità di aggrapparsi a qualcosa.
Bravo il protagonista, Matteo De Gasperis sul cui volto e corpo esita spesso lo sguardo della macchina da presa per riprenderlo nelle sue azione più futili: mentre aggiusta il motorino, mentre guarda insistentement allo specchio il suo volto o il fisico, mentre fa ginnastica.
L’incontro con il regista Mirko Locatelli mi ha sicuramente aiutato ad amare di più il film.
E' stato presentato a festival in tutto il mondo, vincendone uno, ma in Italia è passato inosservato quando è uscito a marzo, nonostante alcune ottime recensioni.
DA RECUPERARE PERCHE’ : è un film che tratta l’adolescenza in modo non banale, raccontando un’esistenza semplice, ordinaria, non scandita da incredibili storie e colpi di scena. Fa riflettere su tanti temi come l’incomunicabilità, la difficoltà di crescere, di instaurare rapporti, il bullismo, l’omofobia , l’omosessualità, il senso di colpa. Ed è un film in cui nulla è casuale, ma tutto è frutto di scelte precise di un autore indipendente di grandi potenzialità. Per ultimo, è un modo per uscire da un cinema omologato e tuffarsi in un’esperienza da cui, se si avrà la giusta pazienza (ripeto: il ritmo è molto lento), si tornerà cambiati.
VOTO: 7
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ho avuto il mio invito. spero di non avere altri impegni a quell'ora per potermi sparare il film in santa pace
RispondiEliminaGrande! Mi fa molto piacere! fammi sapere poi se riesci a vederlo!
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