RUSH
di Ron Howard,
USA, 2013
con Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Alexandra Maria Laras, Olivia Wilde, Pierfrancesco Favino
TRAMA
Niki Lauda e James
Hunt, due giovani aspiranti piloti accomunati da una buona dose di presunzione,
si sfidano, si odiano, si conoscono e in qualche modo si aiutano mentre
diventano campioni del mondo di Formula 1.
RECENSIONE
Enzo Ferrari usò come
esempio James Hunt per spiegare la sua teoria della “parabola del pilota”:
brama di vittoria, trionfo, eccessi e inesorabile declino.
Quella di Hunt è
insomma la classica storia della star bella e dannata, e in questo caso
incarnazione dello sport adrenalinico e spericolato. Niki Lauda è il suo
opposto: razionale, misurato e professionale.
L’abile sceneggiatura
di Peter Morgan, (Frost/Nixon: il duello, Hereafter) approfondisce in modo
efficace la psicologia dei personaggi, mostrando il lato fragile che si cela
dietro alla maschera da campione.
E così i drammi
nascosti di James Hunt vengono a occupare un posto non secondario rispetto a
quelli ben più evidenti di Niki Lauda.
In questo modo il
film contrappone da una parte un personaggio tutto incoscienza e sregolatezza,
dall’altra uno metodico e professionale. I due rappresentano modi diversi di
intendere lo sport, ma il discorso si può allargare all’arte e al modo di
vivere la propria vita. Proprio per questo il film risulta convincente e
appetibile a un pubblico ben più vasto di quello che comprende gli appassionati
di corse.
Alla riuscita dei
personaggi incide anche la scelta del cast: Daniel Buhr (che finora era stato notato solo in Bastardi senza gloria di Tarantino) interpreta benissimo lo
scontroso Lauda e Chris Hemsworth mostra doti drammatiche difficilmente
prevedibili in Thor.
Il regista Ron Howard
(A Beautiful mind, Il codice da Vinci) si serve della solida sceneggiatura di Peter
Morgan (che sicuramente verrà nominato agli Oscar) per dar vita a un film che mischia
abilmente intrattenimento, adrenalina e dramma, nella perfetta tradizione del
cinema hollywoodiano.
VOTO: 7,5