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mercoledì 25 febbraio 2015

Birdman

 BIRDMAN

Di Alejandro González Iñárritu

USA, 2014

Genere : commedia ?

Con Michal Keaton, Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts, Andrea Risebourgh, Zach Galifianakis, Amy Ryan


Se ti piace guarda anche : Maps to thestars, Il cigno nero, Eva contro Eva, Hollywood Ending, Gli ultimi fuochi, Viale del tramonto



VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR: MIGLIOR FILM, MIGLIOR REGIA, MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE, MIGLIORE FOTOGRAFIA. 



TRAMA

Un divo hollywoodiano in declino, famoso per aver interpretato il supereroe Birdman, debutta a Broadway come regista e attore teatrale : è disposto a tutto pur di aver successo.

COMMENTO

Cinico, dissacrante, spietato ritratto di Hollywood e Broadway, ovvero l'essenza del cinema e del teatro statunitense e quindi, in fondo, anche mondiale. Quasi un film verità, in cui non viene risparmiato nessuno, a partire dal protagonista, Michael Keaton, anche lui imprigionato nel ruolo di Batman che lo rese celebre una ventina d’anni fa.


Montato in modo eccezionale (Oscar scippato) da
Douglas Crise e Stephen Mirrione come un unico piano sequenza, recitato divinamente da tutti : non solo Michael Keaton e gli altri nominati all’Oscar Edward Norton, narciso, arrogante e instabile, Emma Stone, sfuggente e insofferente, ma anche Naomi Watts, straordinaria nei panni di un’attrice talentuosa ma insicura, l’ammaliante Andrea Risebourgh e perfino Zach Galifianakis di Una notte da leoni.

Bellissima fotografia di Emmanuel Lubezki (secondo Oscar consecutivo per lui) e musica jazz minimal, effetti speciali ottimi: insomma un film impeccabile, sotto tutti i punti di vista. Un difetto? Narciso, compiaciuto, arrogante ed esagerato come i propri personaggi maschili: Birdman sembra voler inseguire in ogni scena il pezzo di bravura, quell’inquadratura, quello stacco, quella performance da applausi. E ci riesce! 

Ma alla fine, Birdman non è solo Michael Keaton, Birdman è pure Iñárritu, che con l’Oscar tra le mani potrà finalmente spiccare il suo volo di gloria. 

Da guardare assieme a Maps to the stars, davvero speculare per molteplici aspetti, ma meno pretenzioso e più divertente.

VOTO : 8

lunedì 23 febbraio 2015

And the Oscars go to ....

Ne ho beccati solo 11 su 20.
4 statuette per The GrandBudapest Hotel e Birdman, che però ha vinto l’Oscar principale, quello per migliore film dell’anno.
3 gli Oscar a una delle sorprese dell’anno, Whiplash
Tutti gli altri con una sola nomination.
Come attore vince alla fine il giovane Redmayne per La Teoria del tutto, gli altri interpreti erano invece già abbondantemente annunciati. Le sceneggiature migliori dell’anno? Birdman e The imitation game
Nessuno scandalo, nessun premio rubato, tutto tranquillo e più o meno previsto.


Miglior film:
Birdman
Miglior attore protagonista
Eddie Redmayne - La teoria del tutto
Miglior attrice protagonista:
Julianne Moore - Perdersi - Still Alice
Miglior regista:
Alejandro G. Inarritu
Miglior film straniero
Ida - Polonia
Miglior Colonna sonora
The grand Budapest hotel
Miglior attore non protagonista:
J.K. Simmons - Whiplash
Miglior attrice non protagonista:
Patricia Arquette - Boyhood
Miglior sceneggiatura non originale:
The Imitation Game
Miglior sceneggiatura originale:
Birdman
Migliore fotografia:
Birdman
Miglior montaggio:
Whiplash
Migliore scenografia:
The Grand Budapest Hotel
Miglior trucco:
The Grand Budapest Hotel
Migliori costumi:
The Grand Budapest Hotel
Migliori effetti speciali:
Interstellar
Migliore canzone:
"Glory" - SELMA
Miglior sonoro:
Whiplash
Miglior montaggio sonoro:
American Sniper
Miglior film d'animazione
:
Big Hero 


Dal red carpet ho scelto queste: Emma Stone, la più bella, nominata per Birdman, Jessica Chastain, ingiustamente snobbata e Keira Knightley, ingiustamente nominata per The Imitation Game benché rimanga la mia preferita. Al suo fianco Lady Gaga.


domenica 22 febbraio 2015

OSCAR 2015: chi vincerà, chi vorrei vincesse e come vederli

La notte degli Oscar è imminente: ecco i miei pronostici, che appaiono sottolineati nelle cinquine. Mi sono sbilanciato per The Grand Budapest Hotel, Boyhood e Interstellar nei tecnici. Scopriremo i vincitori stanotte, per la prima volta in chiaro, su Cielo, in diretta a partire dalle 2:00 e anticipata dal red carpet.
Per chi tifo? Per The Grand Budapest Hotel, Cumberbatch e Redmayne tra gli attori, mentre le attrici mi piacciono tutte (a parte la Whiterspoon, che non ho ancora avuto la possibilità di valutare). E pretendo che vinca Lost Stars come miglior brano originale.

Miglior film:
American sniper
Birdman
Boyhood  
The grand budapest hotel         
The imitation game
Selma
La teoria del tutto
Whiplash
Miglior attore:
Steve Carell - Foxcatcher
Bradley Cooper - American Sniper
Benedict Cumberbatch - The imitation game     
Michael Keaton – Birdman
Eddie Redmayne - La teoria del tutto
Miglior attrice:
Marion Cotillard - Due giorni una notte
Felicity Jones - La teoria del tutto
Julianne Moore - Perdersi - Still Alice
Rosamund Pike - L'amore bugiardo
Reese Whiterspoon - Wild
Miglior regista:
Alejandro G. Inarritu
Richard Linklater
Bennett Miller
Wes Anderson
Morten Tyldum
Miglior film straniero
Ida - Polonia
Leviathan - Russia
Tangerines - Estonia
Timbuktu - Mauritania
Wild Tales - Argentina
Miglior Colonna sonora
The grand budapest hotel
The imitation game
Interstellar
Mr. Turner
La teoria del tutto

Miglior attore non protagonista:
Robert Duvall - The Judge
Ethan Hawke- Boyhood
Edward Norton - Birdman
Mark Ruffalo - Foxcatcher
J.K. Simmons - Whiplash

Miglior attrice non protagonista:
Patricia Arquette - Boyhood
Emma Stone - Birdman
Laura Dern - Wild
Keira Knightley - The Imitation Game
Meryl Streep - Into the Woods

Miglior sceneggiatura non originale:
American Sniper
The Imitation Game
Vizio di forma (Inherent Vice)
La teoria del tutto
Whiplash

Miglior sceneggiatura originale:
Birdman
Boyhood
Foxcatcher
The grand budapest hotel
Lo sciacallo (Nightcrawler)

Migliore fotografia:
Birdman
The Grand Budapest Hotel
Ida
Mr. Turner
Unbrokern

Miglior montaggio:
American Sniper
Boyhood
The Grand Budapest Hotel
The Imitation game
Whiplash

Migliore scenografia:
The Grand Budapest Hotel
The Imitation Game
Interstellar
Into the Woods
Mr. Turner

Miglior trucco:
Foxcatcher
The Grand Budapest Hotel
Guardiani della Galassia

Migliori costumi:
The Grand Budapest Hotel
Vizio di forma
Into the woods
Maleficent
Mr. Turner

Migliori effetti speciali:
Captain America: The Winter Soldier
Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie
Guardiani della galassia
Interstellar
X-Men - Giorni di un futuro passato

Migliore canzone:
"Everything Is Awesome" - The Lego movie
"Glory" - SELMA
"Grateful" - Beyond the Lights
"I'm Not Gonna Miss You" - Glen Campbell: I'll Be Me
"Lost Stars" - Tutto può cambiare

Miglior sonoro:
American Sniper
Birdman
Interstellar
Unbroken
Whiplash

Miglior montaggio sonoro:
American Sniper
Birdman
Lo hobbit - la battaglia delle cinque armate
Interstellar
Unbroken

Miglior film d'animazione:
Big Hero
Boxtrolls - Le scatole magiche
Dragon Trainer 2
Song of the Sea
La storia della principessa splendente


giovedì 19 febbraio 2015

Turner

TURNER
(Mr Turner)
di Mike Leigh
UK, 2014
con Timothy Spall, Marion Bailey, Paul Jesson, Dorothy Atkinson
Genere: Biopic
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CANDIDATO A 4 PREMI OSCAR


Turner fu un grande pittore: anticipò gli impressionisti e l'arte astratta, fu ampiamente apprezzato ma anche criticato nel corso della sua carriera e questo singolare biopic non gli rende affatto giustizia. Raramente la pittura viene bene al cinema: non ci sono molti biopic riusciti di pittori e anche questo acclamato film di Mike Leigh non passerà di certo alla storia, nonostante qualche idea sulla carta interessante.
Innanzitutto non è un biopic tout-court, in quanto viene presentata solamente l'ultima parte della sua vita, inoltre Mike Leigh, regista e sceneggiatore, sceglie la versione più negativa della vita dell'artista, concedendosi dunque qualche licenza (come nel rapporto con le figlie, storicamente non accertato) che mette ombra sulla sua figura privata.

Non un'apologia, dunque, anzi. La parte artistica è più interessante e riuscita, ma il problema del film, che in altri casi sarebbe potuto diventare un punto di forza, è la struttura a episodi, scollegati tra loro, che alternano vita privata e artistica. Se da un lato offrono una rappresentazione interessante dei tempi (l'accademia, i saloni, i dagherrotipi, i critici del tempo tra cui un ridicolo Ruskin) dall'altra dilatano i tempi e fanno sorgere più di qualche dubbio sulla loro rilevanza all'interno di un film lungo e senza ritmo. Lascia qualche dubbio anche la scelta di Timothy Spall come protagonista, inspiegabilmente premiato a Cannes, fisicamente piuttosto lontano dal pittore e recitativamente parlando ridotto a un'interpretazione monoespressiva, tutta borbotti e grugniti. E il doppiaggio italiano di certo non aiuta. 
VOTO: 5

mercoledì 18 febbraio 2015

La teoria del tutto

LA TEORIA DEL TUTTO
(The Theory of Everything) 
di James Marsh
UK, 2014
con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox
Genere: drammatico, sentimentale, biopic, storia vera
CANDIDATO A 5 PREMI OSCAR

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Adattamento ingentilito della biografia di Jane Hawking, (ex) moglie del celebre scienziato: come nel caso di The Imitation Game il ritratto è verosimile ma non del tutto fedele alla realtà, ma a differenza del biopic su Alan Turing qui si cerca di abbellire il protagonista, cancellando i risvolti negativi (divorzio, allontanamento, egoismi vari) e concentrandosi sulla storia d'amore, una bellissima e potentissima storia d'amore. Struggente, eppure il film riesce a rappresentare una storia strappalacrime che mischia malattia e amore senza far piangere, e questo è un grande merito, complice la sceneggiatura asciutta di Anthony McCarten. 

Ma non è un biopic di Stephen Hawking: in fondo delle sue teorie impariamo poco, giusto qualche piccola spiegazione elementare per il grande pubblico. Ma non è nemmeno la messa in scena di tutta la loro storia, come abbiamo già detto, ma solo di una parte.
La forza del film è in ogni caso nei due protagonisti: Eddie Redmayne, che ha già dato buone prove in altri pellicole (Les Miserables, Io e Marilyn, Savage Grace), restituisce Stephen Hawking con una grande interpretazione mimetica. Il suo corpo si contorce e adatta al personaggio, ma la forza è nel suo sguardo, punto focale di un corpo immobile. A Hollywood piacciono molto i biopic e le performance mimetiche (Milk, Truman Capote, Ray, Quando l'amore brucia l'anima, L'ultimo re di Scozia, Lincoln, solo per citare alcuni Oscar più recenti) e il ragazzo ha buone chance di vincere la statuetta, ma bisogna segnalare anche l'interpretazione della protagonista femminile, che è una vera sorpresa: Felicity Jones, in grado di offrire con la sua mimica una performance brillante che illumina e impreziosisce ogni scena in cui appare.
Con due protagonisti del genere si perdona tutto il resto: La teoria del tutto è infatti un film piuttosto convenzionale, gradevole ed emozionante, recitato benissimo ma privo di altri meriti.
VOTO: 7

domenica 15 febbraio 2015

WHIPLASH

WHIPLASH!

di Damien Chazelle,

USA, 2014

Con Miles Teller, J.K. Simmons, Paul Reiser, Melissa Benoist, Austin Stowell

Genere : Commedia

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CANDIDATO A 5 PREMI OSCAR

Chi di noi non ha avuto un insegnante stronzo, ma proprio stronzo ?

Ma chi di noi ha avuto un insegnante stronzo nella propria materia preferita ?

E soprattutto, chi di noi ha un’ambizione tale da annullare tutto il resto per assecondarla ?





Nel film d’esordio del nemmeno trentenne Damien Chazelle l’universale e il particolare si mescolano : perché il protagonista Andrew studia come batterista jazz in un conservatorio di New York alle prese con un insegnante particolarmente severo, ma Andrew è altresì particolarmente caparbio e ambizioso. Non uno dei tanti insomma, ma uno dei pochi in cui talento, lavoro e follia si incontrano.

Aiutato da un montaggio pazzesco e da due ottimi interpreti (il protagonista Miles Teller, visto in Divergent e TheRabbit Hole e l’insegnante J.K. Simmons, visto soprattutto in tv in serie come Closer ; Law and Order, Oz) il film è visivamente imponente e musicalmente accattivante benché ripetitivo in quanto basato sostanzialmente su due motivi : Whiplash, appunto, e Carovan.

Interessanti i molteplici spunti : sull’insegnamento, sull’impegno e l’ambizione.

Destinato a diventare un classico per gli amanti del jazz, è anche un film da mostrare ad aspiranti cantanti, musicisti e ballerini che oggigiorno affollano le nostre tv e a volte le nostre vite. Candidato a 5 premi Oscar, tra cui miglior film.

VOTO : 7,5

martedì 10 febbraio 2015

The imitation game: un film che tutti dovrebbero vedere

THE IMITATION GAME,
UK, 2014
di Morten Tyldum
con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Charles Dance, Matthew Goode, Mark Strong
Genere: Biografico
Se ti piace guarda anche: Il discorso del re, La teoria del tutto.
CANDIDATO A 8 PREMI OSCAR

Film interessante, di cui si sta parlando molto, da una parte per i premi e consensi di pubblico che sta ottenendo, dall’altra per l’importanza storica del personaggio portato in scena. Per questo è un film che va assolutamente visto: Alan Turing, oltre ad essere un grande fisico, è l’uomo che Churchill definì l’individuo ad aver dato il maggior contribuito alla vittoria degli alleati durante la seconda guerra mondiale salvando milioni di vite grazie alla decodificazione dei messaggi nazisti ed è pure uno dei pionieri dell’informatica. Troppi meriti per un unico uomo? Già, se ci pensate è anche per merito dei suoi studi e dei suoi sperimenti che ora state leggendo questo articolo. Eppure sono stati gli mezzi di comunicazione che ne hanno taciuto la sua rivelanza storica perché Turing era gay e fu condannato per questo crimine portandosi nella tomba i suoi contributi in quanto aveva agito per i servizi segreti. Solo nel 2013 la Regina Elisabetta gli ha concesso una grazia postuma.
Tutto questo nel film sceneggiato da Graham Moore e basato sul romanzo di Andrew Hodges c’c’è, ma ci sono anche alcune inesattezze storiche, rilevata da decine di studiosi che si sono espressi a riguardo, stroncando il film in quanto pieno di inesattezze storiche che non è possibile riprendere in una recensione. Mi limiterò alle più eloquenti, quelli che riguardano l’uomo, e non lo scienziato: Turing non aveva comportamenti autistici, non aveva problemi a relazionarsi con gli altri, non mostrava atteggiamenti arroganti, non chiamò nessuna sua macchina Christopher (al quale tuttavia era davvero legato), non si mise mai a capo della sua squadra e non licenziò mai nessuno, il suo team era composto da migliaia di studiosi, con la fidanzata Joann Clark era molto più romantico, non fu una spia, non fu derubato da un prostituto, ma da un conoscente di un ragazzo che frequentava..

Insomma il film da un lato fa giustizia a un grande eroe della nostra storia, dall’altro sembra riservargli lo stesso atteggiamento discriminatorio che la storia gli ha riservato, non si capirebbe altrimenti la necessità di renderlo così antipatico quando in realtà non lo era. Come se uno non possa essere geniale e normale allo stesso tempo…Del resto abbiamo assistito a tantissimi biopic in cui criminali e assassini venivano dipinti come simpatiche canaglie o personaggi dotati di una certa tragicità, perché rappresentare dunque un genio come una persona detestabile, definita dai suoi stessi amici “mostro e strambo” quando in realtà non lo era affatto?
Polemiche a parte, The imitation Game è Il discorso del re di quest’anno: stesso stile trasparente, attore inglese protagonista bravissimo, regista sconosciuto, musiche di Desplat. Anche le nomination all’Oscar sono identiche, e tutte francamente esagerate. Ma c’è una sostanziale differenza, che rende la visione un must: qui non si parla di un re che balbettava, bensì di un uomo che ha cambiato la storia.

VOTO: 7+

sabato 7 febbraio 2015

Il nome del figlio

IL NOME DEL FIGLIO
di Francesca Archibugi,
Italia, 2015
con Vittorio Gasman, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Micaela Ramazzotti, Rocco Papaleo
Genere: Commedia


TRAMA
Una normale cena tra parenti si trasforma in una "carneficina" di parole e rivelazioni. 
COMMENTO
Remake italiano di una scoppiettante commedia francese del 2012, Cena tra amici, a sua volta tratta da una pièce teatrale diretta dagli stessi registi, questo Il nome del figlio aveva tutte le carte in regola per diventare un successo in questo paese in cui a incassare sono solo le commedie. Scontri ideologici, frustrazioni casalinghe, tensioni familiari: gli ingredienti c’erano tutti, bastava adattarli al contesto italiano, come ha fatto Benvenuti al sud.
E invece Francesca Archibugi, anni dopo il riuscito Questione di cuore (2008) ha voluto strafare, aggiungere (ad esempio degli inutili e confusi flashback ad esempio), personalizzare e, errore/orrore notevole, inserire tutto in un contesto romano, escludendo dunque il resto degli italiani e trasformando il tutto nell’ennesimo film romano de Roma di cui non si sentiva la mancanza. E laddove nel film francese la sposa incinta era un’elegante signora, qui abbiamo giustamente una romanaccia burina: perché noi italiani siamo così: trasformiamo in buzzurro ciò anche ciò che è elegante. E questo vale per i toni generali del film. Alla fine comunque è proprio il personaggio della burina a rivelare maggiori sorprese grazie anche all’interpretazione di una sempre ottima Micaela Ramazzotti, affiancata da una sempre in parte Valeria Golino. Meno mirato il reparto maschile, in cui Lo Cascio e Gassman ripetono i personaggi visti in I nostri ragazzi. Non mancano spunti interessanti, ma alla fine l’impressione conclusiva è quella di un’occasione sprecata.

VOTO: 6+