BORN TO DIE
di Lana del Rey
Data di uscita: 30 gennaio 2012
Genere: Pop
Se ti piace ascolta anche queste artiste: Tori Amos, Kylie Minogue, Adele,
Birdy, Portishead, Nancy Sinatra.
Se fosse un quadro sarebbe preraffaellita,
se fosse un romanzo sarebbe decadente, se fosse un film sarebbe un impossibile mix
tra Lynch e i classici americani degli anni ’50. Tant’è che vi sono riferimenti a James Dean e
Scarlett O’Hara.
Ma è un album, anzi è l’album. Quello più “in”
del 2012.
Perché torno a parlare di musica in questo
blog di cinema?
Perché innanzitutto questo è il mio blog e
ci scrivo quello che voglio, ma anche perché questo è uno degli album più cinematografici
in circolazione ed è pure il disco più pubblicizzato dell’anno.
L’artista è Lana del Rey, nata Elizabeth
Grant nel 1986, un bel disco pubblicato solo on-line nel 2010 e ora alle prese
con il debutto commerciale internazionale.
Non è esagerato descriverlo come l’album
più atteso dell’anno e lo è ancora meno dire che questo è l’esordio più “sensazionale”
della storia dell’intera musica pop.
Perché Lana del Rey ha già una moltitudine di fan
ancora prima del vero debutto.
In questi ultimi mesi ha collezionato
prestigiosissime riviste di settore e non solo, occasione che non capita normalmente a un
debuttante. Ma Lana ha alle spalle un padre miliardario e un popolo di seguaci virtuali
che l’hanno trasformata in un fenomeno in una manciata di mesi.
Ma forse è meglio non portarle sfortuna
con tutto questo entusiasmo.
Ricordiamo infatti che il 2011 doveva
essere l’anno di Lady Gaga che si è vista invece superata da Adele in fatto di
vendite, da Katy Perry in singoli numero 1 e da Rihanna in singoli da Top 10.
Così questa misteriosa creatura divisa tra
la sua anima da pin-up e quella da angelo preraffaellita ha creato questo album
etereo eppure trendy, orchestrale ma commerciale, adatto ad ascoltatori di
nicchia ma ancora di più a un vasto pubblico. Se siete rimasti folgorati da
Video Games e Born to die, sappiate che non vi è di meglio all’interno di
questo disco, ma in fondo due gioielli del genere possono bastare per costruire
un’intera reputazione e un’intera carriera.
Born to die è un disco interessante, come
lo era anche il precedente (Lana del Rey aka Lizzy Grant), ricco di atmosfere
retrò suadenti, tra languori melodico/orchestrali e ammiccamenti pop.
E Lana del Rey è diventata, in parte anche
inspiegabilmente, icona di ogni radical chic e gay sulla faccia della Terra. Riuscirà a conquistare anche altre fette di pubblico?
Alle prossime settimane la sentenza in
termini di vendite.