CESARE
DEVE MORIRE
di Paolo e Vittorio Taviani,
Italia, 2012
con Cosimo Rega, Salvatore Striano, Vincenzo Gallo.
Genere: Ducu-fiction, Teatro filmato.
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TRAMA
I
detenuti di Rebibbia ogni anno hanno un laboratorio teatrale: questa volta
devono rappresentare il Giulio Cesare.
RECENSIONE
Cesare deve morire è cinema e anticinema: girato in un luogo non
cinematografico e con attori non professionisti, sfiora il documentario
restando nella fiction nella misura in cui musica (di GiulianoTaviani), scenografie e luci sono
quelli di un film di fiction in cui si restituisce una fedelissima ed esaustiva
trasposizione del celebre dramma di Shakespeare.
I due fratelli Taviani, ultraottantenni, dirigono un film
dotato di grande fascino visivo, grazie a una splendida fotografia che rende
cinematografici volti e ambienti che non lo sono, trasformando un carcere
nell’antica Roma e trasmettendo l’immensità dell’arte: un detenuto afferma che
si sente imprigionato solo dal momento in cui ha scoperto l’arte.
L’arte
che apre nuovi e infiniti mondi. L’arte che rende liberi.
Deve
essere stato questo il motivo che ha spinto i giurati dell’ultimo festival di
Berlino (personaggi come Mike Leigh, François Ozon, Charlotte Gainsbourgh e
Jake Gyllenhaal) ad assegnare il primo premio a questo piccolo, coraggioso film
italiano che nessuno ha visto nei cinema: 400.000 gli euro incassati nel nostro paese e 18 i primi vinti in giro per il mondo. Un successo internazionale inaspettato di cui andare fieri, ma che fa riflettere: è davvero questo il miglior cinema italiano o il miglior film italiano dell'anno?
No. Nonostante i due ottantenni dirigano con più freschezza e coraggio dei loro colleghi connazionali che hanno la metà dei loro anni, il loro film è troppo intellettuale per far presa al grande pubblico.
A
Berlino è passato con sottotitoli in inglese e tedesco, ma la versione italiana
non è sottotitolata, rimanendo più volte incomprensibile visto che ogni attore
parla nel proprio dialetto.
VOTO: 7-
devo ancora vederlo però cmq mi ispira a bomba
RispondiEliminann crearti però troppo aspettative! Secondo me è sopravvalutato!
Eliminaio l'ho visto e ne ho anche scritto, mi è piaciuto molto. sulla questione degli incassi, non è il cinema di qualità italiano che manca, è che la distribuzione è pessima quasi quanto il gusto del pubblico medio
RispondiEliminaPasso a leggere la tua recensione!
Eliminafilm ottimamente girato e con una fotografia magnifica, però anche a me ha lasciato un po' perplesso.
RispondiEliminanon male, ma mi è sembrato parecchio sopravvalutato...
Già, già e già.
EliminaA me è piaciuto molto, soprattutto perchè è una storia universale, che funziona a tutte le latitudini: sono pochissimi i film italiani di cui si può dire altrettanto. Secondo me è perfetto per rappresentare l'Italia agli Oscar, anche se difficilmente vincerà (Haneke è già in pole position con 'Amour' - quello sì molto sopravvalutato). Diciamo che se entrasse in nomination sarebbe già una vittoria...
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli incassi, ha ragione Dantès: la distribuzione italiana è davvero pessima, e colpisce in particolar modo i film di qualità: purtroppo la continua 'decimazione' delle sale d'essai, che stanno morendo piano piano per lasciar posto ai multiplex, sfavorisce indubbiamente questo tipo di film. Ed è un grosso problema, soprattutto culturale.
La colpa è anche del pubblico purtroppo. Poi certo, è un po' come la Tv..se in Tv ci sono solo talk show caciaroni, la gente si abitua a non cercare altro..
Eliminavisto in una sala d'essai, di quelle in estinzione.
RispondiEliminae poi dicono che qualcuno cerca i film in modi diversi.
a me è piaciuto molto, un film universale, che tutti capiscono, e sono d'accordo, sottotitolato è meglio.
Che belle le sale d'essai. Ma anche i multisala, per carità. Io amo tutti i luoghi in cui proiettano cinema!
Eliminap.s. mi stupisce (positivamente) che tutti voi l'abbiate visto!
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