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sabato 31 ottobre 2009

Playlist d'ottobre

Oggi è l’ultimo giorno d’ottobre e quindi mi sembra la giornata adatta per stilare qualche classifica.
Ecco la mia playlist d’ottobre:
1. you set me on fire – Dolores o’riordan
2. paparazzi – lady gaga *
3. voglio vederti danzare – franco battiato
4. I’ll go crazy – U2
5. rain – mika

* eh sì, ahimé!
lady gaga ha conquistato anche me!

mercoledì 28 ottobre 2009

RECENSIONE di In This Light And On This Evening dei THE EDITORS



L’intro è affidato ad un brano molto cupo, ma poi l’atmosfera si rilassa un poco (ma mai troppo). La voce del leader della band rende inconfondibile ormai ogni pezzo dei The Editors, rendendo subito familiare ogni pezzo. E molti pezzi sembrano in effetti già sentiti. Questa è l’idea generale all’ascolto del nuovo disco composto da solamente 9 tracce (più varie bonus track nell’edizione deluxe). Ma ogni tanto ci sono suoni elettronici che scuotono l’ascolto, qualche tastiera furbetta e potenti sintetizzatori. In tutto il disco si respira poi un’atmosfera molto anni ’80 e molto decadente. Una buona dose di alternative rock, con alcuni pezzi davvero coinvolgenti (Eat raw meat, fra tutti).

VOTO GLOBALE: 7
Da ascoltare: Like treasure, eat raw meat=Blood drool, walk the fleet road

Tracklist:

1. In This Light and on This Evening 7
2. Bricks & Mortar 6,5
3. Papillon 6,5
4. You Don't Know Love 7
5. The Big Exit 7,5
6. The Boxer 6,5
7. Like Treasure 7,5
8. Eat Raw Meat=Blood Drool 7,5
9. Walk the Fleet Road 7,5

lunedì 26 ottobre 2009

RECENSIONE di THEBOY WHO KNEW TOO MUCH di Mika

Mika è tornato, dopo 2 anni, con un album quasi uguale al precedente. I due dischi sono legati da corrispondenze che non possono essere casuali: Rain è la nuova Relax, Good gone girl è la nuova Big Girls (a cui è troppo simile), Blame it on the girl la nuova Lollipop, ecc. ecc.
A mancare sono le nuove Grace Kelly o No Happy Endind. Ovvero nessun pezzo davvero curato, ma un collage di tanti abbozzi che arrivano a malapena ai tre minuti. Si tratta in ogni caso di abbozzi gradevoli che scorrono via velocemente e bastano pochi ascolti per canticchiarseli tutti. Un pop molto easy, ma per lo meno creato con una voce originale ed il sound di una band. E non è poco oggigiorno. Quindi basta dire che dopo un debutto tanto promettente, ci si aspettava qualcosa di più. Che è vero, per carità: tutti si aspettavano delle canzoni in cui il ragazzo mettesse in maggior risalto le proprie capacità vocali e artistiche. Ci aspettavamo un disco più maturo insomma. Ma per quello c’è tutto il tempo: non scordiamoci che il ragazzo ha solo 26 anni, e ha davanti a sé tutto il tempo che vuole per maturare! Perciò ben venga questo album di sogni adolescenziali!

VOTO GLOBALE : 7

Da ascoltare: we are golden, rain, I see you, one foot boy
Tracklist
01.We Are Golden

02. Blame It On The Girls
03. Rain
04. Dr John0
5. I See You
06. Blue Eyes
07. Good Gone Girl
08. Touches You
09. By The Time
10. One Foot Boy
11. Toy Boy
12. Pick Up Off The Floor
13. “Lover Boy” (Bonus Track)
14. “Lady Jane” (I-Tunes Bonus Track)

domenica 25 ottobre 2009

Recensione di NO BAGGAGE di Dolores O'Riordan



L’avevamo lasciata al 2007 con il suo album di esordio da solista, che non faceva pensare ad una lunga carriera futura. The Journey, scelto come singolo di lancio di questo album, aveva confermato le scarse aspettative. Eppure, ascoltando tutto l’album, all’ascoltatore non rimane che chiedersi perché il pezzo in questione sia stato scelto come singolo: è indubbiamente molto orecchiabile, ma è anche il brano più debole dell’intero disco! Ancora più assurdo è il fatto che la bonus track, disponibile solo su Itunes (You set me on fire), già b-side del singolo, è decisamente il miglior pezzo del lavoro.
Con una buona dose di sorpresa ascoltiamo dodici brani piacevoli, che ricordano le canzoni più spensierate ed ottimistiche dei The Cranberries, tanto che Dolores spesso si dimentica dei suoi gorgheggi doloranti e dolorosi per utilizzare la maggior parte delle volte un tono più basso e conciliante.
Personalmente, è uno dei miei due dischi preferiti di questa stagione 2008/2009 ed adoro ogni singola traccia!

Da ascoltare: It’s You, Fly Through, Lunatic You set me on fire (Itunes track)


VOTO GLOBALE : 7,5

Tracklist con voti
Switch Off the Moment 7
Skeleton 7
It's You 7,5
The Jorney 6,5
Stupid 7,5
Be Carefu 7,5
Apple of My Eye (New Version) 7,5
Throw Your Arms Around Me 7
Fly Through 7,5
Lunatic 8
Tranquilizer 7,5
You set me on fire (bonus track) 8

sabato 24 ottobre 2009

Recensione di BACKSPACER dei Pearl Jam

Non mi ha convinto molto questo disco. Non è un disco su cui soffermarsi troppo e del resto dura anche troppo poco. Ma non è neanche brutto.
L'album si presenta diviso in due parti: la prima è composta da pezzi rock veloci, monotoni e ripetitivi. Poi a metà arriva Just Breathe, scelto come singolo di lancio, per portarci in una seconda parte migliore, in cui pezzi adrenalinici rock’n’roll si alternano a ballate rock o a tracce squisitamente acustiche con Vedder e chitarra. Il risultato globale è un lavoro armonioso e piuttosto piacevole che però non lascia il segno. I brani sono semplici, ripetitivi e raramente superano il minimo sindacale di tre minuti di durata. E un disco di mezzora è davvero troppo poco.

Da ascoltare : Just Breathe, Force of Nature, The End

Voto globale: 7

Tracklist con voti
Gonna See My Friend 7
Got Some 6
The Fixer 7
Johnny Guitar 7

Just Breathe 8
Amongst The Waves 7,5
Unthought Known 7,5
Supersonic 6,5
Speed Of Sound 7
Force Of Nature 7,5
The End 8

venerdì 23 ottobre 2009

Film in uscita questo weekend

Certo che i distributori italiani non sanno proprio cosa sia il buon senso.
Questo weekend infattti escono i seguenti film che voglio tanto vedere :
Parnassus l’uomo che voleva ingannare il diavolo
Bruno
Oggi sposi
Julie e Julia
Io, Don Giovanni
Senza contare che ci sono altri film che devo ancora vedere:
Up
Ricky
La doppia ora
Ogni sera cinema???

Brotherhood vince il Festival del cinema di Roma

Bellissima notizia: Broterhood, storia di due naziskin omofobici che si scoprono gay, ha vinto il premio di Miglior Film al Festival del Cinema di Roma. Un paio d’anni fa vinceva lo stesso premio Brockeback Mountains a Venezia, un mese fa sempre a Venezia A Single Man vinceva un prestigioso premio e a febbraio Milk ha vinto diversi Oscar.
Se solo il cinema potesse influenzare la società, se solo qualcuno andasse a vederlo questo Brotherhood e facesse qualche riflessione su quello che succede oggi in Italia..

RECENSIONE di VIOLA DI MARE

Gli italiani non riescono a fare film verosimili a tematica omosessuale. Forse perché non è verosimile che un omosessuale italiano riveli la propria sessualità, dal momento che ogni diritto gli è negato ed ogni pubblico sopruso garantito. Lo stesso succedeva nella Sicilia di fine Ottocento. È coraggiosa dunque la scelta della regista Donatella Maiorca di ambientare questa storia d’amore saffico in un’Italia remota ed arretrata, per dimostrarci quindi che in realtà nella modernissima e civilizzatissima Italia d’oggi non è cambiato assolutamente nulla. Per le protagoniste, abitanti di un minuscolo villaggio, è impossibile nascondere la propria relazione e sottrarsi al giudizio altrui. La nascita della loro relazione è filmata bene, ma il resto tentenna.
Alla sceneggiatura collabora anche l’autore del romanzo da cui è tratto il film, ma il risultato è comunque insoddisfacente. I dialoghi sono ridotti all’osso ma inadeguati. A salvare questo film tutto al femminile è la colonna sonora firmata da Gianna Nannini e le interpretazioni delle due bravissime (e bellissime) protagoniste (Isabella Ragonese e Valeria Solarino, che continuo a considerare una delle migliori interpreti del cinema italiano, ancora in attesa di una consacrazione).
VOTO : 6

lunedì 19 ottobre 2009

Recensione di BAARIA

Sicuramente Tornatore è una personalità importante del nostro cinema, o meglio è uno dei pochi registi italiani con uno stile proprio e capace di dar vita ad opere personali. Anche questa volta il progetto che propone è qualcosa di diverso ad ogni altro film italiano in circolazione, ma qualcosa di molto simile ai suoi film più noti (Malena e Nuovo cinema paradiso), di cui riprende diversi temi. E così eccoci ancora di fronte ad uno scorcio popolare di storia siciliana raccontato con epicità, tenerezza, poesia e trasporto emotivo. Con poco equilibrio (scene troppo corte o troppo lunghe), qualche difficoltà nel dare una forma al proprio racconto e qualche concessione di troppo (stucchevoli le ultime scene). Accompagnato da una sontuosa fotografia e una strabordante colonna sonora firmata Morricone.
VOTO: 7

mercoledì 14 ottobre 2009

Recensione di TAKING WOODSTOCK

Dopo Lussuria Ang Lee torna in Occidente per raccontare l’evento rock più importante della storia: Woodstock. Lo fa proprio nel 40° anniversario di quel raduno e quindi sembrerebbe un progetto per omaggiare il grande festival. Ma non è affatto così: Lee esplora in realtà tutto quello che c’era al di là dell’evento rock, tutto tranne la musica, insomma. Questo è anche l’aspetto più curioso e divertente del film: un film su Woodstock senza quello per cui questa località è passata alla storia. Vediamo quindi il milione di giovani che si ritrovarono in questo posto sperduto per mettere in pratica la loro personalissima santa trinità: droga, sesso e rock’n’roll. In particolare seguiamo la vicenda (vera) di colui che rese possibile l’evento: un ragazzo ebreo succube della madre che grazie al movimento hippy ( e alla droga ) trova la forza di seguire la propria strada.
Ma se Ang Lee ci aveva abituati a stravolgere gli stereopi ( basta pensare ai cow boy gay di Brokeback Mountains) qui invece ne usa parecchi. Gli unici a non essere troppo stilizzati sono guarda caso gli omosessuali: il simpatico travestito Wilma ( un bravissimo Liev Schreiber) e il protagonista, che con molta naturalezza scopre la propria sessualità. Ma gli altri personaggi sono sempre a pochi passi dalla parodia (compreso il pur sembre bravo Emile Hirsch nei panni di un allucinato reduce di guerra).
E così l’evento musicale più grande della storia della musica è dipinto come un covo di drogati dediti al sesso promiscuo. Non aspettatevi dunque una grande colonna sonora o reincarnazioni degli idoli che infiammarono quel palco.
Rimane un film comunque gradevole che ci fa respirare l’aria (allucinogena) dell’epoca.
VOTO: 7

Recensione di WHATEVER WORKS

Woody Allen ha sfornato per l’ennesima volta lo stesso film e ancora una volta l’ha fatto maledettamente bene. Le sue ossessioni ci sono tutte: antisemitismo, religione, sesso, psicanalisi, politica, ma sono aggiornate con grande lucidità. E ancora una volta si conferma molto più ribelle, lucido e anticonformista di registi ben più giovani di lui. È da un sacco che non si rideva così davanti ad uno dei suoi film, ma è anche da un bel po’ che un film non suscitava tante riflessioni. C’è molto cinismo, ma anche voglia di vivere. Come in ogni film Allen mostra l’assurdità e la vacuità dell’esistenza, ma poi suggerisce sempre un modo per andare avanti. Ed è questo il bello dei film di Woody Allen: fanno riflettere su quanto sia miserabile il mondo, ma suggeriscono sempre che c’è un modo per rendere tutto più bello. I dialoghi sono scoppiettanti, la sceneggiatura praticamente perfetta, ma purtroppo ci sono anche un sacco di punti deboli nella pellicola.
Gli attori convincono meno del solito, innanzitutto: la Wood nei panni dell’oca è brava, ma non quanto la Johansson in Scoop. Larry David è l’alter ego ideale di Allen, ma non è Woody Allen.
Allen non ha curato molto la forma questa volta: fotografia, musica e montaggio sono davvero mediocri ed èun peccato perché se a un contenuto altissimo avesse abbinato una buona confezione, il risultato sarebbe stato eccellente. Ma sembra usare metodi altalenanti: ripensando al suo fim precedente, ci ricordiamo quella musica trascinante e quella fotografia calda e avvolgente che, mescolate con due dive facevano del film un prodotto perfettamente confezionato, nonostante la sceneggiatura fosse più debole. Qui Allen fa il contrario: prende attori sconosciuti, trascura tutto ciò che è di contorno e si concentra sul contenuto, sulle parole e per l’ennesima volta ci colpisce con delle battute che vanno dritte alla mente e al cuore, ci fanno ridere di gusto e pensare. C’è forse da aggiungere che sono passati 40 anni dal suo debutto e questo è il suo quarantesimo film. E il livello è ancora altissimo, nonostante il poco tempo che dedica ad ogni progetto ( e quest’anno si è dato pure all’opera lirica!). Ancora una volta grazie, caro vecchio Mr Allen.
VOTO: 7,5

lunedì 12 ottobre 2009

Recensione di DISTRICT 9

Un film coraggioso: ci vuole coraggio per presentare un film del genere e per spendere tanti milioni di dollari. Al di là dell’alieno come parabola di ogni diverso oppresso dalla nostra società, il film offre davvero poco. L’inaudita crudeltà che gli uomini usano nei confronti dei non-umani non può che ricordare i metodi disumani di certi militari, ma il fascino del film finisce qua. Lo spunto è interessantissimo, ma il soggetto viene svilupato male. I dialoghi sono assolutamenti improbabili, si passa dall’angoscia pura a momenti involontariamente comici, dall’azione più concitata alla noia assoluta, da un’ottima interpretazione all’inadeguatezza. Per non parlare dell ricorso alla tecnica del “documentario”, che rende tutto ancora più ridicolo. E vogliamo parlare del protagonista, che si mette a chiacchierare nei momenti di maggior pericolo e che non fa altro che ripetere “vaffanculo” di fronte ad ogni situazione? Se a tutto ciò aggiungiamo anche la profusione di effetti ed effettacci speciali, scene d’azione cariche di sparatorie in cui muoiono tutti tranne il cattivo dei cattivi otteniamo il classico blockbuster made in USA.

Tutto questo mentre sulla costa opposta degli Stati Uniti c’è un arzillo ultrasettantenne che con una manciata di attori e un paio di stanze sforna un film splendido.

VOTO: 4

domenica 11 ottobre 2009

Recensione de Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki




Un tuffo nei cartoni animati giapponesi degli anni ’80, ovvero un’immersione in un’animazione educata, elegante, rigorosissima, lontana dalle chiassose risate e dalle fragorose scene d’azione dei cartoni d’oggi. Salvo i personaggi esilaranti ( sia le bambine che i due personaggi fantastici) non ci sono battute divertenti: è per lo più un film silenzioso, fatto di quotidianità, poche parole e pochi avvenimenti. A far ridere sono le apparizioni di Totoro che sconvolgono il ritmo lento del racconto, ma per il resto non facciamo altro che seguire le gesta quotidiane di due bambine d’altri tempi. Singolare è anche la mancanza di una vera e propria morale: i problemi delle bambine li risolvono i loro amici fantastici, come a dire che il potere dell’immaginazione sia superiore a tutto. Come dicevo, è un altro mondo, in un altro tempo.


VOTO: 8

sabato 10 ottobre 2009

La vera storia di Totoro

La storia di Totoro in realtà inizia molto tempo fa. Il simpatico animale, negli anni ’80 gestiva una rosticceria a Nagasaki quando tra i suoi clienti apparve nientemeno che Miyazaki che rimase affascinato dalla sua mole e dai suoi modi buffi, tanto da trasformare in film alcuni episodi della sua vita.


Da allora Totoro è una star in Giappone, con tanto di parco di divertimenti a lui dedicato.


Come vediamo però, Totoro ESISTE davvero, e davvero prende il gatto bus, spesso in compagnia di fan che gli chiedono l’autografo. I gattobus si sono diffusi in tutto il Paese e sono diventati un mezzo piuttosto usato in Giappone.






Nel parco Ghibli Totoro è la star più famosa, con tanto di riproduzioni a grandezza naturale.






venerdì 2 ottobre 2009

Trailer de "Il compleanno"

Ecco il trailer de "Il Compleanno" di Marco Filiberti, per ora ancora senza distribuzione in Italia. Visto che al Festival di Venezia è stato accolto in modo positivo, spero che arrivi presto nei cinema.


giovedì 1 ottobre 2009

La musica di novembre

è un mese ricco di novità quello di novembre:

è appena uscito il nuovo di Franco Battiato, che rappresenta una mossa del tutto inaspettata del cantautore, che ci aveva abituato ai suoi modi eleganti, enigmatici e moderati. “Inneres auge" è un vero e proprio j’accuse nei confronti del nostro premier. Della serie: quando è troppo perfino uno come Battiato perde la pazienza e dice basta!

Altro personaggio siciliano che torna con un nuovo album è Carmen Consoli, che spero giri presto un video per il nuovo singolo per non passare inosservata.

Gli Snow Patrol ritornano con un nuovo singolo Just say yes che anticipa l’uscita dell’album., Up to now.
Il pezzo all’inizio sembra ammiccante, ma poi si risolve in un pezzo canonico e fedele al sound a cui ci hanno abituato

I Kooks hanno fatto una cover di All That She Wants degli Ace of Base! Allora io quella canzone l’adoravo, ma perchè coverizzarla, tra l’altro mi pare anche per lanciare il nuovo album? Hanno così poche idee i ragazzetti di Brighton?

Il nuovo singolo (boys and girls) di quella rompiscatole di Pixie Lott (suo il tormentone estivo Mama Oh Oh) è uguale a Shut up and drive di Rihanna. Questo ci fa sperare che la vena creativa della diciottenne è giù esaurita ..

Natalie Imbruglia èuscita col nuovo album, Come to life, anticipato dal singolo Want, in rotazione da un paio di mesi. Speriamo che le altre collaborazioni con i Coldplay siano migliori, visto che Want è uno dei pezzi più banali che l’Imbruglia (splendida nel video) abbia mai proposto. Possibile che l’abbiano scritto i Coldplay, i cui standard sono decisamente più alti?
L'album in Italia è arrivato al 42° posto, maluccio, no?

Altro incontro di due talenti che si rivela una delusione, come sempre accade in questi casi. Elisa e Guliano Sangiorgi dei Negramaro, ovvero le due voci a mio parere più belle della musica italiana, duettano in Ti vorrei sollevare, che non è un brutto pezzo, anzi, però sembra più una gara a chi canta più alto. Poi perché cantare all’unisono?

Mi sembra giusto concludere con l’ascolto della canzone di Battiato, seguendo il testo riportato qui sotto:
http://www.youtube.com/watch?v=pvEbyhfuKkU&feature=player_embedded

Come un branco di lupiche scende dagli altipiani ululando
uno sciame di apiaccanite divoratrici di petali odoranti
precipitano roteando come massi da
altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c’è a organizzare feste private
con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello stato?
Non ci siamo capiti e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro?
La giustizia non è altro che una pubblica merce
Di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante
da gettare come ami fra la gente?La linea orizzontale
ci spinge verso la materia,quella verticale verso lo spirito.
Con le palpebre chiuse
s’intravede un chiarore
che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore:inneres auge,
das innere augela linea orizzontale ci spinge
verso la materia,quella verticale verso lo spirito.
La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
ma quando ritorno in me,
sulla mia via, a leggere e studiare,
ascoltando i grandi del passato…
Mi basta una sonata di Corelli,
perché mi meravigli del creato