LE IDI DI MARZO
(THE IDES OF MARCH)
Di George Clooney
USA, 2011
Dramma politico
Con Ryan Gosling, George Clooney, Evan Rachel Wood, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Max Minghella e Marisa Tomei
Se ti piace guarda anche: Il Candidato, Leone per agnelli, Syriana, Taxi Driver
Candidato a 4 Golden Globes, tra cui miglior dramma, miglior regista e miglior attore protagonista
Il rampante e brillante addetto stampa Steven (Ryan Gosling) è al servizio, al fianco di Paul (Philip Seymour Hoffman) del candidato democratico Morris (George Clooney), ma viene corteggiato dal rivale Tom (Paul Giamatti) e sedotto dalla stagista minorenne Molly (Evan Rachel Wood): due imperdonabili errori che..faranno decollare la sua carriera.
È la solita storia su quanto sia corrotta la politica, e su quanto siano corrotti o corruttibili anche i più idealisti e all’apparenza integerrimi personaggi che ne fanno parte.
Eppure è una storia sempre attuale, attualissima, soprattutto in un momento di gravissima crisi come questo. Il succo è che ogni politico, anche quello che appare migliore, ha cadaveri nell’armadio, e che nessuno, ma proprio nessun presidente o aspirante tale sappia resistere al fascino di una stagista e/o di una minorenne..Senza parlare delle frecciate alla stampa (impersonata dalla figura viscida della giornalista del Times di Marisa Tomei) e di tutti i suoi meccanismi, altrettanto loschi e immorali.
La disillusione di Clooney, il quale si impegnò in prima persona a sostenere Obama, sembra insomma immensa e la sua tesi pare sostenere che non si possa davvero trovare onestà in un ambiente pieno di squali.
Questa sua opinione è messa in scena nel più classico dei modi, nel perfetto stile hollywoodiano al quale Clooney ci ha abituato nelle sue prove da regista, sempre ammirevoli per l’impegno politico e anche per la capacità di riunire cast stellari e allestire grandi set con mezzi a dir poco esigui (appena 12 milioni il budget di quest’ultima opera che raggruppa premi oscar e due degli attori emergenti più in voga). Ma se si cerca audacia nelle scelte narrative o tecniche allora bisogna guardare altrove, perché il Clooney regista è fedelissimo al cinema classico hollywoodiano che tanto ama e che rende i suoi film atemporali, degli instant classics adatti a un pubblico di 40 anni fa come a quello attuale, il che per certi versi può essere un pregio, ma personalmente considero un peccato non volersi confrontare con più innovative tecniche espressive.
Lode comunque all’impegno e al coraggio di Clooney regista, produttore, sceneggiatore (assieme al Grant Heslov regista di L’uomo che fissa le capre e Beau Willimon che adatta il proprio lavoro teatrale) e attore (in un un ruolo peraltro scomodissimo).
Suggerisco di ripescare a questo punto due film con Robert Redford: Il Candidato per quanto riguarda il lato “marcio” della politica, e Leoni per agnelli per assistere alla messa in scena della passione per la politica.
E voi quale Clooney preferite? L’attore o il regista?
VOTO: 7-