NON DIMENTICARTI DI VOTARE IL TUO FILM PREFERITO CON ANNA MAGNANI NEL SONDAGGIO QUI A FIANCO! CI SONO RIMASTI SOLO POCHI GIORNI!
PELLE DI SERPENTE (The Fugitive kind)
1959, di Sidney Lumet
Ovvero l’incontro di Anna Magnani con Marlon Brando. PELLE DI SERPENTE (The Fugitive kind)
1959, di Sidney Lumet
TRAMA
Val (Marlon Brando) detto Pelle di serpente a causa della giacca che indossa sempre, trova lavoro come commesso in Mississippi, facendo perdere la testa a Lady Torrance (Anna Magnani), moglie del proprietario malato, e Carol (Joanne Woodward), sbandata nonché sorella dell’ex di Lady Torrance.Dapprima ostile e sospettosa nei confronti del giovane, la proprietaria lentamente si invaghisce del giovane, intravedendo in lui la possibilità di un riscatto, ma la società arretrata e maschilista non ha pietà per le donne che vogliono essere felici.
Alla fine la polizia intima a Pelle di serpente di lasciare il villaggio. Lo minaccia a morte perché è troppo bello, in pratica. E che dire della povera Lady Torrance, il cui marito l’ha sposata dopo averle incendiato la casa e mandato in rovina la famiglia? La donna si innamora disperatamente del ragazzo giovane e bello e con lui pensa al futuro: vuole la maternità e costruisce una magnifica confetteria con la quale spera di avverare il sogno della sua vita, ovvero avere un’attività propria. Nel negozio ricrea la vigna che le fu bruciata dal marito e si appresta all’inaugurazione con commovente felicità.
COMMENTO
Non vi sembra esageratamente crudele come storia ? In effetti lo è, della serie “Facciamoci del male”, ma la delirante visione del mondo che Williams offre purtroppo non è così assurda e perciò ancor più dolorosa.
Ancora oggi la nostra società è terribilmente spaventata dal potere delle donne e dalle minoranze. Ancora oggi la bellezza può rappresentare un ostacolo in alcune situazioni e molti individui continuano a lottare, invano, per affermare la propria felicità. E ancora oggi conformismo, razzismo, maschilismo e pregiudizi regnano incontrastati non solo nello sperduto Sud degli Stati Uniti..
Ma questo non è l’unico motivo per vedere questo film assai ignorato. Considerarlo un film da recuperare sarebbe inesatto, siccome l’accoppiata Magnani e Brando comunque basta a salvarlo dal dimenticatoio. Eppure il film fu accolto da critiche piuttosto negative dalle quali non è mai stato riabilitato. Tentare di fare un paragone all’accoglienza di The tattoo rose e The fugitive kind è impossibile: da una parte tutta Hollywood entusiasta alla première (Bette Davis, Marilyn Monroe) e ovazioni dalla critica, dall’altra il silenzio interrotto da qualche critica negativa.Personalmente l’ho apprezzato anche se ne riconosco i limiti. È senza dubbio un film molto teatrale e melodrammatico, e qui questi registri sono dei limiti. Non si può negare che la regia di Lumet è una piatta trasposizione del lugubre dramma di Williams, incapace di dare una dimensione cinematografica all’opera. Come afferma il Morandini, “È un film di attori al servizio della parola: tutto ruota attorno alle battute scritte apposta per il palcoscenico."
Poi c’è il melodramma incarnato dalla stessa Magnani, prima moglie repressa e depressa, poi all’improvviso appassionata e felice amante. Scenate, colpi di scena, dichiarazioni infuocate, drammi.Una storia a tinte forti, anzi fortissime, con un finale straziante e inaccettabile che è un vero pugno allo stomaco e smuove lo spettatore. Il mondo di Williams è desolante, senza speranza e possibilità di riscatto.Chi spera nella felicità sarà punito con la morte. Una società maschilista, razzista che col suo conformismo non fa che covare il proprio odio per tutto ciò che è diverso: la libertà, la bellezza e tutto quanto di positivo ci sia al mondo. Gli uomini del paese hanno un retrogrado disprezzo per le loro mogli, schiavizzate e torturate psicologicamente. L’arrivo in paese di un bel ragazzo come Brando genera solo odio e invidia e gli sguardi e le reazioni che suscita anticipano quelli di alcuni personaggi di Easy Riders, di cui condivide l’epilogo. Ma mentre i due hippie venivano uccisi per la loro diversità, qui alla diversità si aggiunge il peccato inaccettabile della bellezza. “Troppo bello per lavorare” sembrano esprimere i volti carichi di astio delle principali cariche della città.
ATTORI
Tutti furono d’accordo nell’affermare che la coppia Magnani e Brando funzionasse meglio sulla carta ed è vero. I due offrono due grandi performance, ma sembrano recitare in due film diversi. Troppo sopra le righe lei, e troppo sotto le righe lui. Film.tv addirittura descrive spaesata Anna Magnani, il che mi sembra però ingiusto. La Magnani è sempre la Magnani anche quando fuori parte (risulta poco credibile che un ragazzo giovane e bellissimo come Brando possa innamorarsi di una cinquantenne non bella come la Magnani). Ma vederla felicemente commossa quando mostra la propria confetteria a Brando e poi supplicargli di restare non ha prezzo. È un pezzo di bravura inestimabile in un film che si è fatto dimenticare (troppo) in fretta.
Tutti furono d’accordo nell’affermare che la coppia Magnani e Brando funzionasse meglio sulla carta ed è vero. I due offrono due grandi performance, ma sembrano recitare in due film diversi. Troppo sopra le righe lei, e troppo sotto le righe lui. Film.tv addirittura descrive spaesata Anna Magnani, il che mi sembra però ingiusto. La Magnani è sempre la Magnani anche quando fuori parte (risulta poco credibile che un ragazzo giovane e bellissimo come Brando possa innamorarsi di una cinquantenne non bella come la Magnani). Ma vederla felicemente commossa quando mostra la propria confetteria a Brando e poi supplicargli di restare non ha prezzo. È un pezzo di bravura inestimabile in un film che si è fatto dimenticare (troppo) in fretta.
Al loro fianco tanti grandi attori, come Maureen Stapleton (altra figura di moglie sottomessa e umiliata), che aveva interpreto il ruolo di Serafina nella versione teatrale di La Rosa tatuata e la bravissima Joanne Woodward nel ruolo pericolosamente sopra le righe di una ragazza sbandata afflitta da problemi emotivi.
Nonostante il ruolo rischioso, la Woodward fu quella a ricevere le migliori ciritiche.
L’attrice aveva soffiato il premio Oscar alla Magnani proprio l’anno precedente, grazie alla sua performance in La donna dai tre volti. Pochi mesi dopo la fine delle riprese la Woodward sposerà Paul Newman, col quale vivrà per 50 anni, fino alla scomparsa di lui.
REGIA
Sidney Lumet, classe ’24, era al quarto film quando diresse Pelle di serpente. Pochi mesi prima aveva diretto l’altra grande stella del cinema italiano, Sophia Loren in That kind of woman (Quel tipo di donna). La pièce di Williams Descending Orpheus del 1957 venne trasformata in The Fugitive kind: a parte il titolo, Lumet rimase molto fedele al testo. In oltre 50 anni di carriera Lumet ha diretto tantissimi film, molti dei quali di grande successo di critica, come Serpico (1973), Assassinio sull’Orient Express (1974) e l’ultimo Onora il padre e la madre (2007).
CAPRICCI DA DIVO
Tennesse Williams dopo il grande successo di The tattoo rose, propone alla Magnani di recitare a teatro nel suo Descending Orpheus con Marlon Brando e Elia Kazan come regista. Brando rifiuta e Anna lo segue. Per consolare Williams assicura che al cinema lo avrebbe interpretato senza esitazione. E così fu, anche se Brando si fece pregare molto. Girato il film il grande attore continuò a fare il divo, pretendendo che il suo nome fosse il primo e più evidente sul manifesto. Dopo aver litigato con la Magnani e i produttori venne accontentato. Il nome della Magnani avrebbe campeggiato in bella vista invece nella versione europea. Per rimediare, forse, Marlon una sera invitò Anna a uscire . Il giorno dopo lei partì per l’Italia e non sarebbe mai tornata negli States.
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