UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULLA SUA ESISTENZA
(En Duva Satt På En Gren Och Funderade På Tillvaron)
di Roy
Andersson
Svezia,
2014
Genere:?
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Tanti piccoli frammenti di vita, un affresco che non si può nemmeno definire corale poiché la maggior parte delle storie sono slegate tra loro e pochi personaggi ritornano più volte. Non è nemmeno un affresco sociale della Svezia attuale, perchè vi sono anche flashback.
Un piccione seduto su un ramo riflette sulla sua esistenza è un’esperienza artistica che ci porta a riflettere sulla nostra esistenza e a concentrarsi sul potere dell’immagine e delle parole. Queste ultime sono spesso vuote e ripetitive nel film, come lo è ormai il dialogare umano quotidiano.
La forza
delle immagini è però dirompente grazie all’eccellente fotografia di István
Borbás: le 39 scene che formano il film sono piani sequenza girati con la
macchina fissa che immergono lo spettatore in 39 fotografie «animate» legate da
una certa uniformità cromatica (colori asettici, con preponderanza di grigio e
verde chiaro). Immagini di grande impatto per scene che rimangono impresse come
quella disturbante degli schiavi neri arsi davanti agli occhi dei vecchietti
che applaudono.
Quando l'ho visto per la prima volta, a Venezia, l'ho subito pronosticato tra i candidati al Leone d'Oro. Non tanto per il mio acume quanto per la consapevolezza di aver assistito a un'opera finalmente 'alternativa' al cinema mainstream. Un film sull'insensatezza della vita e, come dici te, sull'inutilità delle parole in una società dove ormai non ci si parla più... davvero bellissimo.
RispondiEliminaBentornato! Era da un po' che non leggevo tuoi commenti!:-)
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