IL RACCONTO DEI RACCONTI
(THE TALE OF TALES)
di Matteo Garrone,
Italia, UK, Francia, 2015
con Salma Hayek, Vincent Cassel, Bebe Cave, John C. Reilly, Toby Jones, Stacy Martin, Shirley Henderson, Alba Rohrwacher
Se
ti piace guarda anche: Maraviglioso Boccaccio, Into the woods, I
fratelli Grimm e l'incantevole strega, Il decameron, I racconti di
Canterbury
Una
regina vuole aver un figlio ad ogni costo, una principessa vuole
sposarsi e un re libertino vuole conquistare l'unica donna che gli
resiste..
Dopo
il successo di Gomorra, vero e proprio caso cinematografico diventato
poi anche serie tv, e il flop del bel Reality,
Garrone ha avuto la possibilità di di alzare il tiro. L'occasione della
vita, come si suol dire in questi casi: a maggior ragione duole
ammettere che si tratti di un'occasione sprecata.
Fedele
alle sue origini partenopee Garrone trova ispirazione nuovamente in
un'opera letteraria in dialetto, questa volta seicentesca, Lo cuntu de
li cunti di Giambattista Basile che aveva già ispirato C'era una volta di Francesco Rosi.
Racconti
di rara inattualità quelli scelti, sorretti unicamente dall'apparato
scenico, indubbiamente centrato. Tolta però la componente visiva,
notevole grazie alla fotografia, ai costumi e alle location scelte,
rigorosamente italiane, lo spettatore esce dalla sala perplesso, con un
sensazione di incompiutezza.
Le
storie narrate hanno un comune denominatore, il desiderio, tema cardine
della nostra società in cui ogni desiderio deve essere realizzabile in
poco tempo e col minimo sforzo. In questo senso il film offre una
lezione, uno spunto di riflessione, seppur anacronistico. Ma la sensazione è che gli aneddoti siano stati dilatati e abbiano perso la loro forza.
Una
cornice senza cuore, insomma, a parte quello divorato da Salma Hayek in
una scena già diventata quasi famosa. Ed è proprio alla diva messicana, ormai
da un po' fuori dai giri hollywoodiani, che vengono affidate le scene
che si ricordano meglio, compresa quella in cui corre per il labirinto
alla ricerca del figlio o quella iniziale in cui guarda, triste, i
giullari.
Da
apprezzare comunque il fare artigianale di Garrone, così lontano da
quello hollywoodiano. Proviamo a immaginare lo stesso film girato a
Hollywood: un tripudio di effetti speciali digitali ma
probabilmente non sarebbe stato altrettanto noioso.
E
a proposito di Hollywood: nonostante il budget Garrone l'ha snobbata e ha preferito far venire in Italia un cast internazionale valorizzando così alcuni nostri luoghi inconsueti e diffondendo una nostra opera letteraria
sconosciuta. Tutti questi buoni propositi non bastano però a fare de Il
racconto dei racconti un film avvincente, ed è un peccato.
VOTO: 6-
Dopo aver letto mille pareri contrastanti, penso proprio che andrò a vederlo con le idee ben incasinate xD
RispondiEliminaAnch'io ho sentito pareri molto discordanti!
EliminaLo premio per aver osato quel qualcosa di più, rispetto gli altri film italiani
RispondiEliminaSì, sicuramente ha osato di più rispetto a Sorrentino e Moretti e al resto del cinema italiano in generale
EliminaA me ha davvero deluso molto...
RispondiEliminaPosso condividere alcune critiche di confezione, ma qui non parliamo di una narrazione da romanzo e non capisco perchè parli di inattualità; queste sono fiabe, e secondo me il film riesce abbastanza bene a restituirne la specificità -narrativa e di senso- archetipale (che poi per inciso è molto più interessante delle tiritere dell'attualità)
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