Premio Unione degli atei e degli Agnostici Razionalisti
Se vi sembra impossibile che un film possa aver vinto entrambi i premi vi sbagliate, perché Lourdes riesce nella miracolosa impresa di mette d’accordo tutti, credenti e non.
LOURDES
di Catherine Hausner,
Frania, Austria, 2009
Da recuperare perché:
1) affronta il modo del tutto inedito un argomento molto delicato
2) fa riflettere su una realtà che al cinema raramente trova spazio
3) è una delle sorprese del penultimo Festival di Venezia dove ha vinto anche il Premio della giuria internazionale
Si astengano coloro hanno detestato Somewhere, anche se qui il tema è più condivisibile: se provare pietà per un divo ricco e bello che si piange addosso non era facile, lo è molto di più quando assistiamo alla storia di una giovane donna completamente immobilizzata su una carrozzina. Al vincitore di Venezia di quest'anno lo accomuna l'incedere lento, la trama scarna e un' allure pretenziosa che a volte può infastidire ma a cui va riconosciuto uno stile molto personale e il tentativo di mostrare una realtà diversa.
Lourdes, in uno dei tanti ostelli per pellegrini, una giovane donna di nome Christine (Sylvie Testud) colpita da una sclerosi a placche che l’ha condannata a vivere in carrozzella, muove solo gli occhi: ma quanta vivacità in quello sguardo! -Se non andassi ai pellegrinaggi sarei sempre chiusa in casa- risponde alla volontaria che l’accudisce (Léa Seydoux, l’anno scorso diretta da Tarantino e l’anno prossimo da Allen).
Poi d’un tratto, la donna si alza e cammina.
La medicina la smonta subito dicendo che può essere un miglioramento passeggero, ma più passa il tempo più la parola miracolo si fa adeguata, anche se l'unico riconoscimento che riceve è una statuina della Madonna per essere stata "la miglior pellegrina dell'anno", come se il suo miracolo fosse il risultato di una gara. La donna torna a sorridere e vuole assaporare tutto quello che le è stato tolto: bacia il suo poliziotto (un sempre gradito Bruno Todeschini) e balla con lui in una serata a lei dedicata.
Finalmente non è più oggetto di sguardi pietosi. Il compatimento si tramuta in invidia e pettegolezzo: perché proprio lei che è alla sua prima visita a Lourdes? Perché si lascia andare a comportamenti così poco religiosi come i baci e la danza? Ecco che appena inciampa la sua compagna di stanza appare con una carrozzella, come se non aspettasse altro e la giovane miracolata, chissà perché, accetta di sedervisi nonostante riesca benissimo a stare in piedi.
Il film finisce così, non rivelando se quello di Christine è un miracolo o un miglioramento passeggero. Il dubbio era già stato suggerito da due pie pellegrine che all’inizio parlavano di un uomo guarito per pochi giorni.
Tutto e tutti ci fanno pensare che Christine è condannata a tornare allo stato di disabile dopo il suo effimero momento di gloria, eppure noi spettatori non lo sapremo mai.
Il pregio del film è di raccontare questa sagra del Kitsch e del mercato religioso in maniera elegante e distaccata. Il tono raffreddato diventa ancora più efficace nel rappresentare queste storie dolorose senza mai indugiare sulla pietà dello spettatore. Il personaggio di Christine riunisce un misto di pietà e ironia che permette di affrontare in maniera più distesa il dramma che porta. La straordinaria perfomance dell’attrice Sylvie Testud è stata meritatamente premiata con l’European Film Award come miglior attrice dell’anno. Ai pregi del film si aggiunge anche la colonna sonora: tanto organo, l’Ave Maria di Schubert udita per due volte per intero e La Toccata e fuga di Bach. Spiazzante la scelta di concludere il film sulle note di Felicità di Albano e Romina, che però a ben gaurdare si adatta perfettamente a esprimere il desolante Kitsch da oratorio di questi ostelli per pellegrini.
VOTO : 7+
Incasso italiano: 250.000 euro
Salve, innanzitutto le faccio i complimenti per il blog, gestiamo un blog di cinema nato da qualche giorno si chiama ULTIMOCIAK, il link esatto è http://ultimociak.wordpress.com.
RispondiEliminaGentilmente Le volevo chiedere se può metterci nella lista degli amici affinchè possiamo avere un minimo di pubblicità. Ovviamente la stessa cosa faremo noi, e l'aspettiamo nel nostro blog se vorrà.
Uno dei film più belli dell'annata scorsa, hai ragione: il suo pregio è proprio l'equilibrio, il saper affondare il coltello senza risultare offensivo. Ottime anche le attrici.
RispondiEliminaNon è facile affrontare questo tipo di argomento e rimanere in perfetto equilibrio, senza neppure una caduta di stile, credo che queto film ci sia riuscito.
RispondiEliminaMi piacciono le tue recensioni. Mi sono aggiunta ai tuoi lettori.
Ciao.