THE IMITATION GAME,
UK, 2014
di Morten Tyldum
con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Charles Dance, Matthew Goode, Mark Strong
Genere: Biografico
Se ti piace guarda anche: Il discorso del re, La teoria del tutto.
CANDIDATO A 8 PREMI OSCAR
Film interessante, di cui si sta parlando molto, da una parte per i premi e
consensi di pubblico che sta ottenendo, dall’altra per l’importanza storica del
personaggio portato in scena. Per questo è un film che va assolutamente visto: Alan Turing, oltre ad essere un grande fisico, è l’uomo che Churchill definì
l’individuo ad aver dato il maggior contribuito alla vittoria degli alleati durante la seconda guerra mondiale salvando milioni di vite grazie alla decodificazione dei messaggi nazisti ed è
pure uno dei pionieri dell’informatica. Troppi meriti per un unico uomo? Già,
se ci pensate è anche per merito dei suoi studi e dei suoi sperimenti che ora
state leggendo questo articolo. Eppure sono stati gli mezzi di comunicazione che
ne hanno taciuto la sua rivelanza storica perché Turing era gay e fu condannato
per questo crimine portandosi nella tomba i suoi contributi in quanto aveva
agito per i servizi segreti. Solo nel 2013 la Regina Elisabetta gli ha concesso
una grazia postuma.
Tutto questo nel film sceneggiato da Graham Moore e basato sul romanzo di
Andrew Hodges c’c’è, ma ci sono anche alcune inesattezze storiche, rilevata da
decine di studiosi che si sono espressi a riguardo, stroncando il film in
quanto pieno di inesattezze storiche che non è possibile riprendere in una
recensione. Mi limiterò alle più eloquenti, quelli che riguardano l’uomo, e non
lo scienziato: Turing non aveva comportamenti autistici, non aveva problemi a
relazionarsi con gli altri, non mostrava atteggiamenti arroganti, non chiamò
nessuna sua macchina Christopher (al quale tuttavia era davvero legato), non si
mise mai a capo della sua squadra e non licenziò mai nessuno, il suo team era
composto da migliaia di studiosi, con la fidanzata Joann Clark era molto più
romantico, non fu una spia, non fu derubato da un prostituto, ma da un
conoscente di un ragazzo che frequentava..
Insomma il film da un lato fa giustizia a un grande eroe della nostra
storia, dall’altro sembra riservargli lo stesso atteggiamento discriminatorio che
la storia gli ha riservato, non si capirebbe altrimenti la necessità di
renderlo così antipatico quando in realtà non lo era. Come se uno non possa
essere geniale e normale allo stesso tempo…Del resto abbiamo assistito a
tantissimi biopic in cui criminali e assassini venivano dipinti come simpatiche
canaglie o personaggi dotati di una certa tragicità, perché rappresentare
dunque un genio come una persona detestabile, definita dai suoi stessi amici
“mostro e strambo” quando in realtà non lo era affatto?
Polemiche a parte, The imitation Game è Il discorso del re di quest’anno: stesso
stile trasparente, attore inglese protagonista bravissimo, regista sconosciuto,
musiche di Desplat. Anche le nomination all’Oscar sono identiche, e tutte
francamente esagerate. Ma c’è una sostanziale differenza, che rende la visione
un must: qui non si parla di un re che balbettava, bensì di un uomo che ha
cambiato la storia.
VOTO: 7+
Un buon film. Non eccezionale, però buono.
RispondiEliminaE per fortuna a me non ha ricordato l'odioso discorso del re...
Bel film davvero, non sapevo che la rappresentazione di Turing fosse così distante dalla realtà.. peccato, un'occasione sprecata.
RispondiEliminaPer un pelo non compravo il libro come regalo di Natale senza sapere dell'uscita imminente del film....
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