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venerdì 14 maggio 2010

L'ITALIA CHE TREMA


Thierry Fremaux, direttore del Festival di Cannes a proposito della reazione del Mistro italiano delle attività culturali di fronte al film Draquila ha affermato: "Troviamo davvero inconcepibile questo atteggiamento verso la libertà di espressione mentre riteniamo importante che tutti i Paesi combattano per essa".


La regista Sabina Guzzanti ha risposto invece alle critiche del ministro dicendo:
"Se non l'accusavano di infangare l'Italia, non ci sarebbe stato qui il grande interesse per il film. "Infatti al primo momento ero contentissima e scherzando dicevo, ma io a quel buon'uomo gli mando rose rosse, champagne. Poi ho capito che lo scopo di quegli insulti non era danneggiare il mio film, ma la gente…” :

Che dire di Sabina Guzzanti, ovvero l’unica rappresentante italiana dell’opposizione? Come dice Film.tv, “da una parte è vittima di una certa ideologia preconfezionata nonché protagonista di cadute di stile sinceramente evitabili, dall’altra - bisogna riconoscerglielo - non lesina certo in coraggio.” La denuncia è alleggerita dai disegni pop e la satira è sostituita dal giornalismo d’inchiesta. E al di là del credo politico, il documentario è valido, senza sconfinare nella pura propaganda fine a se stessa e senza calcare i toni. Non è mai offensivo o gratuitamente anti-berlusconiano, ma semplicemente racconta l'ultimo anno di politica in Italia. Una Michael Moore in gonnella italiana? Beh, negli USA Moore ha incassato parecchio, mentre Draquila è stato un enorme fiasco al box office (tra l'altro la distribuzione in solo 96 sale non aiuta).

Nel suo nuovo documentario la Guzzanti mostra come il tragico terremoto de L’Aquila, non solo fosse evitabile (da un mese si avvertivano scosse nella zona), ma anche come sia stato strumentalizzato dal Governo, dalla Protezione Civile e dalle speculazioni edilizie, tre “settori” che in questo caso sono andati a braccetto.

La Guzzanti intervista gli abitanti della zona, isolati in “campi” sotto stretta sorveglianza delle forze armate, allontanati per sempre dalle loro case (il centro storico è tuttora “protetto” dai militari) e poi forniti (solo alcuni fortunati, però) di alloggi nuovi di zecca che un giorno dovranno restituire al Governo.

Intanto si scoprono le modifiche alla Costituzione apportate dall’ultimo Governo, dove ad emergenza viene aggiunto il termine grande evento, comprendendo così ogni evento sportivo, culturale e soprattutto religioso in cui il potere passa in mano alla Protezione civile. In questo modo l’edilizia non è più una questione locale, ma passa diciamo al potere centrale che può decidere di costruire per il pubblico e per il privato (altra aggiunta recente alla Costituzione).

Un film da vedere al di là delle personali convinzioni politiche, ma ahimé l'apertuta mentale non è mai stata propria del popolo italico. Ecco dunque che si parla subito di film di parte. Ma perchè dividere l'Italia in parti? Non dovremmo essere tutti dalla stessa parte, ovvero quella dell'Italia? E' qualcosa, che dal basso della mia ingenuità non capirò mai perché non riesco proprio a capire nessun tipo di fanatismo, politico, religioso o sportivo che sia.
Quando  Bondi ha affermato che il film offende l’Italia, non ho potuto non pensare ad Andreotti che diceva a De Sica che faceva un pessimo servizio all’Italia. Sono passati 60 anni, ma nulla è cambiato.

A proposito, la prossima settimana la dedicherò a De Sica.

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