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sabato 1 maggio 2010

Italia vs Francia

Se tra la cinematografia italiana e quella francese ci sono molti punti in comune, è anche vero che appaiono pure delle lampanti differenze. Soprattutto per quello che riguarda il ruolo svolto dal tempo che passa.


È fondamentale considerare che la Francia ha sempre avuto più a cuore la cultura. In tutte le sue forme. E la settima arte, come dice il nome stesso è una forma artistica, quindi culturale. Sarà per questo che Parigi è sempre stata vista come capitale delle arti e del libero pensiero, dall’Illuminismo in poi. In epoca di anniversari e ricorrenze tutto ciò diventa ancor più seccante. L’Italia vanta il più alto numero di meraviglie artistiche e musei, ma viene criticata per non saperle sfruttare al meglio. Varrà lo stesso discorso per il cinema? Decisamente sì.
Di certo l’Italia non ha molte cure ( e soldi ) per la cultura.

Il 20 gennaio Fellini avrebbe compiuto 90 anni: per ricordarlo Sky ha trasmesso tre dei suoi film: tra cui Satyricon e Casanova, che non sono neppure i migliori e non i più indicati per avvicinarsi al suo mondo.
Soltanto Sky, tv a pagamento. Nessuna Tv di Stato lo ha ricordato, lui che dipinse quella Dolce Vita diventata proverbiale in ogni lingua del mondo e che incarnò una delle personalità più influenti e controverse del secolo. Qualche mostra però ci sarà, nella sua Rimini innanzitutto. E a Bologna. Peccato che i francesi ci abbiano anticipato dedicandogli una retrospettiva l’anno scorso. A febbraio è stato invece il 50°esimo anniversario della sua Dolce Vita e se ne è parlato nei Tg e nei giornali, peccato che nessuno abbia avuto la brillante idea di mandare in onda in prima serata quest’opera di cui tutti parlano. Poi è uscito Nine e tutti hanno parlato di 8 1/2.

Ma dove sono De Sica, Rossellini, Visconti, Antonioni, Bertolucci, Bellocchio? Notare che gli ultimi due sono ancora in vita e trovano ancora difficoltà a finanziare le loro opere. Senza parlare poi di quegli autori riscoperti solo dopo la morte e non ancora giustamente riabilitati, come Germi, Bolognini e soprattutto Pietrangeli. In mezzo ci sono Scola e Lattuada.

Lo stesso vale per gli interpreti che resero celebre il nostro cinema e che incisero i loro volti, gesti e parole nelle menti di milioni di spettatori in tutto il mondo.

La Francia invece rispetta i propri miti: il prestigio e la popolarità di Truffaut rimangono alte e lo stesso vale per gli attori.

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