Visualizzazioni totali

giovedì 24 febbraio 2011

La danza ti mette le ali

BLACK SWAN
DI ARREN ARONOFSKY,
USA, 2010

NOMINATO A 5 PREMI OSCAR

L’ostentata ricerca della perfezione si può rivelare pericolosa: ne sanno qualcosa Aronofsky e la protagonista del suo ultimo film, una ballerina di danza classica alle prese col più classico ma anche più prestigioso e impegnativo dei ruoli, quello del Cigno de Il Lago dei Cigni. Ultra disciplinata, ballerina e figlia modello, Nina (Natalie Portman) è perfetta per il ruolo del Cigno Bianco, ma trova difficoltà a interpretare il Cigno Nero, misto di eros e thanatos. Come liberare e scoprire il proprio lato oscuro? Il  maestro-regista  (Vincent Cassel) le ricorda che l’unico suo nemico è lei stessa: la sua parte bianca, pulita, controllata, che va ridimensionata per trovare la parte che ha sempre tenuto nascosta. Ma Nina ha represso per troppo tempo ogni pulsione ed emozione, a causa anche di una madre (Barbara Hershey) oppressiva, frustrata e frustrante. Sul suo cammino ecco arrivare Lily (Mila Kunis), pronta a farle fare un giro sul lato selvaggio, ignorando le conseguenze che ciò può avere. L’arte si serve della vita e in alcuni casi la distrugge.

Quella portata in scena da Aronosky è la discesa agli inferi di un individuo che da troppo tempo ha negato la propria identità in nome di un principio (familiare, morale, sociale?). Ma il regista fa molto di più, rivisitando la storia della celebre opera in cui una principessa trasformata in cigno può salvarsi solo grazie all’amore di un principe che però è sedotto dalla perfida Odile. Il personaggio di Cassel, benché tutto tranne un principe azzurro, è in qualche modo l’ancora di salvezza di Nina, colui che le assegna il ruolo della sua vita, mentre Lily è in fondo colei che vuole portargli via tutto ciò. Nel finale si può inoltre cogliere un parallelo con la biografia dello stesso Čajkovskij: il compositore russo morì in circostanze misteriose legate alla sua omosessualità, reato allora punibile con l’esilio in Siberia. Egli si uccise per sfuggire alla condanna o acconsentì a ingerire del veleno davanti a una giuria per evitare la pubblica vergogna.

In fondo anche Nina muore per aver assaporato i piaceri omosessuali e poco importa se questi siano reali, inconsci o puramente simbolici.

Il film non è per nulla perfetto: la fotografia, sgranata e con camera a mano palpitante, già vista nelle opere precedenti del regista, è quella di un film da due soldi, la sceneggiatura fa acqua in più punti come ogni film horror che si rispetti (e in effetti il film vira spesso verso questo genere), e non manca qualche scena comica, Kitsch e gratuita. Ciononostante il film accumula e trasmette una tensione mai vista al cinema da molti anni a questa parte. Per questo comprendo alcune perplessità della critica, ma non capisco come abbiano fatto certuni a rimanere impassibili di fronte a cotanta tensione.
Nel cinema, proprio come nella danza, la tecnica non basta: ci vuole anche emozione e passione. Gli ultimi quaranta minuti sono un crescendo incredibile di angoscia che tormenta e allo stesso tempo eccita lo spettatore in modo difficilmente descrivibile, tanto da rendere la visione di Black Swan un’ esperienza indimenticabile in cui è impossibile non lasciarsi trascinare negli incubi e nella disgregazione d’identità del personaggio. Stupisce perfino che un film del genere sia arrivato agli Oscar. Black Swan è troppo per gli Oscar, così come lo è Natalie Portman, la cui performance trascende ogni elogio e ogni premio. Anche se è doveroso menzionare pure l’interpretazione di una ritrovata Barbara Hershey nel ruolo della morbosa madre e Mila Kunis in quelli dell’intrigante Lily.
Impossibile inoltre non riconoscere il merito di Čajkovskij alla riuscita del film: dietro alle performance straordinarie di attori e del regista c’è la sua musica, magnificamente “rivisitata” da Clint Mansell.
Eppure, alla fine della proiezione, il pubblico in sala sbuffa, insoddisfatto e incredulo. Ci sono soprattutto donne che probabilmente si aspettavano un film femminile sul mondo del balletto. I loro sbuffi in fondo riflettono l'accoglienza della stampa italiana, che non ha amato troppo il film, presentato proprio alla nostra Mostra di Venezia. Arrivato negli USA è stato apprezzatissimo dalla critica e ha incassato più di 100 milioni di dollari, dimostrando che nonostante tutto, gli americani sono ancora in grado di riconoscere e andare a vedere buoni film.
Dopo la foto, i pareri di alcuni critici italiani, tra cui molti nomi illustri. Ma prima il mio voto.

VOTO: 8,5


RECENSIONI CRITICI ITALIANI:

Un po' come faceva con il precedente 'The Wrestler', solo che là c'era un attore (Mickey Rourke) che sapeva infondere una scintilla di verità a un personaggio un po' stereotipato, qui invece la pur brava Natalie Portman non riesce a salvare una storia troppo programmatica e 'metaforica'. tutto diventa previsto e prevedibile. (Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera', 2 settembre 2010)

Applaudito e fischiato quasi in egual misura dalla platea stampa, 'Black Swan' di Darren Aronofsky è un potente concentrato di temi e figure viste in cento altri film (…) Si sono viste inaugurazioni peggiori. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 settembre 2010)

Il film che si vorrebbe colto e profondo è ricco di psicologismi superficiali..Un pasticcio, ma niente affatto male. (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 2 settembre 2010)

Film presuntuoso e banale. (Alberto Crespi, 'L'Unità', 2 settembre 2010)

Peccando di presunzione, affonda in un pasticcio infarcito di turbe psicologiche da bignami di psichiatria, ridicole caricature e logori luoghi comuni. (Alessandra De Luca, Ciak).

Ma se a Mickey Rourke, saturo di carne e livido di pugni in faccia, è riuscita l'impresa del volo sul nero dell'epilogo, Natalie Portman fallisce la parabola. (mymovies.it).

7 commenti:

  1. Era un bel po' di tempo che un film non mi colpiva così tanto, che non mi entrava dentro, proprio come la "follia" entra e cresce nella protagonista. Hai ragione: non è perfetto tecnicamente...ma il cinema, come del resto la musica, non è perfezione...lo dicono anche nel film del resto... cuore, passione, emozione, sesso... tensione ed inquietudine, che ti rimangono appiccicati... per me è bellissimo! :-)

    RispondiElimina
  2. Se dovessi guardarlo forzatamente, lo farei soltanto per la mitica Hershey. Solo che ora come ora non mi attira più di tanto ed ho paura che possa deludermi perchè ancora non l'ho inquadrato bene a livello di contenuti anche se il crescendo di tensione che hai citato nella rece mi pare un più che valido motivo per vederlo ;)

    RispondiElimina
  3. io l'ho trovato assolutamente perfetto, non cambierei davvero nulla. un film come hai detto di intensità mostruosa e poi per me è anche visivamente qualcosa di "bello" nel senso pieno del termine

    per quanto riguarda la presenza di momenti kitsch, mi ha ricordato lynch e in particolare twin peaks, dove ci sono dei momenti davvero inspiegabili e appunto kitsch, ma non fanno altro che rendere la rappresentazione ancora più particolare e memorabile

    RispondiElimina
  4. Un ottimo film, dal crescendo emotivo incredibile, e forse ottimo proprio per la sua mancata perfezione.
    Continuerò a preferirgli The wrestler, ma resta davvero una delle cose migliori di questo inizio anno.

    RispondiElimina
  5. Ne ho scritto anche io qui:
    http://www.ilblogdellinquietudine.it/2011/02/il-cigno-nero-ovvero-cio-che-non-puoi-reprimere/
    Condivido gli elogi: l'ho trovato perfino migliore di The Wrestler.

    RispondiElimina
  6. @ syd: :-)
    @ alan parker: ti consiglio assolutamente di andarlo a vedere al più presto altrimenti potresti pentirtene amaramente;-) Non aspettare il Dvd o il download: al cinema sarà tutta un'altra cosa.
    @ Marco: anche secondo me quei momenti in fondo ci stanno benissimo
    @ MrJamesFord: per me invece sul ring Portman batte Rourke.
    @il blog dell'inquietudine: sì, è meglio di The Wrestler!

    RispondiElimina
  7. ..premesso che la perfezione non è sinonimo di qualità io non ho riscontrato le mancanze tecniche da tè segnalate mentre paradossalmente questo aggettivo si avvicina molto a quello che ho visto sullo schermo...

    RispondiElimina