DIETRO I CANDELABRI
(Behind the candelabra)
di Steven Soderbergh,
USA, 2013
con Matt Damon, Michael Douglas, Dan Aykord, Debbie Reynolds, Rob Lowe, Scott Bakula
DATA DI USCITA ITALIANA: 5 DICEMBRE
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TRAMA
America, anni '70. Scott è un giovanissimo ragazzo che conosce per caso il celeberrimo pianista Liberace, adorato dal pubblico femminile e quindi costretto a ribadire continuamente la propria eterosessualità benché palesemente gay, che ne fa subito il proprio amante e lo installa in casa sua, riempendolo di attenzioni, regali e promesse.
Ma col passare del tempo il divo rivela i propri lati oscuri.
RECENSIONE
Dopo il gelido e cerebrale Effetti collaterali Soderbergh cambia completamente materia e stile creando un film eccessivo, nel look e nel contenuto. Difficile fare altrimenti del resto se si vuole portare in scena la vita di Liberace, il più vistoso pianista di tutti i tempi, capace di rendere Kitsch ogni cosa che toccava: i propri spettacoli, le proprie ville e i propri amanti. E il film si concentra sui sei anni di relazione con Scott Thorson, quindi non si tratta di un biopic sul pianista, celebre in patria ma quasi sconosciuto da noi, bensì del racconto di una love story.
Per gli occhi è un tripudio di colori e soprattutto del color oro, il materiale e la sfumatura preferita del ricchissimo Liberace, ma sotto quel luccichio si nasconde una storia d'amore tormentata, impari, in cui solo uno dei due tiene le fila.
E questa volta, a differenza ad esempio di Magic Mike, il regista scava davvero nell'animo dei personaggi e rende tangibile il loro dolore grazie anche a due interpretazioni straordinarie: quelle di un ringiovanito, fragile Matt Damon e di un vizioso e disinibito Michael Douglas, che a quasi settanta anni offre probabilmente la migliore performance della sua fortunata carriera.
Da segnalare anche alcuni comprimari: il tiratissimo Rob Lowe nei panni di un medico chirurgo e l'indimenticata protagonista di Cantando sotto la pioggia Debbie Reynolds, nei panni della madre di Liberace.
E così il film, nonostante un tema e un protagonista che potrebbero far storcere il naso a una fetta di pubblico, diventa un racconto universale emozionante che analizza in modo non banale una lunga serie di argomenti all'interno dei quali ognuno potrà trovarvi un motivo d'interesse. Si parla di ricchezza, fama, narcisismo, apparire, spettacolo, amore, vizio, fede, fiducia e lo sguardo di Soderbergh è ludicissimo, privo di pregiudizi e di provocazioni. Dopo un decennio bulimico passato a dirigere tanti film di qualità altalenante, il cinquantenne regista sembrerebbe aver ritrovato il suo talento proprio nel momento di abbandonare le scene, o per lo meno questo è quanto ha annunciato.
VOTO: 8