HUGO CABRET
di Martin Scorsese
USA, 2011
con : Asa Butterfield, Ben Kingsley, Chloë
Moretz, Sacha Baron Cohen, Jude Law
CANDIDATO A 11 PREMI OSCAR tra cui
MIGLIOR FILM, REGISTA, SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Se ti piace guarda anche: Il favoloso mondo di Amélie, A Christmas Carol, Oliver Twist, Metropolis
TRAMA
Hugo
Cabret è un ragazzino orfano che vive nell’orologio della stazione di Montparnasse a Parigi e un giorno ruba un topo meccanico in un chiosco di giocattoli mentre il bottegaio lo sta
guardando..
Primo
colpo di scena: l’uomo lo blocca e lo sgrida (ma dai?!), sequestrandogli tutto ciò che ha
nelle tasche, compreso un taccuino a cui lui tiene tanto. Il ragazzino glielo
chiede, lo insegue, ma gli viene sbattuta la porta in faccia e visto che lui ci
tiene tanto a quel taccuino e glielo chiede piangendo, il simpatico vecchietto
glielo riporta carbonizzato. Per fortuna Hugo incontra la figlioccia dell’uomo,
Isabelle, che guardacaso ha proprio la chiave che a Hugo serve per aprire il
cuore dell’automa lasciatogli dal padre ora morto. Guardacaso l’automa li
conduce a casa di Isabelle, dove i due trovano dei disegni e per questo Hugo
viene allontanato tra urla e pianti perché è una persona davvero crudele..
I
due ragazzini vanno in biblioteca e in un libro leggono che il padre adottivo di Isabelle,
George Méliès, è un regista creduto morto. Guardacaso dietro di loro spunta l’autore
del libro che guardacaso è il fan numero 1 di Méliès e che guardacaso conserva
un sacco di cimeli di Méliès proprio lì in biblioteca e parla loro del magico cinema di Méliès…
Mi
fermo qua.
Hugo
Cabret, tratto da La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Bryan Selznick,
una graphic novel per bambini, è uno dei film più irritanti, noiosi, ridicoli e
banali degli ultimi mesi.
Purtroppo
lo è dalla prima scena e rimane tale per tutta la lunga durata del film e
sebbene sia difficile credervi, visto che alla regia c’è un genio come Martin Scorsese
e alla sceneggiatura uno del calibro di John Logan (Il Gladiatore, L’ultimo
samurai, The Aviator, Sweeney Todd), non vi è nemmeno una scena completamente
soddisfacente.
Più
che una delusione, un disastro che lascia a bocca aperta per quanto non
riuscito in tutte le sue parti. Se poi si considerano le 11 candidature all’Oscar,
allora si può rimanere a bocca aperta anche per tutto l’anno!
Che
i film per bambini siano diventati a tutti gli effetti film per l’intera famiglia
l’hanno dimostrato ampiamente la Dreamworks e la Pixar, mentre Scorsese riesce
nell’ardua impresa di fare un film insopportabile per un pubblico adulto e
noioso ed eccessivamente ingenuo perfino per un pubblico infantile che ha nel
suo bagaglio la visione di almeno un paio di film. Perché questo basta per
rendere Hugo Cabret qualcosa di superato.
La
sceneggiatura è infatti la sagra del già visto o meglio di quello che non
vorremmo mai vedere: tutto è scontato, prevedibile, ridondante, terribilmente
fastidioso e quindi del tutto irrispettoso nei confronti del pubblico
infantile, che non è più così naif come lo immaginano Scorsese e Logan. Non
c’è infatti forse nulla di male nel rispettare e ribadire ad oltranza tutti gli
stereotipi della fiaba e del racconto di formazione alla Dickens, ma l’ingenuità
del tutto rende la pellicola a tratti indigeribile.
L’intento
metacinematografico di educare all’amore per il cinema è nobilissimo e
condividibile, seppur troppo calcato e alla lunga purtroppo didascalico, addirittura
didattico. Quindi noioso per i non cinefili che invece trovaranno noioso tutto il resto.
Difficile
che il pubblico possa rimanere meravigliato oggi di fronte all’antica magia
dei film di Méliès, sebbene riproposti in 3D; di sicuro però il film può incuriosire, far
riflettere sulla storia del cinema e sul ruolo che il cinema ha e ha avuto nelle nostre
vite e in quelle degli altri, nel corso della storia (bellissima la proiezione di Arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, però anche questa ripetuta più volte finché l'effetto meraviglia non scompare). In questo senso il film va di pari passo con The Artist, con questo
effetto nostalgico che sembra aver invaso il mondo dei cineasti. E a proposito
di nostalgia, qualche mese fa era Woody Allen a condurci per una Parigi anni ’20..
Una
Parigi, o meglio una parte di essa, ovvero la Gare de Montparnasse, che grazie
ai fidi Dante Ferreti e Francesca Loschiavo aderisce perfettamente allo stile
del film: un giocattolone volutamente scenico, innaturale e sontuoso come erano
i set di Méliès.
Tralasciando
i contenuti, si potrebbe sempre sperare nella forma, visto che stiamo parlando
di un grande maestro, ma questa volta anche dal punto di vista tecnico il film
non convince.
La
fotografia e il montaggio non stupiscono, gli effetti speciali a volte sono
perfino modesti, per non parlare dei costumi: come si può nominare agli Oscar
un film in cui il protagonista indossa per tutto il tempo lo stesso abito
sgualcito? Sarà allora forse per gli uomini vestiti da gambero o da sirene? Forse. E
che dire della colonna sonora di Howard Shore, un compositore straordinario (La
trilogia de Il signore degli anelli, Il Silenzio degli innocenti)? Il fatto che
abbia deciso di musicare anche The Twilight Saga: Eclypse deve averlo segnato:
le musiche sono infatti bellissime perché ricordano moltissimo quelle di Yann
Tiersen per Il Favoloso mondo di Amélie, col solito binomio Francia-Fisarmonica:
insomma tutt’altro che uno score degno del titolo di migliore colonna sonora
originale dell’anno.
Scorsese
però rimane sempre un grandissimo nel dirigere i propri attori, no?
Non
in questo film: il giovanissimo protagonista è straordinario, Ben Kingsley
offre un’ottima prova, ma Chloë Moretz non è molto in parte e lo stesso vale
per Sacha Baron Cohen, che nel film occupa un ruolo importante: quello del villain
tonto in stile Banda Bassotti, roba che oramai anche nei fumetti di Topolino
risulterebbe fuori luogo.
Stesso
discorso per tutti i personaggi di contorno, da Christopher Lee a Emily
Mortimer, purtroppo mortificati da una sceneggiatura che ha ignorato la
caratterizzazione dei personaggi.
Meritano
infine una menzione di disonore due scene oniriche totalmente inutili in cui Scorsese
ha voluto solamente inserire un po’ di fracasso ed effetti speciali,
convincendo i produttori (tra cui Johnny Depp) a sborsare altri milioni al cospiscuo budget, arrivato così a 150 milioni di
dollari per questo suo omaggio al cinema di Méliès che era artigianale, semplice e magico come questo film non è.
VOTO: 5+
Concordo in pieno. Anche per me è stato una delusione.
RispondiEliminaMa ne parlerò lunedì.
Pensavo di beccarmi una marea di bottigliate e invece mi sorprendi Ford!
EliminaWow allora non sono l'unico. In giro se ne parla ovunque benissimo, e ho letto più volte il termine capolavoro, quindi mi sono sentito davvero strano a trovarlo così poco riuscito.
mmm, devo ancora vederlo.
RispondiEliminama il tuo voto non è certo incoraggiante...
Di sicuro per ora è il voto più basso che troverai in rete, o almeno credo...
EliminaNe riparleremo prima degli Oscar!
Non mi ha mai incuriosito, anche se le mille nomination agli oscar un po' di curiosità me l'avevano fatta venire... Ma sembra un disastro su tutti gli effetti, quindi eviterò volentieri. :)
RispondiEliminaMa ha ricevuto 11 nomination agli Oscar, pare incredibile!
EliminaA questo punto lo voglio proprio vedere, x capire...
RispondiEliminaSì sono curioso della tua opinione, anche se probabilmente sarà entusiasta come tutte le altre!
Eliminadevo ancora vederlo (metto le mani avanti) ma mi puzzava di brutto tutta questa gioia e felicità intorno a sto film.. Scorsese rischia un pestaggio sonoro... dopo la tua recensione i pugni si scaldano ;)
RispondiEliminaOk, scaldati bene che ti aspetto sul ring degli Oscar..
EliminaAhi che botta!Ci volevo portare i bimbi...
RispondiEliminaSe questo non è il primo film che vedono al cinema difficile che possano apprezzarlo..Mai dire mai, sarebbe interessante sapere cosa ne pensano!
EliminaNoooooo...speravo davvero fosse spettacolare, ma da quanto leggo... uff :(
RispondiEliminaBeh secondo tutto il mondo, Academy in testa, è spettacolare.
EliminaCiao, ho letto la tua recensione: mi piace soprattutto quando dici "noioso per i non cinefili che invece trovaranno noioso tutto il resto". Tutti infatti scrivono che questo film è una goduria per i cinefili: ma dove? Il cinefilo (nel senso non di uno che sa tanto di cinema, ma di uno che lo apprezza) ama intuire le citazioni, gode anche solo studiando un'inquadratura, sviscera una pellicola come un osso, trova significati nascosti dove nessuno sogna neanche di cercare. Tutto questo, in questo film, è negato ad un cinefilo, che si trova davanti una bella pappa precotta.
RispondiEliminaInfatti, il cinefilo che apprezza il cinema non ha bisogno di tanta ridondanza, mentre quello che conosce la storia del cinema e si diverte a trovare citazioni qua viene deluso da tutto questo didascalismo in cui gli viene detto e ridetto tutto ciò che sa.
EliminaIo, come già saprai se hai letto il mio post, faccio parte della schiera dei sostenitori che ha adorato questo film e si è persino commossa, e mi riesce difficile capire come non sia potuto piacere a te e a tanti altri, mi sembra quasi impossibile! Ma d'altronde ognuno ha i suoi gusti e il suo modo di sognare il cinema e la sua rappresentazione al cinema. In questo senso Hugo Cabret è per me quasi un sogno realizzato :)
RispondiEliminaBeata te! Non posso che invidiare il tuo entusiasmo e soddisfazione di fronte a questo film!
EliminaSe mi è consetita una nota fuori dal coro, non potrei essere più in disaccordo. Non ho trovato infatti nessuno dei difetti elencati da te. Il nuovo lavoro di Scorsese, a mio avviso, è un film riuscitissimo. La trama è prevedibile? Beh... certo, non vedo come ci si possa aspettare una particolare profondità di intreccio o una marcata sfaccettatura dei personaggi in una fiaba per ragazzini - da cui ricordiamoci il film è tratto. Scorsese sfrutta abilmente invece questo substrato ed i suoi classici topoi, per mettere in piedi un'operazione che va a riflettere sui meccanismi stessi dell'immaginario colletivo, prestandosi - e questa è la sua forza - a più livelli di interpretazione. E lo fa, commuovendo ed incantando anche i cinefili come me...
RispondiEliminaLa tua è l'opinione più ricorrente infatti e mi dispiace di non aver trovato l'incanto di cui tutti parlano.
EliminaNaaaaaa... esagerato!
RispondiEliminaE' un film delicato, forse un pò lento e di (troppo?) buoni sentimenti...
I richiami al cinema agli albori è molto affascinante soprattutto riportato in 3D.
Il libro è una meraviglia.
A me invece è piaciuto parecchio, soprattutto perchè è un film che riscopre la funzione didattica del cinema: secondo me tutti dovrebbero mandare i propri figli a vedere questo film, per insegnare loro (e ricordare a noi) come tutto è cominciato. Un inno alla magia del cinema (non è un caso che molti dei pionieri della settima arte, Melies in testa, nascessero come illusionisti) alla sua straordinaria forza e al suo potere. Peccato solo per alcune scelte in fase di stesura della sceneggiatura (personaggi inutili come quello della fioraia, sequenze evitabili come quella del poliziotto che nel finale rincorre Hugo col suo cane), ma questi piccoli difetti, in fondo, sono poca cosa, di fronte alla passione e all’amore per la settima arte che trasuda da questa pellicola.
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