RABBIT HOLE
DI JOHN CAMERON MITCHELL,
USA, 2010

Loro figlio è stato investito accidentalmente da un neopatentato che Becca vorrà rivedere.
tra i due nasce un'insolito rapporto di amicizia, tanto che Becca sarà la prima a ricevere una copia del fumetto al quale il ragazzo sta lavorando, intitolato Rabbit Hole.

Per quanto riguarda la Kidman, assoluta protagonista e anche produttrice di questa pellicola, occorre aggiungere che la chirurgia plastica non ne ha limitato l’espressività, ma la bellezza.
Al suo fianco ha un bravo Aaron Eckhart e nei panni della madre c’è un gradito ritorno della grandissima Diane Wiest, attrice secondaria di classici come Edward mani di forbice o Piume di struzzo, senza contare i due bellissimi film di Woody Allen per i quali vinse l’Oscar, Hanna e le sue sorelle e Pallottole su Broadway .
Le musiche di Anton Sanko assomigliano molto ad alcune degli Arvo Part (Spiegel im Spiegel), ma sono comunque appropriate e eleganti. Ecco l’aggettivo giusto: elegante. The Rabbit Hole è un film composto in modo accurato, senza particolari guizzi, il che può essere un passo in avanti o un passo indietro per un regista indipendente finora assai eccentrico nello stile e nei contenuti. Ma siccome egli stesso ha dichiarato di voler firmare una regia invisibile, si può affermare che ci è riuscito, pur regalando, grazie a una buona fotografia, qualche ripresa originale.
Il merito più alto è quello di aver trattato un tema così delicato come l’elaborazione del lutto di un figlio senza indugiare su una certa ruffianeria sentimentale a cui il cinema mainstream purtroppo ci ha abituati.

Da un dramma teatrale di David Lindsay Abaire, premio Pulitzer nel 2006, qui sceneggiatore.
È rimasto nelle nostre sale per appena due settimane. Su un tema simile, Incendiary (in it. Senza apparente motivo) film uscito anch'esso in sordina l'anno scorso, con protagonista una notevole Michelle Williams.
Entrambi da recuperare.
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