LA NOTTE
di Michelangelo Antonioni
Italia, 1961
con Jeanne Moreau, Marcello Mastroianni, Monica Vitti
Genere: dramma
Milano, alba degli anni ’60, un uomo e una donna. Lui si
invaghisce di una donna molto più giovane e lei, quasi materna e permissiva, si
mostra indulgente con entrambi, ma poi fa ricordare al compagno cos’è(ra)
l’amore vero leggendogli una romantica lettera che ora risulta straziante per
entrambi in quanto testimonianza di un amore che non c’è più.
L’amore che cede il posto al desiderio di evasione e
giovinezza in una relazione con una persona più giovane, la partner indulgente
e matura che vuol far ragionare l’amante perduto. Se L’Avventura e L’Eclisse
sono incentrati su un amore che nasce, La notte è il ritratto di un amore che
sta finendo, ma che potrebbe ricominciare, poiché tutto è mutevole e confuso.
Incarnazione di questa società volubile è la donna, ancora
una volta al centro dell’opera di Antonioni, con crisi (silenziose) e
indecisioni. Ma dietro queste apparenti insicurezze si nasconde il punto fermo
della coppia, la luce della ragione.
E due meravigliose donne sono chiamate a dar vita a due
personaggi bellissimi: la seducente Valentina di una Monica Vitti corvina e
sexy, che inizia civettando e finisce intrappolata dalla crisi della coppia e
la Lidia di Jeanne Moreau, donna di sensualità matura che registra e reagisce
silenziosamente gli avvenimenti che le accadono intorno. Il suo sguardo
rassegnato, privo di luci ed emozioni, incarna la crisi del rapporto.
Gli uomini invece sono sempre passeggeri e superficiali. E
il Mastroianni de La notte si aggiunge all’indolenza di Alain Delon di
L’eclisse e al Gabriele Ferzetti de L’avventura.
Tra i quattro film di quella che è stata definita la
tetralogia dell’incomunicabilità di Antonioni, è a mio avviso il più compiuto e
maturo, meno estetizzante e sperimentale e il più adatto ad una visione
attuale.
PREMI
Il film vinse l’Orso d’oro al Festival di Berlino, e il
Nastro d’argento e il David di Donatello per la migliore regia.
REGISTA
Michelangelo Antonioni: qui la sua biofilmografia e la
monografia a lui dedicata.
ATTORI
Jeanne Moreau: dopo il successo ottenuto con Louis Malle la Moreau comincia a essere corteggiata da registi internazionali.
Jeanne Moreau: dopo il successo ottenuto con Louis Malle la Moreau comincia a essere corteggiata da registi internazionali.
Monica Vitti: per la prima volta non è lei la protagonista
in un film del compagno Antonioni.
Marcello Mastroianni: al primo ed ultimo film con
Antonioni, Mastroianni era reduce dal successo de La Dolce vita (1960).
Sì, splendido. Mi è rimasta impressa la sequenza di Jeanne Moreau che vaga senza meta per Milano...
RispondiEliminaLe sequenze meravigliose non si contano: Jeanne Moreau che vaga senza meta, Monica Vitti e Mastroianni che civettano, il dialogo tra la Moreau e la Vitti e poi la lettera finale...
Eliminauna Milano splendida, per uno dei Film di Antonioni che amo di più
RispondiEliminaGià. Credo che sia il mio film di Antonioni preferito, assieme a L'avventura
EliminaMi pare che già te lo scrissi, comunque, "La notte" è uno dei dvd che mi regalarono all'uni. Mica male!!! :D
RispondiEliminaCiao Persooooo
Ciao Melinda! Sì, mi ricordo che me l'avevi detto e io ti avevo anche risposto che la tua era un'università molto bella se ti regalavano i dvd..e di questo tipo poi..
EliminaMeraviglioso... Che altro si può dire?
RispondiEliminaIndimenticabile!
EliminaScena finale struggente, devastante, rarefatta eppure così "piena" di elementi che sono il cuore pulsante della vita. Lacerante, come solo la vita reale sa essere...
RispondiEliminaGià. Lacerante e straziante.
Eliminaanche io lo adoro... quell'atmosfera fredda, metallica delle scene, l'assenza quasi totale di colonna sonora, la compostezza di Lidia e poi il finale... fantastico...
RispondiEliminaLeggendo il recente libro di Giancarlo Giannini, ho saputo che Mastroianni non c'aveva capito nulla di questo film. Ecco nemmeno io, mi ha annoiato, mentre gli altri due film della trilogia li ho apprezzati. Bravi gli attori ma ho faticato ad arrivare alla fine del film....
RispondiEliminaAlla fine la soggettività personale prevale........ :)