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venerdì 8 febbraio 2013

Lincoln: il perfetto film accademico che può piacere solo ai giurati degli Academy

LINCOLN
di Steven Spielberg,
USA, 2012
con Daniel Day-Lewis, Tommy Lee Jones, Sally Field, Lee Pace, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, David Strathairn

Se ti piace guarda anche: Frost/Nixon: il duello, Django Unchained.
TRAMA
Abraham Lincoln è stato rieletto Presidente degli Stati Uniti d’America, ma il suo paese è da 4 anni in guerra. Per fermare la guerra che divide le due fazioni americane in guerra, vuole ratificare un emendamento che abolisce la schiavitù anche negli Stati del Sud.
RECENSIONE
Steven Spielberg, re di quel cinema spettacolare di Hollywood esploso a finire degli anni ’70, dopo averci fatto sognare con extraterrestri gentili, spaventare con squali feroci, stupirci con dinosauri, coinvolgerci nella saga d’avventura più celebre della storia, straziarci col suo racconto sull’Olocausto, ora vuol insegnarci un capitolo fondamentale di storia americana servendosi soltanto del dialogo, mezzo che nei suoi celeberrimi film non è mai stato cruciale. 
 

Perché il cinema di Spielberg non era mai di battute, bensì di immagini. Dunque il regista ora sfida se stesso osando laddove non aveva mai osato e con l'aiuto del drammaturgo Tony Kushner (Angels in America) tenta l’ennesima sfida della sua carriera, perdendola.
Perché Lincoln vorrebbe mostrare il potere persuasivo della parola ma non ci riesce: un esempio di ottima orazione politica al cinema era Frost/Nixon: il duello. Anche in tal caso il film era interamente dialogato, ma i dialoghi colpivano lo spettatore, senza lasciargli tregua: qui invece sortiscono l’effetto contrario, allontanando e assopendo lo sventurato spettatore.
Ma Spielberg azzarda anche a livello tematico: smitizza in parte l’immagine dell’eroe nazionale Lincoln dipingendolo come una figura ambigua e succube della moglie, peccato che il tutto sia raccontato in modo troppo tedioso da risultare accattivante.
Nemmeno come film divulgativo può essere promosso perché è tutto fuorché un film da mostrare nelle scuole americane, visto che Spielberg spiega che una delle tappe più importanti della politica americana fu raggiunta con l’inganno e con la corruzione.
Che la politica sia basata spesso su compromessi morablmente discutibili è risaputo, ma in un periodo di tale sfiducia politica, mi auguravo di vedere un film in cui gli ideali di lealtà e libertà venissero esaltati come solitamente avviene in ogni rassicurante produzione hollywoodiana che si rispetti.

Lincoln resta un esemplare saggio di cinema accademico, compiaciuto e privo di emozioni, che riesce nel difficile compito di fare un film politico che non comunica né carisma né ideali, ma aderisce perfettamente, nella forma e nel contenuto, alla propria ragione d’essere: i fini giustificano sempre i mezzi. Spielberg ha diretto il film per arrivare agli Oscar, così come il suo Lincoln ha voluto il XIII emendamento per mettere fine alla guerra.

VOTO: 6

P.s. Evitate l’osceno doppiaggio italiano

20 commenti:

  1. esatto. un spielberg che ha girato tutto con in testa gli oscar.
    se viene beffato e non vince, godo! :)

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    1. E che a differenza di altri filmoni plurinominati e poi rimasti solo con premi tecnici, questo Lincoln non è sbalorditivo nemmeno negli aspetti più tecnici, quindi anch'io spero proprio che rimanga a bocca asciutta!

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    2. Concordo. Stavo per scrivere la stessa cosa

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  2. Non ho ancora visto il film ma mi incuriosisce, sia perchè è di Spielberg sia perchè ho sentito pareri contrastanti a riguardo...
    Secondo me è un bene che il film non si riduca a semplice esaltazione dei tipici valori americani di lealtà, onore e coraggio da sempre presenti nella cinematografia di quel Paese: mostrare una realtà sfaccettata, che va al di là del mito trovo che sia di gran lunga più interessante.
    Ma non avendo ancora visto il film è difficile a dirsi... ;)

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    1. Sì quello che dici te è vero: però purtroppo il tutto è presentato in maniera così poco accattivante che anche la smitizzazione dell'erore Lincoln e della politica in generale ne risultano poco interessanti. è un film che non colpisce, purtroppo.

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  3. Spero anche io che non vinca.
    Un film bolso e noioso, per quanto tecnicamente perfetto, che rappresenta un pò Il discorso del re di quest'anno.

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    1. A dire il vero quest'anno i Discorsi del Re sono due, considerato che c'è anche Les miserables. Che però in confronto a questo, risulta perfino più digeribile.

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  4. Nei momenti in cui non stavo dormendo mi è sembrato noioso e macchinoso... hai ragione quando dici che manca completamente di emozione (ad eccezione forse del momento del voto all'emendamento e quello della morte del Presidente. Due piccolezze nel mare della noia)... boh... forse agli americani l'effetto che farà sarà diverso, visto che tocca (nel particolare) la loro storia (un po' come Django per la schiavitù)... per me l'effetto è stato soporifero. Anche se, ad onor del vero, il sonno è stato disturbato a più riprese da un doppiaggio a dir poco indegno e indecente (sarà anche Favino a dare la voce a Daniel Day Lewis, ma a me è sembrato completamente "fuori luogo").

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    1. Certo che anche sulla scena della morte di potrebbe dire delle cose... Mah ... Doppiaggio pessimo, lo dicono tutti. Spero che Favino, come Timi, tornino a fare solo gli attori.

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  5. "Spielberg ha diretto il film per arrivare agli Oscar, così come il suo Lincoln ha voluto il XIII emendamento per mettere fine alla guerra".
    Questa frase dice tutto. Mi fanno davvero tristezza questi film che puntano solo all'Oscar...

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    1. Speriamo che agli Oscar faccia la fine di War Horse!

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  6. Come al solito gli Oscar premiano i film più tradizionali. L'unico che si meriterebbe sarebbe quello a Daniel Day-Lewis, immenso come sempre!

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    1. Francamente anche quello sarebbe fuori luogo: bravo sì, però il terzo Oscar sarebbe troppo, meglio a darlo a qualcun altro!

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  7. Film barboso, lungo, pieno zeppo di dialoghi ridondanti, con alcune battute, però, niente male: d'altronde la sceneggiatura è scritta da quel genio di Kushner. La regia di Spielberg è banale, elementare: tanta tecnica e poco - pochissimo - cuore.
    Daniel Day-Lewys è stato definito da Time "l'attore più grande del mondo". Ma per favore, andate a sparare cazzate da un'altra parte. Mai sentito parlare di un certo Al Pacino - Dio della recitazione?
    Spero che l'Oscar come miglior regia vada ad Affleck perché se lo merita. Spielberg deve andare a casa a mani vuote, diamine.

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    1. Condivido tutto! Affleck però per il momento non è candidato come regista!

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    2. Sai che ho preso una cantonata bestiale?! Che vergogna a non nominarlo. Andrà al solito Spielberg, che amarezza.

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  8. Più leggo recensioni su Lincoln più mi passa la voglia di vederlo.
    L'unica ad avermene parlato bene è mia madre ma so per certo che ha dormito per tutto il tempo.

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    1. Credo anch'io. Io sono riuscito a rimanere sveglio, ma io non mi sono MAI addormentato al cinema. E questo è stato uno dei film che mi ha messo più alla prova...

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  9. Concordo con la tua recensione.

    Fra l'altro senza una conoscenza pressochè perfetta della storia americana di quel periodo si fa davvero fatica a seguire il film, per lo meno nella prima mezz'ora...

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