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mercoledì 6 febbraio 2013

Saltiamo sulle barricate e ribelliamoci allo strapotere di Tom Hooper



LES MISERABLES,
di Tom Hooper,
USA/UK, 2012
con Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Samantha Barks, Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter, Aaron Tveit
 
Se ti piace guarda anche: Sweeney Todd, Mamma mia!, Oliver!


TRAMA SEMISERIA

Wolverine, sporco e invecchiato, senza artigli e senza muscoli, è un galeotto che viene liberato sotto lo sguardo severo del Gladiatore.

Passano sette anni, Wolverine da straccione e ladro è diventato sindaco di una città (non fa una piega), ma ecco che il Gladiatore si ripresenta alla sua porta, ragione per cui Wolverine-sindaco ma anche capo di un’azienda (?) in cui lavorano donnacce crudeli e sull’orlo di una crisi di nervi, non nota che una delle sue operaie viene brutalmente licenziata.

Si tratta di Catwoman, povera madre single che ritrovatasi senza lavoro, nell’arco di qualche ora si ritrova a vendere gioielli, capelli e ****, finché i suoi miagolii disperati non attirano il lupo che c’è in Wolverine. Ovviamente dopo aver sentito Jackman cantare la povera micina schiatta e Wolverine comprerà sua figlia che incontra passeggiando in un bosco.

La ragazzina, che si chiama Cosette, è stata allevata da Borat che per anni l’ha costretta a spazzare con il suo scomodissimo costumino da bagno verde. E chi è la moglie di Borat? La tritacarne di Sweeney Todd, direttamente dal film e dal talamo di Tim Burton.

Passano altri otto anni e Wolverine è sempre più giovane: ha una quindicina di anni in più rispetto alla prima scena, ma i truccatori l’hanno reso di una decina d’anni più giovane e a questo punto suggerirei quindi un Oscar anche ai truccatori. Che cosa ha fatto in questi 8 anni Wolverine? Non lo sappiamo, ma a un certo punto appare 'sta cosetta che ha gli occhioni grandi di Amanda Seyfried e tutti pensiamo a un’unica cosa: comincerà a cantare Mamma mia!. o Dancing Queen. Sta a vedere che Hooper ha voluto mischiare questi due musical inglesi strafamosi e fare una cosa fighissima e super Camp!

Wolverine Waljean all'inizio del film, verosimilmente 40enne visto che ha scontato 18 anni per aver rubato un pezzo di pane
Tranquillizzatevi, stiamo parlando di Hooper: la cosetta intona una lagna improponibile e si innamora dopo aver visto per un secondo l’ometto rossiccio (che si chiama proprio Redmayne) ossessionato da Marilyn.

Ma Tom Hooper è un regista in gamba ed evita ogni riferimento a Marilyn, scansando per la seconda volta l’anacronismo storico e anzi, decide di dare un tocco giovane al film e di inserire pure il tipo di Gossip Girl che fa la parte del grillino incavolato che poco prima di morire vuole ricreare la copertina del penultimo album dei Coldplay.

Ecco che però queste atmosfere ‘giovani vengono presto guastate da Wolverine che torna a cantare, prima di fare la fine che si merita – ovvero sprofondare nella mer**a. Però purtroppo non è ancora finita, perché il buon Wolverine, anche se ricoperto di escrementi, continua a cantare.. Quando finalmente muore, dopo aver ucciso ormai tutti gli spettatori con i suoi latrati, ecco che Tom Hooper ha un’altra brillante idea: mostrarcelo come fantasma per fargli cantare ancora qualche verso. 
Wolverine-Waljean quindici anni dopo, verosimilmente all'età di 55 anni circa
RECENSIONE DA SPETTATORE

Tom Hooper è il regista che è riuscito a farsi odiare da qualsiasi cinefilo e appassionato di cinema per aver battuto, agli Oscar del 2011, Darren Aronofsky e David Fincher nella categoria di miglior regista e tre film epocali come Inception, The Social Network e Il Cigno Nero grazie al suo film Il discorso del re, senza contare il premio per la sceneggiatura, per gli Academy migliore di quella di Inception, film tutto sommato banale, noioso e antiquato se paragonato alla genialità, all’inventiva, e alla novità racchiuse nel suddetto Il Discordo del Re.



Non contento e inorgoglito di questa pioggia di inaspettati premi, Hooper si è lanciato nella trasposizione di uno dei musical londinesi di maggior successo, Les Miserables, operazione in cui il rischio di risultare ridondanti, enfatici e fuori tempo massimo era altissimo.

Hooper non è riuscito a evitare nessuno dei tre rischi, e nonostante abbia avuto la gentilezza di accorciare notevolmente la durata del musical teatrale (che a quanto pare dura diversi mesi, ragione che spiega perché è in scena da tanti anni) pur rimanendo fedelissimo (ha eliminato solo due canzoni e ha ridotto la durate di quelle presenti) è riuscito comunque a creare un film eccessivamente lungo, in cui compaiono 50 canzoni, una più triste e deprimente dell’altra, ad accezione di Do you hear the people sing?, che offre uno dei momenti più emozionanti del film, in cui gli ideali politici prendono il sopravvento sulla compilation di casi umani che la storia mette in scena.



Particolarmente deprimente è l’ascolto di Hugh Jackman, del cui Valjean ho implorato la morte 100 minuti prima della fine del film, motivo che ha trasformato la visione in un doloroso countdown. Apprendo con sgomento che per lui è stata perfino inserita nel film una canzone nuova di zecca, Suddenly, assente nel musical teatrale. La sostanza è che Hugh Jackman è davvero irritante: sarà colpa del suo personaggio, o delle canzoni che gli sono state assegnate, fatto sta che senza di lui il film sarebbe stato sicuramente migliore. Peccato che sia il protagonista e che rischi seriamente di vincere pure l’Oscar per aver rovinato il film. Ma anche questo è uno dei poteri magici di Tom Hooper, mago che è saltato fuori dal nulla e ha conquistato tutta la critica di Hollywood, ha stregato i giurati degli Academy e trascinato nei cinema milioni e milioni di spettatori, prima con un ordinario film British in costume e poi con questo ****** lacrimevole e interminabile.
Ma questa volta la colpa non è solo di Hooper, ma anche degli autori che nel '85 scrissero e musicarono questo musical e anche di Victor Hugo, al quale manderò una mail per lamentarmi.



RECENSIONE CRITICA

Ai milioni di spettatori che hanno affollato per decenni il West End londinese e poi Broadway questa fedele trasposizione piacerà molto (pur accontentandosi di performance canore non altezza di quelle teatrali), ai comuni mortali che non hanno mai sentito le canzoni né hanno mai visto il musical questo esercizio di stile pomposo e sovraccarico di pathos risulterà indifferente, se non noioso.

Ma qualche merito il film comunque ce l'ha, a partire dalla cornice, tra sontuose scenografie e costumi appropriati.

A Hooper va riconosciuta l’ottima trovata di far cantare gli attori direttamente sul set, moltiplicando così la portata emotiva delle loro interpretazioni.

Un’altra delle innegabili note del regista è la capacità di dirigere benissimo gli attori, anzi di regalare loro Oscar. Ragione per cui gli attori di Hollywood fanno a gara per essere diretti da lui.

Tutti gli intepreti qui presenti recitanno benissimo e cantano discretamente, anche se a spiccare è Anne Hathaway, che con una manciata di scene regala momenti di grande pathos e ottima recitazione. Probabilmente si porterà a casa l’Oscar come non protagonista, e ciò sarà meritato, considerando anche il percorso artistico compiuto dall’attrice.

Del tutto immeritato sarebbe invece l’Oscar a Hugh Jackman, il cui merito è di aver appesantito un film tutt’altro che leggero.

Nel suo disperato tentativo di lasciare un segno autoriale, Hooper si affanna con l’uso di macchina a mano, controcampi, grandangoli, primi piani che soffocano gli attori e gli spettatori, ma al regista manca ancora molto per riuscirsi a farsi apprezzare anche al di fuori degli eletti dell'Academy.

VOTO: 6

11 commenti:

  1. visto il titolo, mi aspettavo un po' di cattiveria in più, però va bene così :)

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    1. Sono stato cattivo, però gli attori e gli aspetti tecnici bisogna promuoverli...

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  2. La trama semiseria ha peggiorato la mia opinione sul film! ;D
    La recensione da spettatore è molto più "cattiva" di quella da critico, in genere non dovrebbe essere il contrario?

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    1. Dipende...in questo caso lo spettatore è incavolato, ma il critico deve arrendersi all'obiettività...

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  3. Ma se uno non lo vede perde molto? Non ho mai amato i musical (a parte Sweeney Todd)

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    1. Se non hai mai amato i musical e non conosci questo musical in particolare, te lo sconsiglio!

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  4. Di piu'.di piu'!
    Dovevi picchiare di piu'! bella la scelta delle rece multiple per cercare di non sembrare troppo di parte.grazie di aver dato sfogo ai miei pensieri, dato che io non lo recensiro' di certo, ma sono stato aranciameccanicamente costretto a vederlo.
    Quotato in toto

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    1. Sto ancora aspettando qualcuno che ne abbia un'opinione positiva!

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  5. L'emozione però c'è e alcune scene tolgono davvero il fiato!

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  6. Film bello, anche se riconosco che non può piacere a tutti

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