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martedì 24 marzo 2015

Foxcatcher

FOXCATCHER

di Bennett Miller,
USA, 2014
con Channing Tatum, Steve Carell, Mark Ruffalo, Sienna Miller
Genere: Sportivo/dramma
Se ti piace guarda anche: Moneyball, The Wrestler


Mark e David Schulz sono due lottatori vincitori dell’oro alle Olimpiadi

Un ricco magnate che non sa come impiegare tempo e denaro, decide di ingaggiarli per portarli alle Olimpiadi successive a patto che si trasferiscano nella sua enorme tenuta.

I toni lividi, glaciali e sospesi che fanno capolino già nelle prime scene donano un’aurea grigia e funerea che avvolge l’intero film e ne anticipa il tragico epilogo, fatto di cronaca nera mai veramente decifrato.

E nemmeno gli autori si prefiggono di farlo : il film si limita a mostrare quello che successe ai due campioni, senza scegliere punti di vista particolari, anche se lo spettatore è portato a immedesimarsi con il protagonista, uno schivo atleta con qualche problema relazionale. Risultata difficile comunque empatizzare coi personaggi o farsi coinvolgere da quanto messa in scena. Si salvano solo le atmosfere cupe e appare di conseguenza del tutto inspiegabile il Ppremio alla regia all’ultimo festival di Cannes e completamente incomprensibili le cinque nomination agli Oscar, non solo perchè immeritate, ma perchè effettivamente Steve Carell, nominato miglior attore protagonista, non è nemmeno protagonista. Lo è invece Channing Tatum, il più in parte dei tre personaggi e quindi snobbato. La sua monoespressività e il fisico massiccio lo rendono perfetto per il ruolo. Mark Ruffalo anche lui è imprigionato in un ruolo senza sfumature, eppure siè visto candidato all’Oscar. L’abbiamo visto pochi mesi fa in performance ben migliori, basta pensare a The Normal Heart o Tutto può cambiare.

VOTO: 6

3 commenti:

  1. Decisamente d'accordo!
    Un film parecchio spento e anonimo che ha ottenuto nomination e riconoscimenti del tutto fantascientifici...

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  2. Io invece dissento... non è un film d'inchiesta, ed è evidente che al regista non interessa affatto chiarire le dinamiche dell'omicidio. E' un film ideologico, che demistifica (a mio avviso benissimo) il Sogno Americano e lo fa raccontando una brutta storia, dal valore simbolico: i due Schultz credono di essere usciti dal tunnel, e invece in fondo al tunnel troveranno solo la loro rovina. Paradosso perfetto di una nazione che, ormai da tempo, non concede più a nessuno la 'seconda possibilità'.

    A me è piaciuto moltissimo, direi uno dei migliori film dell'anno.

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  3. Finora avevo letto solo post entusiastici, sei il primo che lo tratta così freddamente.
    Dovrò vederlo, anche se in ritardo...

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