CAMPO DE' FIORI
1943, di MARIO BONNARD
Roma. Peppino (Aldo Fabrizi), un pescivendolo ambulante di Campo de’ fiori, non più giovanissimo e anche celibe, finge di non accorgersi delle attenzioni di una fruttivendola (Anna Magnani) che ha il banco accanto al suo e la prende sempre in giro. Preferisce infatti rifugiarsi in un mondo tutto suo fatto di grandi incontri amorosi che puntualmente racconta al suo miglior amico, il barbiere dongiovanni (o per lo meno è quanto racconta pure lui) Aurelio (Peppino de Filippo).
Finché un giorno non finisce intrappolato nelle sue stesse frottole. Fa il galante con due sue eleganti clienti, che nemmeno se lo ricordano, mentre all’amico Peppino racconta tutt’altro. Caparbio e raccontaballe, Peppino continua la sua impresa e dopo alcune umiliazioni riuscirà davvero a farsi accettare dal bel mondo delle due agiate signore.
Non solo: scopre che una di loro, Elsa (Caterina Boratto), non ha marito e dunque comincerà a corteggiarla, accettando perfino di badare a suo figlio Carletto (Cristiano Cristiani), di appena cinque anni. Il piccolo è una vera peste e gli combina non pochi guai, ma alla fine finisce per volergli bene e il bambino lo chiama papà. A tutti racconterà che è suo figlio, perfino all’amico Aurelio.
Per il bambino e sua madre, cambia perfino casa e acquista un bellissimo appartamento signorile, con tanto di domestica. Purtroppo nulla va come dovrebbe: è tutto pronto per un bellissima merenda, quando Elsa viene raggiunta da una lettera del padre di Carletto, che dopo anni di silenzio vuole tornare nelle loro vite.
Peppino, disperato, non ha nemmeno il tempo di piangere: lo raggiunge l’amico Aurelio, al quale recita un’altra, ennesima bugia, riuscendo a nascondere le lacrime. Si lancia infatti in un lungo monologo sull’assurdità dell'amore, affermando che lui ha lasciato la donna e il figlio perché non è pronto e non ha voglia di una famiglia, lui è un uomo libero, ha bisogno di libertà e non di cavolate come amore e famiglia. L’amico gli crede, anche perché condivide appieno il suo pensiero.
Gran sciupafemmine, Aurelio non ha aspettato molto infatti a chiedere alla fruttivendola Elide di uscire con lui, ma di fronte alla nuova situazione, decide di far andare Peppino al suo posto.
E il film termina con Fabrizi e la Magnani davanti a un cinema che discutono sul film che andranno a vedere:
MAGNANI: È un film che fa piangere
FABRIZI: Perché come finisce?
MAGNANI: Col matrimonio
AUTORI
Il soggetto è di Marino Girolami, sceneggiatura di Aldo Fabrizi, Fellini e Piero Tellini. La regia è di MARIO BONNARD.
Prima attore di film muti, poi regista di film commerciali che non lasciarono tracce, a parte questo brillante duetto dei due romani più famosi del cinema
CAST
Aldo Fabrizi – al grande attore romano devo dedicare al più presto un post tutto suo.
Peppino De Filippo – altro grande del cinema (e teatro) italiano di cui dovrò riparlare. I suoi duetti con Fabrizi sono la parte migliore dei film.
Caterina Boratto – di lei ho parlato qualche settimana fa, in occasione della sua scomparsa. Qui interpreta Elsa, donna bella, elegante e algida che in fondo pensa solo a se stessa .
Anna Magnani – la nostra Anna qui interpreta una fruttivendola, ingenua e popolana. I suoi battibecchi romaneschi (ma attenuati e comprensibilissimi) con Fabrizi sono tra le parti più divertenti del film.
COMMENTO: CAMPO DE’ FIORI IERI E OGGI
L’ambientazione in esterni, la voce del popolo, l’amarezza che tinge di cinismo e pessimismo una pur divertentissima commedia, fanno di questo film uscito nello stesso periodo di Ossessione, un’anticipazione del Neorealismo. Il registro dominante di commedia impedì ai critici di analizzarlo più profondamente e di ascriverlo al suddetto movimento poiché una commedia non può essere neorealista.
Ma non sono questi gli unici pregi di un film completamente dimenticato: gli attori, fra tutti un eccelso Aldo Fabrizi, ma anche una divertente Anna Magnani ai suoi esordi. Sempre agli inizi, ma come sceneggiatore, era anche un tale Federico Fellini.
E al di là di nomi illustri il film rimane una godibilissima commedia che non dimostra affatto i quasi 70 anni che porta. Recuperabile in un dvd che lo ripropone in un'ottima versione restaurata, il film resta un affresco commovente, amaro e divertente di una Roma popolana semplice e di buoni sentimenti.
Dialoghi scritti benissimo, buon ritmo, a mio avviso è superiore all’Ultima carrozzella, film dello stesso anno, sempre con Fabrizi e Magnani come interpreti e Fellini tra gli sceneggiatori, ma con la regia di Mattoli, che invece raccolse molti più consensi di critica e pubblico.
Film indimenticabile... si rivede sempre con piacere
RispondiElimina"dominiamo" è la battuta frequente del film
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